18/04/2007, 00.00
USA - SUD COREA - INDIA
Invia ad un amico

L’assassino del Virginia Tech, “solitario e povero"

Secondo le prime ricostruzioni della polizia e dei testimoni, Cho Seung-hui preferiva stare da solo, forse per i suoi problemi con la lingua inglese. Ritrovati alcuni scritti, che una professoressa aveva segnalato per la loro violenza al Consiglio di istituto. Confermato il decesso della giovane indiana.
Seoul (AsiaNews) – L’autore della più grave sparatoria mai avvenuta negli Stati Uniti “era un solitario” che proveniva da una famiglia povera emigrata da Seoul agli inizi degli anni ’90. Questi dati, però, non bastano per spiegare il massacro di 32 studenti e professori del Virginia Tech avvenuto due giorni fa per opera di Cho Seung-hui.
 
Lo ha dichiarato il sovrintendente capo della polizia statale, Steve Flaherty, che ha confermato il ritrovamento delle armi usate durante la strage, ma non ha saputo spiegarne la provenienza in quanto i numeri di matricola delle armi erano stati limati.
 
Le dichiarazioni di Flaherty sono confermate da alcuni testimoni, secondo cui Cho era “un ragazzo che preferiva stare da solo, forse anche per i suoi problemi con la lingua”. La polizia ed alcuni esponenti dell’università parlano inoltre di alcuni scritti “inquietanti” ritrovati nella camera del giovane, che però studiava scrittura creativa; i testi potrebbero essere quindi semplici esercizi di scrittura.
 
Per questi esercizi, tuttavia, una professoressa lo aveva segnalato al Consiglio di Istituto. In essi, Cho faceva dire ai protagonisti dei suoi racconti “Odio gli stupidi ragazzi ricchi” e “Come vorrei uccidere il mio professore”.
 
Il ragazzo viveva negli Stati Uniti con la sua famiglia dal 1992. Il padre, Cho Seong-tae, aveva lasciato la periferia di Seoul per sfuggire alla povertà. La famiglia si era trasferita in un appartamento in affitto il cui proprietario, Lim Bong-ae, spiega: “Non so cosa facessero per vivere. Ma erano poveri”.
 
Fra le vittime accertate della strage vi è anche una ragazza indiana, Minal Panchal, che proveniva da Mumbai. Fino a questa notte la sua famiglia sperava ancora in un miracolo, dato che la giovane era stata dichiarata “scomparsa”. Questa mattina, invece, le autorità hanno confermato il decesso.
 
Minal, che studiava Scienza delle costruzioni, è ricordata dai suoi vicini di casa come “una ragazza tranquilla, di buone maniere e riservata”. Si era laureata presso la facoltà di Architettura del Rizvi College nel 1998 ed era partita per l’America tre mesi fa.
 
S.G.A. Zaida, rettore della facoltà, dice ad AsiaNews: “E’ molto triste che nei cosiddetti Paesi civili la vita di studenti ed insegnanti non sia sicura. Quello che è accaduto nel Virginia Tech rappresenta una perdita, e non parlo solo per l’India ma per gli Stati Uniti ed il mondo intero”.
 
Infatti, spiega, “cose come questa sono di detrimento non solo per i futuri studenti, ma anche per i genitori che faticano per farli studiare all’estero”.
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Riapre il Virginia Tech, studenti ritornano al campus del massacro
23/04/2007
Card. Cheong: “Preghiamo per le vittime del Virginia Tech”
19/04/2007
Seoul “sconvolta” dal massacro in Virginia, paura per i coreani negli Usa
18/04/2007
L’assassino del Virginia Tech ha inviato foto e video per spiegare il massacro
19/04/2007
Nella strage in Virginia, asiatici il killer ed alcune vittime
17/04/2007


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”