19/05/2004, 00.00
GIAPPONE-COREA DEL NORD
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Koizumi a Pyongyang per riaprire dialogo e riprendersi i rapiti

di Pino Cazzaniga PIME

 

 Seoul (AsiaNews) - Il primo ministro Junichiro Koizumi sarà a Pyongyang il 22 maggio per colloqui con il leader nord-coreano Kim Jong-Il, allo scopo di ottenere il rientro in Giappone di otto familiari dei cinque giapponesi rapiti per fare da insegnanti di lingua alle spie nord-coreane e rimpatriati grazie alla precedente visita del premier giapponese a Pyongyang.

L'annuncio della visita, benché fosse nell'aria da alcuni giorni, ha suscitato sorpresa in Giappone e all'estero. È infatti strano, per non dire eccezionale, che nel giro di due anni un primo ministro vada due volte in uno Stato con il quale il suo Paese non ha rapporti diplomatici. Koizumi vi si era recato nel settembre del 2002 per una visita da molti ritenuta "storica". In quell'occasione i due leader avevano firmato una dichiarazione che è una road-map verso la normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi.

Positive reazioni internazionali

Reazioni positive alla decisione di Koizumi sono venute dai cinque Paesi (Stati Uniti, Corea del sud, Cina, Giappone e Russia) impegnati nel dialogo collettivo con la Corea del nord. Di considerevole rilievo sono le reazioni di Seoul e di Washington, ambedue favorevoli ma per motivi diversi. Il reintegrato presidente sud-coreano Roh Moo-hyun plaude all'iniziativa di Koizumi perché favorisce la politica da lui perseguita dell'approccio pacifico verso la Corea del nord. Per il presidente americano Bush, che ha adottato una politica dura, dimostratasi  inefficiente, e non sa come uscirne, un Giappone rappacificato con la Corea del nord sarebbe un mediatore efficace.

Anche l'Unione Europea condivide, con ogni probabilità, il senso di soddisfazione che molti provano per l'iniziativa del premier giapponese. In occasione della nascita dell'Europa allargata (1 maggio), infatti, l'ambasciatore Dorian Prince, capo della commissione europea in Corea, in un'intervista rilasciata al quotidiano The Korean Times ha detto: "Secondo me il messaggio che l'UE offre alle nazioni fuori di essa, in modo particolare alla Corea, è che si possono superare le divisioni storiche e che è possibile alle nazioni sovrane lavorare assieme e costruire una zona di pace e di prosperità attraverso la cooperazione".

Rapiti per insegnare il giapponese alle spie

La prima visita di Koizumi in Corea del Nord aveva fatto sì che un mese dopo potessero rientrare il patria cinque cittadini giapponesi rapiti anni prima dai nord-coreani. Facevano parte della ventina di giapponesi, specialmente donne, scomparsi negli anni '70 e '80. Il fatto che in maggioranza vivessero nella regione che si affaccia sul Mar del Giappone, aveva fatto sospettare a parenti e polizia che fossero stati rapiti dalla Corea del nord. Il sospetto è diventato certezza nel 2002 durante il colloquio tra il primo ministro giapponese e il "caro leader" nord-coreano.  Kim Jong-il ha riconosciuto che decenni prima 13 cittadini nipponici erano stati rapiti per essere usati come insegnanti di lingua e cultura giapponese a future spie. A cinque di loro sarebbe stato concesso di fare "una visita" in Giappone. Perchè solo cinque? Perchè gli altri, disse, erano deceduti per malattia o per incidenti.

Ma il ritorno dei cinque fortunati non è stato del tutto felice, perché hanno dovuto lasciare i figli e, in una caso, il marito nella Corea del nord. Sostenuti da un vigoroso movimento popolare, i cinque hanno fatto pressione sul governo per ottenere l'ingresso in Giappone dei loro familiari. Da allora il muro tra Tokyo e Pyongyang, che Koizumi aveva iniziato a sbrecciare, è ridiventato d'acciaio. La Corea del Nord ha accusato il Giappone di non aver mantenuto la promessa di far ritornare i 5 "visitatori" e Tokyo ha preparato un disegno di legge per impedire l'accesso alle coste nipponiche di una nave-traghetto nord-coreana.

L'iniziativa di Koizumi

Per riaprire la breccia, se non proprio per abbattere il muro, occorreva al Giappone un robusto sostegno internazionale. Il primo ministro l'ha ottenuto facendo inserire il tema dei rapimenti nei "colloqui a sei" per la soluzione del problema nucleare nella Corea del nord. Ma i colloqui vanno per le lunghe . Inutili, pure, gli sforzi diplomatici, ufficiali e segreti. Da qui la decisione di Koizumi di andare a prenderseli personalmente.

C'è chi ha visto l'iniziativa in chiave elettorale: "L'ambizione di usare il progresso nei colloqui con la Corea del nord per un esito a lui favorevole nelle elezioni di luglio è una ragione che spiega l'affrettato vertice Giappone-Corea del nord", ha scritto il quotidiano Mainichi. Ma in generale i media giapponesi hanno accolto favorevolmente la decisione del primo ministro. L'impresa è certamente rischiosa ma non avventata

E il governo della Corea del nord? L'aver accettato la proposta del premier giapponese è di per sè un fatto positivo. Ma il regime si guarda bene dall'esprimere soddisfazione. Perderebbe la faccia davanti ai suoi cittadini. Il 9 maggio proprio quando le due parti stavano rifinendo i dettagli del vertice, i media nord-coreani hanno lanciato una raffica di accuse contro il Giappone per le atrocità del passato e per una presunta politica nucleare. Secondo l'agenzia sud-coreana Yohnap si tratterebbe di propaganda calcolata In realtà, affermano gli esperti, le mosse della Corea del nord indicano la sua volontà di migliorare le relazioni con il Giappone, visto che di solito intensifica le accuse verso altre nazioni quando sta prendendo decisioni importanti in politica estera.

Per Koizumi un fallimento nel tentativo di riaprire la via del dialogo con la Corea del nord, specialmente per quanto riguarda il problema dei rapimenti, sarebbe un duro colpo. Per la Corea del Nord quella del dialogo è un'occasione d'oro. Il giapponese Taku Yamasaki, già vice presidente del partito liberal democratico, incontrando a Dalian (Cina)  Song Il-ho, alto ufficiale del ministero degli esteri della Corea del nord, ha detto: "Il periodo della presidenza di Koizumi scade entro due anni. Se le relazioni diplomatiche non vengono normalizzate in questo lasso di tempo, la Dichiarazione di Pyongyang perde ogni valore. È questo che volete?".

 

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