06/02/2012, 00.00
NEPAL
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Kathmandu, ritorno a casa per oltre 16mila ex guerriglieri maoisti

di Kalpit Parajuli
Per analisti e politici lo smantellamento dei campi è un evento storico. La decisione avviene dopo le proteste dei giorni scorsi contro il mancato sussidio a 4mila ex guerriglieri. Fra i miliziani 9mila entreranno nell’esercito; 7mila verranno reintegrati nella società, ma non faranno più parte del partito maoista.
Kathmandu (AsiaNews) – Il governo nepalese ha chiuso gli ultimi campi di addestramento delle ex milizie maoiste, dando il via al definitivo reintegro dei guerriglieri nella società. La decisione avviene dopo le proteste da parte di circa 4mila guerriglieri, che hanno bloccato per mesi lo smantellamento degli accampamenti iniziato in settembre. A fine dicembre l’Onu aveva negato loro il sussidio perché considerati non idonei al reintegro nella società.

Il reinserimento degli ex combattenti avverrà nei prossimi 12 giorni e riguarda circa 16mila persone. Oltre 9mila saranno integrati all’interno dell’esercito regolare, 5mila in più rispetto ai 4mila accordati in precedenza. I restanti 7mila, che invece hanno scelto il ritiro volontario, riceveranno un sussidio fra i 50mila e gli 80mia euro a seconda del loro rango militare. A differenza di loro molti commilitoni, essi hanno chiesto ai leader maoisti di essere cancellati dalle liste del partito. Ciò ha scatenato molte polemiche fra gli ex ufficiali, che vogliono ancora mantenere il controllo sui miliziani.

Mohan Baidhya aka Kiran, leader dell’ala intransigente del partito maoista e capo delle proteste dei mesi scorsi, afferma: “Il processo è già iniziato e non abbiamo intenzione di organizzare altre manifestazioni, ma non siamo d’accordo con la decisione di separare i nostri ex combattenti dal partito. Faremo pressioni sul governo per modificare questa parte di accordo”.

Nonostante le critiche, politici, analisti e popolazione nepalese considerano il disarmo un passo fondamentale per il processo di pace nel Paese e la scrittura della nuova costituzione a sei anni dalla fine della guerra civile.

Ramchandra Poudel, leader anziano del Nepali Congress spiega che lo smantellamento degli accampamenti è un evento storico, ma deve essere portato avanti in tempi brevi, per evitare nuovi intoppi. Egli invita il partito maoista, oggi al governo, a restituire i terreni e le tasse dei distretti occupati e amministrati dai guerriglieri durante la guerra.

La guerra civile del Nepal ha contrapposto per 11 anni esercito e guerriglieri maoisti, che combattevano con l'obiettivo di rovesciare il regno e istituire la Repubblica popolare del Nepal. Il conflitto si è concluso con la caduta della monarchia assoluta indù a cui è seguito un accordo globale di pace tra esercito e maoisti firmato il 21 novembre 2006 davanti a Onu e comunità internazionale. A causa dell’instabilità del Paese e dei giochi politici del partito maoista, salito al potere nel 2008, oltre 16mila guerriglieri sono rimasti bloccati nei campi di addestramento, diventando un peso per la società. Essi hanno accettato il disarmo il 20 settembre 2011, dopo circa sei anni di trattative fra esercito, Onu e governo.
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