25/09/2025, 08.40
TAGIKISTAN
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La carenza di acqua potabile del Tagikistan

di Vladimir Rozanskij

Nonostante oltre la metà delle risorse idriche dell'Asia centrale provenga dalle montagne del Tagikistan, la maggior parte dei residenti del Paese non ha ancora accesso all'acqua potabile. Ora il governo di Dušanbe ha varato un programma per arrivare entro il 2029 a fornirla al 72% della popolazione. Ma rimane aperta la domanda sui donatori internazionali in grado di finanziare davvero questo piano.

Dušanbe (AsiaNews) - Il governo del Tagikistan ha annunciato un programma da 3 miliardi di somoni (circa 324 milioni di dollari) per fornire acqua pulita al 72% della popolazione del Paese. Nonostante oltre la metà delle risorse idriche dell'Asia centrale provenga dalle montagne del Tagikistan, la maggior parte dei residenti del Paese non ha ancora accesso all'acqua potabile.

"Si può fare scorta d'acqua se si hanno due secchi? Per fortuna, i bambini la portano, ma bisogna comunque pagarla. Io compro un camion pieno d'acqua per 100 somoni, e dura solo due settimane", dice Melikhol Rakhimova, intervistata da Radio Ozodi. La donna di 66 anni vive nel villaggio di Khayoti Nav, nel distretto di Khuroson, a 4 chilometri dal fiume di montagna Vakhš. Alcuni vicini usano le pompe per portare l'acqua alle loro case, ma la sua casa è su una collina e non può permettersi l'acqua corrente, e l'unica opzione è comprare l'acqua dalle autocisterne. "Non ho un albero, un giardino o altro. Compriamo due pomodori e cuciniamo. Ho già 66 anni, quindi che cosa posso fare?", dice Melikhol.

Secondo il piano del governo tagico, la carenza idrica del Paese dovrebbe essere parzialmente eliminata entro il 2029. Il programma di approvvigionamento idrico e di servizi igienico-sanitari prevede che il 72% della popolazione avrà accesso all'acqua entro i prossimi quattro anni. Secondo le statistiche ufficiali del 2022, solo il 41% della popolazione, per lo più residenti urbani, aveva accesso all'approvvigionamento idrico centralizzato. La situazione è più grave nella regione di Khatlon, dove meno di un quarto dei residenti ha accesso all'acqua potabile. In molti villaggi, le persone sono costrette a trasportare l'acqua per diversi chilometri o ad acquistarla da autocisterne. Il programma governativo osserva: "Nella maggior parte delle reti idriche rurali, non esiste praticamente alcun monitoraggio industriale della qualità dell'acqua".

La piena attuazione del progetto dipende dalle risorse finanziarie: secondo il piano, 2,3 miliardi di somoni (249 milioni di dollari) saranno forniti da partner internazionali per lo sviluppo, mentre 439 milioni di somoni (46 milioni di dollari) saranno stanziati dai bilanci nazionali e locali. La questione su chi fornirà i restanti 2 miliardi di somoni rimane aperta.

In passato, organizzazioni finanziarie internazionali, tra cui la Banca Mondiale, hanno assistito il Tagikistan nella risoluzione dei problemi di approvvigionamento idrico e si sono registrati alcuni progressi, ma il settore richiede investimenti significativi.

L'economista Faridun Usmonov osserva che "l'accesso all'acqua varia notevolmente tra le grandi città e le aree rurali. A Dušanbe il livello di approvvigionamento idrico è di circa il 95%, mentre in alcune aree del Paese è del 40%, e a volte anche inferiore al 20%. Attuare pienamente il programma entro quattro anni è irrealistico, e forse entro il 2029 circa metà della popolazione avrà accesso all'acqua potabile, ma l'iniziativa del governo in sé è molto valida". Il programma stesso afferma inoltre che "la piena fornitura di acqua potabile a tutte le aree popolate entro il prossimo decennio è impossibile, a causa della mancanza di investimenti".

Le autorità del Paese hanno presentato proposte all'Onu sulla crisi idrica globale e hanno ospitato diverse conferenze internazionali sull'acqua a Dušanbe, ma nella pratica oltre la metà della popolazione del Paese si trova ancora ad affrontare carenze idriche. "Vogliamo avere acqua come i ricchi. Tutto qui. Vogliamo anche vivere nella prosperità", afferma Melikhol Rakhimova, condividendo il sogno di tutti i tagichi.

 

Foto: European Bank for Reconstruction and Development

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