26/08/2005, 00.00
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La Banca Mondiale concede 9 miliardi di dollari per lo sviluppo rurale in India

di Maurizio d'Orlando

Aiuti per lo sviluppo sospettati di avere scopi politici e geostrategici.

New Delhi (AsiaNews) - Nei prossimi 3 anni la Banca Mondiale concederà un prestito di 9 miliardi di dollari per lo sviluppo rurale dell'India. Paul Wolfowitz, presidente della BM, se n'è assunto l'impegno durante un giro in alcuni paesi dell'Asia, fra cui Pakistan e India.

Secondo quanto riportato da diverse agenzie di stampa, si tratta di finanziamenti per 3 miliardi di dollari all'anno per i prossimi 3 anni, con un incremento del 500 % rispetto a quanto erogato  dall'istituto all'India negli anni precedenti. Il totale dei finanziamenti concessi dalla Banca Mondiale al gigante indiano negli ultimi due anni è infatti di un miliardo di dollari.

A quanto pare, la decisione è avvenuta durante il viaggio di Wolfowitz. Prima del viaggio, il totale dei prestiti allocati dall'istituzione finanziaria mondiale per il prossimo triennio doveva essere solo 3 miliardi di dollari. I prestiti che la BM intende concedere dovranno servire alla costruzione di strade, acquedotti per l'acqua potabile di villaggi e sistemi d'irrigazione in decine di migliaia di villaggi in prevalenza agricoli.

Circa il 70 % della popolazione indiana (un po' più di un miliardo di persone) vivono in 500 mila villaggi, afflitti da gravi carenze d'acqua potabile ed elettricità e per lo più raggiungibili solo mediante strade sterrate. In una dichiarazione rilasciata alla stampa, Wolfowitz ha affermato "Sebbene stia facendo rapidi progressi, l'India ha un'agenda ancora da completare. Vi risiedono tuttora un quarto dei poveri del mondo, la maggior parte dei quali vivono in aree rurali. I vincoli imposti dalla mancanza di infrastrutture sono un impedimento alla crescita economica. Il governo ha giustamente considerato prioritario provvedere alle infrastrutture rurali e gli investimenti in infrastrutture fisse. La Banca Mondiale si sente privilegiata nel sostenere tali sforzi".

Nel 2004 l'India è stato uno dei paesi con il maggior tasso di crescita economica al mondo (circa il 7 % su base annua). Sessanta anni fa il 50 % della popolazione indiana viveva sotto la soglia della povertà, nel senso che non disponeva di un apporto calorico giornaliero adeguato e non poteva provvedere all'istruzione primaria dei minori. Nonostante gli evidenti progressi, tuttora circa il 25 % della popolazione vive ancora al di sotto di tale soglia di povertà, mentre, secondo stime basate su parametri differenti, i poveri in India sono circa 350- 400 milioni. Il problema sociale odierno dell'India riguarda il divario tra la forte ascesa economica delle città e l'arretratezza delle campagne.

Alcuni commentatori indiani, come Sudhir Chadda dell' "India Daily" si chiedono se Wolfowitz riuscirà là dove hanno fallito i politici indiani, sia del Partito del Congresso, l'attuale maggioranza, che i loro storici antagonisti del BJP, il partito nazionalista indù che aveva espresso il precedente governo. Secondo Chadda,  per le scorse elezioni, entrambi gli schieramenti hanno ottenuto forti sovvenzioni dai cosiddetti "oligarchi", le 17 famiglie che in India controllano l'87 % della ricchezza del paese. Sempre secondo Chadda ed altri commentatori indiani entrambe le coalizioni non potrebbero sopravvivere senza il sostegno degli oligarchi.

Oltre al problema economico, vi è anche un problema politico: l'attuale governo del Partito del Congresso deve il suo mandato al sostegno del Partito Comunista indiano, che dispone di circa il 13 % dei seggi in Parlamento e che è in forte crescita soprattutto nelle aree rurali e povere. Secondo i commentatori indiani, il sostegno allo sviluppo rurale dell' India avrebbe anche una valenza politica: spostare le adesioni dei villaggi più verso il Congress, facendo anche aumentare il feeling filo-americano della società indiana. Wolfowitz, è stato nominato di recente presidente della Banca Mondiale grazie all'appoggio del presidente George W.Bush.

Un ultimo elemento: nelle scorse settimane gli Stati Uniti hanno affermato la loro contrarietà all'ipotesi di un gasdotto dall'Iran all'India, via Pakistan. Secondo gli osservatori la ragione di tale contrarietà deriva da fattori strategici: il gasdotto non garantirebbe solo un flusso di esportazioni iraniane e l'approvvigionamento energetico indiano, ma costituirebbe un importante asse di saldatura economica industriale e politica tra i due paesi. Come è noto, l'Iran fa parte dei paesi più criticati dagli Usa. L'offerta della BM sarebbe un modo di strappare l'India da un abbraccio troppo forte con l'Iran.

Nei giorni scorsi la stampa pakistana ha messo in luce queste ipotesi. Il 18 agosto scorso, Shahzad Shargil, portavoce della BM a Islamabad, ha negato che l'istituto finanziario abbia fatto pressioni sul governo pakistano per ostacolare il gasdotto prospettato. Alla domanda dei giornalisti se la BM vedeva con preoccupazione il progetto dell'oleodotto, Shahzad Shargil ha risposto dicendo che la persona più adatta a fornire un commento è lo stesso presidente della Banca Mondiale, Paul Wolfowitz. (MdO)

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