02/02/2005, 00.00
MALAYSIA – INDONESIA – FILIPPINE
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Malaysia, stop (per ora) alla retata anti-clandestini

Coinvolti 800 mila lavoratori senza documenti. In allerta un corpo paramilitare di 500 mila unità per rastrellare e espellere i clandestini stranieri.

Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – Oggi il governo malaysiano ha ritardato a tempo indeterminato l'ultimatum per la partenza volontaria degli immigrati clandestini (circa 1 milione) presenti nel paese. Lo ha comunicato il ministro degli Interni, Azmi Khalid, affermando che la decisione è stata presa dopo che il presidente indonesiano Susilo aveva scritto a tale proposito al governo di Kuala Lumpur. Anche la presidente filippina Gloria Macapagal Arroyo aveva fatto una richiesta simile in favore dei molti connazionali (tra i 100 e i 500 mila) che risiedono in modo illegale in Malaysia.

"Può sembrare che abbiamo fatto marcia indietro" ha spiegato Azmi "ma bisogna mettersi nei panni dell'Indonesia. Immaginate che il vostro paese sia colpito da un disastro enorme e che nello stesso tempo vostri compatrioti siano trattati male in un altro paese: come vi sentireste?" ha detto Azmi, facendo riferimento allo tsunami e alle sue gravi conseguenze in Indonesia. La maggior parte degli immigrati illegali in Malaysia provengono dall'Indonesia, 40 mila di loro sono di Aceh, la regione più colpita dal recente maremoto.

I lavoratori immigrati regolari in Malaysia sono circa 1,3 milioni su una popolazione di 24 milioni di abitanti. Ma secondo stime governative, gli irregolari arrivano a 2 milioni. In larga parte provengono – oltre che da Indonesia e Filippine - da Myanmar, Bangladesh, India e Sri Lanka.

La loro massiccia presenza risale al governo di Mahathir (anni '80 e '90), quando il paese viveva una tumultuosa espansione industriale, contribuendo in maniera significativa alla prosperità economica del paese, uno dei più floridi del sudest asiatico. Attualmente la politica del primo ministro Badawi è incentrata sulla riduzione dell'industria – sempre più delocalizzata in Cina – e sullo sviluppo dell'agricoltura e della pesca: per questo la presenza delle centinaia di migliaia di lavoratori stranieri viene considerata superflua e dannosa dalle autorità malaysiane. Sondaggi pubblici hanno inoltre rivelato che la popolazione ritiene gli immigrati clandestini colpevoli dell'aumento di criminalità, anche se non ci sono cifre che lo confermino. Già nel recente passato la Malaysia aveva compiuto diverse espulsioni di massa di stranieri irregolari: nel 1998 ne erano stati espulsi 480 mila, nel 2002 760 mila. 

Nel settembre scorso le autorità di Kuala Lumpur avevano decretato l'amnistia per i lavoratori stranieri illegali che entro il 30 ottobre fossero ritornati nelle loro nazioni. Tale termine era stato poi posticipato al 31 gennaio a causa dello tsunami. Durante questi 4 mesi circa 400 mila immigrati clandestini hanno lasciato la Malaysia.

I gruppi per i diritti civili hanno protestato contro la retata prevista perché condotta da un corpo volontario di 500 mila civili addestrati e armati per l'occasione. Questa unità, chiamata Rela, può effettuare arresti e usare la forza senza che i suoi membri abbiano una registrazione ufficiale. Un membro della Rela riceve l'equivalente di 164 dollari Usa per ogni clandestino arrestato. (LF)

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