01/06/2023, 09.59
SRI LANKA - GRAN BRETAGNA
Invia ad un amico

Londra chiede a Colombo una stretta sull’immigrazione clandestina

di Arundathie Abeysinghe

La crisi economica ha spinto molti srilankesi a migrare. Dopo che controlli e respingimenti hanno interrotto la migrazione via mare in Australia, il Regno Unito è diventato la seconda scelta. La rete di trafficanti che forniscono passaporti e documenti contraffatti e le testimonianze di chi cerca di arrivare nel Regno Unito.

Colombo (AsiaNews) - Londra lancia un appello alla collaborazione all’indirizzo del governo di Colombo, per fermare la migrazione irregolare in Gran Bretagna di cittadini dello Sri Lanka. La scorsa settimana l’Alto commissario britannico nel Paese asiatico Sarah Hulton ha incontrato il ministro per la Pubblica sicurezza Tiran Alles chiedendo di rafforzare la cooperazione per risolvere la questione. Al vertice ha presto parte anche il direttore della sezione India e Indo-Pacifico del Commonwealth and Development Office Ben Mellor, anche perché il tema dell’immigrazione clandestina è fonte di preoccupazione per entrambi i Paesi. 

Ad AsiaNews l’analista politico Ruwan Malalaskera sottolinea che “la richiesta riflette l’impegno del governo britannico ad assicurare l’integrità del sistema migratorio e la gestione delle partenze perché siano in accordo con la legge”. Sul campo, però, diventa sempre più difficile ottenere i visti per il Regno Unito, come confermano Vadivel Karthigesu e Ambiga Selvaratnam, di Jaffna e Kankasanthurei nella Northern Province e Mathipalan Pathmarajah e Ganesh Sivarajah di Trincomalee e Batticaloa, nella Eastern Province. “In questo modo - affermano -  la gente si rivolge ai trafficanti per ottenere documenti falsi” con cui espatriare. 

L’opinione diffusa è che “la vasta maggioranza” dei migranti irregolari usino “passaporti falsi” per cercare di raggiungere il Regno Unito, rilasciati da “agenti con anni di esperienza nella preparazione di falsi documenti” per un “business dagli enormi profitti”. Arjun Pillamarai, attivista pro diritti umani a Colombo, riferisce che “fra l’80 e l’85% delle persone che emigrano dallo Sri Lanka lo fanno utilizzando falsi passaporti” con la speranza di trovare un lavoro. “La maggior parte di essi - aggiunge - chiede asilo e spera che, infine, venga permesso di lavorare in Gran Bretagna”. 

A causa della crisi economica, lo scorso anno la maggioranza dei migranti ha cercato di raggiungere le coste dell’Australia a bordo di pescherecci ma la marina di Colombo ne ha intercettati e respinti in molti. Da qui la scelta di ripiegare via terra sul Regno Unito, passando prima attraverso l’India, come emerge dai racconti di persone in attesa di partire. Suresh Sritharan, di Alaveddy a Jaffna, si trova nella capitale in attesa di partire verso Londra. “Non voglio tornare a Jaffna perché ho venduto tutto, compresa la mia casa, i campi e la moto. Ci sono molte persone come me - aggiunge - che hanno intenzione di partire a breve. Imparerò l'inglese, farò volontariato, tutto il possibile per il Regno Unito”. Thivendran e Shobna Aruliah, due figli di nove e sei anni, anch’essi di Jaffna ma ora in una stanza singola a Colombo in attesa di viaggiare, sperano attraverso la migrazione di dare “un futuro migliore” ai bambini. “Qui abbiamo solo due pasti al giorno. A volte, i nostri figli vanno a letto affamati, non possono andare a scuola perché non hanno libri, zaini o scarpe. Sono sicuro che possiamo adattarci alla vita [nel Regno Unito]. La maggior parte dei residenti del nostro villaggio - concludono - è partita per Australia o Canada. Speriamo anche noi di andarcene al più presto”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Aung San Suu Kyi a Westminster Hall: “aiuto concreto” per le riforme in Myanmar
22/06/2012
Storico discorso di Aung San Suu Kyi al Parlamento britannico
21/06/2012
Quotidiano inglese denuncia: "Pelle dei condannati a morte nei cosmetici cinesi"
13/09/2005
Mar Cinese meridionale: la portaerei Queen Elizabeth evita di sfidare Pechino
04/08/2021 12:46
Londra: Embargo ai prodotti da lavoro forzato dello Xinjiang
12/01/2021 09:08


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”