12/01/2008, 00.00
INDIA
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La coesistenza possibile tra dialogo interreligioso ed evangelizzazione

di Thomas Dabre
Il diritto ed il dovere della Chiesa di “condividere” l’annuncio della Buona novella, in India come in Asia e nel resto del mondo, non pongono alcun limite al rispetto della libertà religiosa. E’ quanto argomenta mons. Thomas Dabre, vescovo di Vasai, membro del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e presidente della Commissione dottrinale della Conferenza episcopale indiana, commentando, per AsiaNews, il recente documento sulla evangelizzazione del dicastero vaticano per la dottrina della fede.
Vasai (AsiaNews) – Sono personalmente lieto che il documento del Vaticano, mentre insiste sul diritto e sul dovere di evangelizzare e promuovere la conversione a Cristo, sostiene senza ambiguità la necessità del dialogo interreligioso e dell’inculturazione.
 
Ero a New Delhi, il 6 novembre 1999, quando il nostro amato Giovanni Paolo II firmò l’esortazione apostolica “Ecclesia in Asia” e mi fece piacere ascoltarlo dichiarare che “i popoli dell’Asia hanno bisogno di Gesù Cristo e del suo Vangelo. L’Asia è assetata dell’acqua di vita che solo Gesù può offrire”.
 
La visita di Giovanni Paolo è stata veramente importante per l’India, che è un Paese ricco di eredità e diversità culturali e religiose. In India, con l’inculturazione, la Chiesa può arricchire se stessa e, come ha riconosciuto la Ecclesia in Asia, grazie al dialogo interreligioso ed all’inculturazione la sua missione è chiara ed efficace specialmente in Asia. In Paesi nei quali vivono non cattolici, specialmente in Paesi di antiche tradizioni e cultura cristiane è urgente un reale rispetto per la ricchezza di tali tradizioni ed un sincero spirito di collaborazione.
 
L’evangelizzazione non è incompatibile con il fondamentale diritto alla libertà di coscienza e di religione e il documento della Congregazione per la dottrina della fede è piuttosto esplicito nell’opporsi al proselitismo, inteso come uso di forza e coercizione che sono diametralmente opposte a tali libertà.
 
La libertà di religione rappresenta il vero cuore dei diritti umani ed è importante per la gente capire che c’è un legame fondamentale tra pace e libertà e che una delle principali esigenze di libertà è il libero esercizio della religione nella società. L’inviolabilità della libertà di religione è tale che ad ogni individuo va riconosciuto anche il diritto di cambiare fede, se la sua coscienza lo chiese… . In India i padri fondatori della nostra Costituzione hanno garantito a tutti – nell’articolo 25 – il diritto e la libertà di pregare, praticare e diffondere la propria fede. Purtroppo oggi la realtà socio-politica in molte parti del Paese è ben diversa.
 
Comunque è sbagliato equiparare l’evangelizzazione alla coercizione, perché l’annuncio del Vangelo è rivolto alla coscienza ed alla libertà di ognuno.
 
La missione evangelizzatrice della Chiesa à basata sulla verità della rivelazione cristiana ed in particolare sulla verità che Gesù Cristo è l’unico universale salvatore del mondo. E la Chiesa giustamente afferma la libertà di partecipare la sua fede in Gesù ed anche rispetta ed incoraggia la libertà degli altri nella risposta da dare alla sua offerta della Buona novella di salvezza. Come affermato nella Ecclesia in Asia, Gesù costituisce il dono ed il tesoro più grandi e la Chiesa deve condividerlo con i popoli dell’Asia.
 
In India, a volte i missionari cristiani sono perseguitati da elementi estremisti, in alcuni Stati sono in vigore le infamanti leggi anti-conversione, che bandiscono le conversioni religiose “forzate”. Per la legge, possono essere puniti chi o coloro che “forzano” o “inducono” qualcuno a cambiare fede. Questi termini non sono chiari e operatori sanitari o sociali ed educatori della Chiesa a volte sono maltrattati da elementi sviati, come “adescamenti” per convertire persone al cristianesimo.
 
Il documento vaticano poi respinge concretamente la mentalità corrente del “tutto va bene” e la facile, superficiale, acritica tolleranza di tutte le opinioni. Il permissivismo intellettuale è oggi uno dei più gravi problemi dell’umanità. La mentalità relativistica ha invaso l’inviolabile santuario della religione al punto che la fede è divenuta una specie di prodotto che uno può prendere o rifiutare come gli pare. In questa situazione, il prezioso contributo della Chiesa è di sottolineare, come fa la Nota del Vaticano, sul carattere assoluto e universale della verità e sulla verità della salvezza dell’umanità in Cristo. Non insistere sulla comune, universale verità e insistere a chiedere tolleranza per posizioni contraddittorie ed incompatibili è un colossale danno per l’umanità.
 
Autentici tolleranza e rispetto non possono ignorare la verità dell’uomo e di Dio, e il dialogo interreligioso, che è di vitale importanza per la Chiesa in Asia e per tutte le società asiatiche, non può ridursi a complimenti, cortesie e principi comuni.
 
Dio è il Dio della verità, perciò i leader religiosi non devono mai aver timore della verità, né chiudersi ad accogliere nuove dimensioni della verità, che è il centro delle religioni. Il diffondersi del relativismo è un grave pericolo per tutte le religioni, c’è quindi la necessità che i leader religiosi collaborino per l’affermazione della verità.
 
Nel mondo attuale, come il Santo Padre ha evidenziato nel discorso di Regensburg, la ragione e la fede non sono contrapposte e noi vediamo il progresso della scienza e della medicina accanto a mali come l’aborto, l’eutanasia e simili.
 
Il dialogo è per sua natura comunicazione della verità. Nel dialogo interreligioso tutti devono poter partecipare la verità nella quale credono e la religione non può mai essere usata come pretesto per un conflitto. Di conseguenza, l’evangelizzazione e la conversone non possono essere viste in contrasto con il dialogo interreligioso. Gesù è la via, la verità e la vita. E questo è abbastanza per affermare, come fa il documento vaticano, che l’evangelizzazione e la promozione di una autentica conversione è il compito ed il diritto della Chiesa, così come è diritto delle persone ascoltare la verità della buona novella di Gesù. Come chiarisce la recente enciclica Spe Salvi, il messaggio cristiano è la speranza per il mondo. Il nostro eterno destino di vita benedetta è certo. E noi possiamo impegnarci per la costruzione di un mondo nel quale regnino pace, giustizia, uguaglianza e libertà. La proclamazione di questo messaggio è del tutto compatibile con lo spirito del dialogo interreligioso.
 
Dal momento che il cuore delle religioni è la Verità, I leader religiosi hanno in particolare in dovere di fare il possibile per assicurare che la religione sia ciò che Dio vuole che sia: una fonde di benessere, rispetto, armonia e pace.
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