25/05/2021, 12.46
BIELORUSSIA
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La Ue sanziona Minsk. Protasevich ‘confessa’ in video

Divieto alle compagnie aeree bielorusse di volare sui cieli europei e usare scali nei 27 Paesi dell’Unione. Il giornalista arrestato presenta il viso con ecchimosi e dice di aver “confessato”. Il padre del giovane teme che lo stiano torturando. Il suo lavoro a sostegno dell’opposizione considerato un gesto di “terrorismo”. Svetlana Tikhanovskaja chiede la sua immediata liberazione.

Bruxelles (AsiaNews) – L’Unione europea (Ue) ha deciso ieri sera di chiudere il suo spazio aereo e gli scali alle compagnie bielorusse, dopo che le autorità di Minsk hanno costretto un aereo a deviare e atterrare per arrestare un giornalista dissidente.

La Ue ha chiesto alle compagnie aeree europee dei 27 Stati di non volare sopra la Bielorussia e hanno promesso ulteriori sanzioni. Il presidente Alexandr Lukashenko, vittorioso in una elezione lo scorso agosto, che molti denunciano come manipolata, è già sotto sanzioni, insieme ad alcuni membri del suo governo.

L’atto di “pirateria”, o di “terrorismo di Stato” – come è definito da molti governo occidentali – serviva per arrestare il giornalista e attivista Roman Protasevich, 26 anni, da tempo militante nell’opposizione alla dittatura di Lukashenko, al potere dal 1994. Con Protasevich è stata arrestata anche la sua compagna, Sofia Sapega.

Ieri sera Protasevich, col viso pieno di ecchimosi, è apparso in un video alla televisione statale. Egli ha detto di trovarsi nella prigione n.1 di Minsk. “Il personale si comporta con me in modo adeguato – ha detto - rispettando la legge. Continuo a collaborare con gli inquirenti e sono passato alla confessione riguardo all’organizzazione di rivolte di massa”.

Il padre di Roman, Dmitri Protasevich, ha dichiarato alla Bbc di temere che suo figlio venga torturato.

Con l’accusa di aver organizzato “rivolte di massa”, “disturbo dell’ordine pubblico” e “incitamento all’inimicizia sociale”, il giovane rischia una pena di 15 anni di prigione. Se accusato di terrorismo, rischia la pena di morte.

Svetlana Tikhanovskaja, leader dell’opposizione in esilio in Lituania, che rivendica per sé la vittoria alle elezioni presidenziali, ha detto che il giovane è sottoposto a “pressione fisica e morale” e ha domandato la sua liberazione immediata, insieme a quella di tutti i prigionieri politici.

Il giornalista lavora con l’opposizione fin da adolescente. Le prime manifestazioni a cui partecipa sono nel 2012, a 17 anni. Ha lavorato come fotografo in diversi media bielorussi. Nel 2017 ha vinto la borsa di studio Vaclav Havel per aspiranti giornalisti indipendenti. Nel 2020 vive come esule in Polonia e in Lituania. Da lì, attraverso la piattaforma web Nexta, sostiene il movimento di opposizione. Sul suo profilo Twitter scrive: “Il Kgb della Bielorussia mi ha messo nella lista dei terroristi. Ora il mio nome è sulla stessa lista dei membri di Daech”.

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