13/10/2006, 00.00
INDIA
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L'insegnamento obbligatorio dell'inglese divide il Karnataka

Nello Stato indiano una legge vieta l'uso dell'inglese nelle scuole elementari. Per questo il governo pochi gironi fa aveva chiuso migliaia di istituti, ma ora ci ripensa. E non mancano le proteste.

Mumbai (AsiaNews/Agenzie) – Il governo del Karnataka, India meridionale, ci ripensa: l'insegnamento della lingua inglese è necessario già dalle scuole elementari, per offrire ai poveri maggiori possibilità di entrare nel mondo del lavoro. La possibile proposta governativa di rendere obbligatorio l'inglese ai giovani studenti, finora vietato, ha suscitato però forti proteste delle associazioni di scrittori e letterati, che difendono la "lingua madre", il Kannada.

Il Kannada è parlato da circa 50 milioni di persone in Karnataka; nel 1994 una legge ha vietato di impartire lezioni a bambini sotto gli 11 anni in lingue diverse da quella "madre". Dopo numerosi avvertimenti e richiami del Mistero dell'istruzione, quest'anno le autorità hanno tolto il riconoscimento a circa 2 mila istituti, che ancora non si erano adeguati alle direttive.

Ma le autorità oggi sembrano aver cambiato idea: il governo locale ha infatti annunciato che l'inglese sarà obbligatorio dall'età di 6 anni. Il Chief Minister dello Stato, HD Kumaraswamy, ha dichiarato che da una parte bisogna incoraggiare a tutti i livelli l'uso del Kannada, mentre dall'altra non bisogna privare i bambini della possibilità di trovare un buon lavoro solo perché non hanno studiato l'inglese.

La decisione ha diviso la comunità di studiosi e letterati. Alcuni, guidati dal Kannada Literary Council, chiedono al governo di rivedere le sue posizioni, perché in questo modo "minaccia la lingua madre"; il movimento di protesta ha poi lanciato una campagna per boicottare gli eventi culturali organizzati dallo Stato. Altri scrittori, invece, lodano le intenzioni delle autorità. K Marulasiddappa, scrittore fuori casta, giudica le carenze sulla lingua inglese, "un handicap dei bambini dalit, che vivono in campagna".

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