22/06/2018, 08.54
SIRIA

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L’esercito siriano attacca un’area controllata dai ribelli nel sud, migliaia in fuga

Centinaia di famiglie stanno abbandonando diversi centri della provincia di Deraa. Fonti locali parlano di 12.500 sfollati, un dato di gran lunga superiore ai 2500 dichiarati dall’Onu. Assad pronto a negoziare una “soluzione politica”, ma non esclude “l’uso della forza” per riprendere il controllo dell’area. 

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Centinaia di famiglie stanno abbandonando in queste ore diverse aree controllate dai ribelli nel sud-ovest della Siria, in previsione di una imponente offensiva delle forze governative. Secondo dati forniti dalle Nazioni Unite, almeno 2500 persone sono fuggite in tutta fretta dalla provincia di Deraa; tuttavia, un gruppo attivista presente nella zona parla di 12.500 sfollati e il numero continua ad aumentare. 

Truppe dell’esercito regolare e milizie fedeli al presidente Bashar al-Assad hanno rafforzato gli assalti a colpi di artiglieria nella regione, che confina con la Giordania e le alture del Golan, occupate da Israele. Un’area che dovrebbe rientrare nelle zone di “de-escalation” del conflitto mediate da Russia, Turchia e Iran. 

La scorsa settimana gli Stati Uniti, alleati delle milizie ribelli anti-Assad nel contesto del conflitto siriano, hanno minacciato di intervenire con risposte durissime in caso di attacchi. Il timore è che l’offensiva governativa possa innescare una risposta a catena che provocherà ulteriori violenze e vittime civili. 

Sinora la guerra in Siria, divampata nel marzo 2011 come rivolta di piazza contro il governo e trasformatasi in conflitto per procura che coinvolge le principali potenze regionali e internazionali, ha causato oltre 350mila morti e 11 milioni di sfollati. E ha innescato la peggiore catastrofe umanitaria dalla Seconda guerra mondiale. 

Fonti locali riferiscono che gli sfollati stanno fuggendo in direzione sud, in un’enclave al confine con la Giordania controllata dai ribelli che non è stata ancora interessata dai bombardamenti. Secondo i media governativi le bombe hanno come obiettivo postazioni di gruppi estremisti legati ad al Qaeda nelle cittadine di al-Hirak e Busra al-Hariri. Inoltre, i razzi lanciati dai “terroristi” in risposta all’offensiva avrebbero provocato due vittime fra i civili. 

In una recente intervista il presidente Assad ha confermato che la regione sud-occidentale della Siria è il prossimo obiettivo di una serie di interventi militari che hanno permesso di riprendere il controllo di gran parte del Paese. La speranza, ha aggiunto, è di trovare una “soluzione politica” ma non esclude l’uso della forza per liberare l’area “se non ci saranno altre opzioni” sul tavolo. 

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