Rastrellamenti tra i richiedenti asilo: anche Dushanbe ora espelle gli afghani
Dall'inizio di luglio tutti i profughi fuggiti dal regime talebano nel 2021 stanno ricevendo sms con l'ingiunzione di lasciare il Tagikistan entro 15 giorni. Destinatari anche quanti vivono nel Paese legalmente e molti ex collaboratori del governo filo-occidentale di Kabul. Testimonianze su uomini, donne e bambini caricati su piccoli autobus. Una stretta che si aggiunge alle altre contro gli esuli afghani già in atto da tempo in Pakistan e in Iran.
Dušanbe (AsiaNews) - Le tensioni tra il Tagikistan e l’Afghanistan si trascinano da molto tempo, essendo la minoranza tagica una delle principali etnie sul territorio afghano, ma senza alcuna rappresentanza nelle istituzioni controllate dai talebani. La vicinanza territoriale ha portato grandi flussi di profughi afghani in Tagikistan negli ultimi anni, ma ora le autorità di Dušanbe hanno deciso di deportarli in massa, anche se ancora non sono chiare le misure di questa operazione, di quante persone si tratti, dove siano state effettivamente trasferite e per quali ragioni specifiche. Le agenzie dell’Onu e gli attivisti umanitari ammoniscono che le espulsioni forzate possono essere considerate delle violazioni al diritto internazionale, considerando che molti di questi profughi potrebbero essere in pericolo di vita con il ritorno in patria.
Il Tagikistan ha ammesso ufficialmente di aver messo in pratica la risoluzione, con un comunicato dell’ufficio stampa delle forze di controllo delle frontiere che rispondono al Comitato di sicurezza nazionale, in cui si parla di “crescita del flusso di cittadini stranieri” che sarebbero entrati sul territorio tagico illegalmente, e alcuni di essi “infrangono in modo evidente le regole stabilite per la convivenza”. Tra queste violazioni si elencano la partecipazione al traffico di stupefacenti, la propaganda dell’estremismo anche con fogge e comportamenti inaccettabili, la presentazione di documenti falsi per ottenere lo status di profugo, l’uso del territorio per transito in Paesi terzi e il possesso di documenti di altra cittadinanza.
All’inizio di luglio tutti i profughi e i richiedenti asilo in Tagikistan hanno ricevuto dei messaggi sms, con la disposizione di lasciare il Paese entro 15 giorni, altrimenti si sarebbe proceduto con la deportazione forzata. Le autorità non hanno rilasciato alcun commento a tale imposizione, senza neanche riconoscere l’autenticità dei messaggi. In seguito sono apparse notizie sull’effettivo arresto ed espulsione di molte persone, come ha informato per primo il canale televisivo afghano Amu, secondo cui queste misure hanno riguardato anche chi era ufficialmente registrato e viveva in Tagikistan su basi di assoluta legalità.
Tra i deportati vi sarebbero anche degli ex-collaboratori delle strutture statali dell’Afghanistan, fuggiti subito dopo il ritorno dei talebani nel 2021, che tornando in patria rischiano davvero la vita, come già avvenuto per molti cittadini che avevano collaborato con il governo filo-occidentale rovesciato dopo l’uscita dal Paese degli americani. Anche i giornalisti di Radio Ozodi hanno raccontato di aver ricevuto molte comunicazioni di afghani arrestati e cacciati dal Tagikistan, e si sono recati nella città di Vakhdat, a 26 chilometri da Dušanbe, dove vivono in gruppi compatti centinaia di profughi afghani. Davanti a uno degli edifici sono stati bloccati da uomini in divisa militare, che si sono rifiutati di rilasciare alcun commento.
Alcuni afghani hanno comunque rilasciato anonimamente delle dichiarazioni, raccontando dell’arrivo di micro-autobus Gazel su cui sono state caricate decine di uomini, donne e bambini, per essere trasportati in luoghi sconosciuti. Gli altri profughi cercano di non uscire di casa, rimanendo bloccati per il terrore di essere deportati, e anche i tagichi residenti nella zona confermano di aver assistito a questi rastrellamenti di massa, e di come gli afghani rimanenti stiano cercando di spostarsi in altri luoghi dove sfuggire alla cattura.
La maggior parte degli afghani afferma di essere arrivata in Tagikistan per vie legali, di essere in possesso di permessi di soggiorno e registrazione ufficiale negli uffici preposti, ma neanche queste condizioni mettono al sicuro dalla deportazione. Secondo i dati dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), attualmente sul territorio del Tagikistan vivono circa 9 mila profughi afghani, e l’agenzia per i diritti umani di Dušanbe ha dichiarato che nel 2024 sono stati registrati dal ministero degli interni 11 mila richiedenti asilo, di cui il 63% proveniente dall’Afghanistan. Di questi 2.280 hanno ricevuto i documenti attestanti la condizione ufficiale di profughi, a 2.591 è stato concesso un permesso di soggiorno provvisorio e solo a 4 persone è stato rifiutato lo status di profugo “in base alle false dichiarazioni e documentazioni presentate”. La condizione degli afghani rimane sempre più in bilico in tutta la regione, considerando che anche l’Iran e il Pakistan stanno procedendo con le espulsioni negli ultimi mesi.
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