01/12/2011, 00.00
TAIWAN-CINA-VATICANO
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L’università Fu Ren conferisce la laurea honoris causa a mons. Savio Hon Tai-fai

di Bernardo Cervellera
Alla cerimonia erano presenti il card. Paul Shan e il card. Joseph Zen, oltre a vescovi e personalità politiche di Taiwan. La dissertazione dottorale di mons. Hon è stata sulla figura del card. Celso Costantini, primo delegato apostolico della Repubblica di Cina, appassionato difensore del popolo cinese contro le potenze occidentali; fautore di una gerarchia indigena; patrono di una integrazione fra cultura cinese e Vangelo. Le sfide attuali del secolarismo a Taiwan e del controllo politico della fede in Cina.
Taipei (AsiaNews) – L’università cattolica di Taiwan, la Fu Ren Da Xue ha conferito oggi la laurea honoris causa in filosofia a mons. Savio Hon Tai-fai, Segretario della Congregazione vaticana per l’evangelizzazione dei popoli. “Questo dottorato – ha detto mons. Hon ad AsiaNews – mi rende ancora più unito alla Santa Sede nel promuove il progresso della cultura e nell’integrare la cultura cristiana con quella cinese”. Il segretario di Propaganda Fide spera che tale impegno aiuti l’evangelizzazione in Cina, purché “i cristiani rimangano fedeli al papa e alla loro identità”.

La solenne cerimonia è avvenuta nell’auditorium “Card. Cushing” dell’università, situata a pochi chilometri dalla capitale taiwanese. Erano presenti due cardinali d’eccezione, il card. Paul Shan, arcivescovo emerito di Kaohsiung e il card. Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, insieme ad alcuni vescovi di Taiwan (mons. Peter Liu di Kaohsiung; mons. John Hung, arcivescovo di Taipei), al corpo accademico e all’ambasciatore della Repubblica di Cina presso la Santa Sede, Larry Wang.

Dopo un momento di preghiera, varie personalità sono intervenute a sottolineare il valore del candidato al dottorato honoris causa, ricordando il suo impegno come sacerdote salesiano, come professore a Hong Kong e in Cina, fino al suo divenire segretario di Propaganda Fide, “il cinese di più alto grado nel Vaticano”. Tutti hanno sottolineato che l’integrazione nel corpo docente di mons. Hon mira a potenziare la missione per cui l’università è nata: quella di evangelizzare il mondo cinese attraverso la cultura.

Il presidente della Fu Ren. Dott. Bernard Li ha ricordato che l’impegno culturale è anche fatto di testimonianza e ha citato il card. Shan - che a 90 anni appena compiuti e con un’operazione di cancro alle spalle, si spende tuttora per la missione della Chiesa a Taiwan e in Cina – e il card. Zen, da poco reduce da un digiuno per difendere la libertà di educazione a Hong Kong, contro le pretese di controllo del governo del territorio.

L’università Fu Ren è stata fondata nel 1925 per volere di alcuni vescovi, religiosi e laici cinesi e con il deciso sostegno del card. Celso Costantini (1876-1958), primo delegato apostolico nella Repubblica di Cina. A lui si deve una forte spinta all’inculturazione della fede nella mentalità cinese. E’ stato lui a volere lezioni di cultura cinese tradizionale nei seminari; il primo sinodo di Shanghai (1924); i primi sei vescovi cinesi (1926); l’appoggio nel far nascere un’arte cristiana e cinese nella pittura e nell’architettura. Uno studio storico onesto su Costantini potrebbe mostrare l’infondatezza di tanti slogan ideologici diffusi in Cina in passato e oggi.
Dopo la presa di potere di Mao Zedong, l’università è stata chiusa, gli edifici sequestrati, i missionari espulsi. Ma essa è rinata con gli stessi ideali nel 1961 e celebra quest’anno i suoi 50 anni di vita nell’isola.

Mons. Hon ha dedicato la sua dissertazione proprio alla figura di Celso Costantini, mostrando il suo amore al popolo e alla cultura cinese; la sua condanna per le potenze occidentali e le loro mire espansionistiche sulla Cina; la sua generosità verso i poveri; il suo tentativo continuo di presentare il cristianesimo non come una fede “dei colonialisti”, ma come la rivelazione dell’amore di Cristo, che è il compimento del desiderio religioso dei cinesi. Citando un diplomatico cinese, poi convertito al cattolicesimo e divenuto benedettino, Lou Tseng-Tsiang, mons. Hon ha messo in relazione il credo taoista con quello cattolico, con la frase “In principio era il Tao… e il Tao divenne carne” perché “il Tao è Cristo che ricapitola ogni sapienza”.

Visibilmente commosso, alla fine della cerimonia, mons. Hon ha commentato ad AsiaNews il conferimento del dottorato a lui:
“Sono davvero molto onorato per questo gesto. E per due motivi. Anzitutto perché questa è un’università fondata dalla Santa Sede nel 1925, con uno scopo ben specifico: la formazione intellettuale per laici e sacerdoti. Questo dottorato mi rende ancora più unito all’impegno della Santa Sede nel promuovere il progresso della cultura e nell’integrarla con la cultura cinese”.

“Il secondo motivo – ha aggiunto - è che il fondatore della Fu Ren è stato il card. Celso Costantini, al tempo delegato apostolico in Cina. Aver scoperto la sua figura, per me è stato una meraviglia. La sua mentalità esprime amore per la Cina, passione per far nascere un’arte e uno stile cristiano cinese, attenzione a personalità grandi e piccole, come lo è stato Matteo Ricci. Tutto ciò lo rende una figura molto attuale ed edificante per ognuno che vuole essere missionario verso la Cina di oggi. Poi il card. Costantini è stato in qualche modo mio predecessore [è stato Segretario di Propaganda Fide nel 1935 -ndr] nell’impegno verso questa università e io sono contento di far parte di questa tradizione”.

Sulle probabilità di successo di tale impegno, sia in Cina che a Taiwan, mons. Hon ha spiegato: “Per il futuro di un rapporto fra cultura cinese e cultura cristiana, a Taiwan questo lavoro non ha ostacoli; in Cina vi sono problemi. Ma vi sono problemi diversi, con aspetti diversi. A Taiwan vi è una sfida interna, data dal secolarismo che è molto forte nella società. In Cina il secolarismo non è forte, anzi a guardare il numero di conversioni al cattolicesimo [150 mila all’anno, circa - ndr], sembra che questo aspetto sia più facile.

Ma in Cina sono più forti le sfide esterne, e sono gli ostacoli di tipo politico che vengono messi alla fede. L’importante è che coloro che credono mantengano la loro fedeltà al papa e all’identità cristiana”.
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