15/04/2023, 12.14
FILIPPINE
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Manila, Chiesa e giovani: in 700 da 30 Paesi a una conferenza di tre giorni

di Santosh Digal

Dal 13 al 15 aprile l’ateneo dei gesuiti ha ospitato l’International Conference on Youth Ministry. Fra gli obiettivi quello di “accompagnare” nel “percorso di maturazione nella fede e missione nella società moderna”. L’importanza di pianificare e personalizzare: per un sacerdote indiano è “efficace” quando diventa risposta “ai bisogni locali”.

Manila (AsiaNews) - Una esperienza che mi ha aiutato a “capire e imparare” l’importanza della pastorale giovanile nella Chiesa, prendere decisioni “sagge” sulla vita, la guida, l’accompagnamento e il discernimento, umano e cristiano nello specifico, come nel caso del matrimonio o della vita consacrata. Le parole di Maria Lea Lee, una delle centinaia di giovani partecipanti, delineano l’importanza della tre giorni di conferenza nelle Filippine conclusa oggi. “Ho colto - racconta la ragazza - il valore dell’unicità della vita, determinare il mio posto e il mio ruolo all’interno della comunità e a lavorare per ottenere i risultati desiderati”.

L’International Conference on Youth Ministry si è svolta dal 13 al 15 aprile all’Università di Manila, a Quezon City, ateneo guidato dai gesuiti fra i più prestigiosi delle Filippine. L’evento, promosso e organizzato dalla Loyola School of Theology e dalla Don Bosco School of Theology, ha riunito oltre 700 partecipanti provenienti da 30 nazioni nel mondo, dall’Asia all’Europa. I presenti hanno potuto approfondire, riflettere e analizzare il rapporto fra la Chiesa e i giovani, il valore della pastorale e le vie attraverso le quali laici e gerarchia ecclesiastica possono servirli al meglio. Uno dei messaggi che hanno caratterizzato l’evento, infatti, è stato quello di “accompagnare i ragazzi nel loro percorso di maturazione nella fede e missione nella società moderna”. 

P. Enrico C. Eusebio Jr, un gesuita, spiega che l’intero programma era finalizzato ad “animare, guidare e sostenere” i giovani, per “accompagnarli nei loro viaggi di fede” e nei diversi “contesti di vita”. Il sacerdote, presidente della conferenza e della stessa Loyola School of Theology, ricorda che come per i genitori, anche la Chiesa “si impegna ad accompagnarli verso la maturità della fede e la realizzazione della loro missione” con “compassione, impegno e cura”. I giovani, prosegue, “sono chiamati a rendere il loro servizio attraverso il tempo, il talento e tesori” di cui dispongono per il “bene comune” in ogni fase e in ogni loro scelta, dal matrimonio alla vita consacrata, come sacerdoti o suore, come laici o religiosi.

Jayeel Serrano Cornelio, decano della Manila University, definisce la conferenza una opportunità per “dialogare” con quanti hanno a cuore il mondo giovanile. Il ministero a loro dedicato, avverte, è uno “sforzo in chiave di evangelizzazione” fatto per “guidarli nella pienezza della vita in Gesù e perché possano essere protagonisti dinamici” della loro vita e nel loro ambiente. La “tre giorni di studio” si è quindi concentrata sulla visione, i principi e le pratiche della Chiesa, interventi in ottica plenaria e 20 gruppi di lavoro su vari argomenti e tematiche del mondo giovanile.

Presenti esperti e professionisti del settore provenienti da Filippine, Indonesia, India, Vietnam, Stati Uniti, Francia, Croazia e Italia fra gli altri che, attraverso eventi e iniziative culturali, hanno mostrato la ricchezza e la diversità delle Chiese e delle popolazioni dell’Asia, del Pacifico e oltre.

Intervenendo sul tema “Animazione giovanile: pianificazione e modelli per il ministero della gioventù” p. Jerome Vallabaraj del don Bosco Theological Center di Chennai, in India, ha sottolineato come questo ministero dovrebbe essere “personalizzato” per soddisfare le esigenze e la visione di gruppi diversi. E la “pianificazione” è “un dovere e un impegno”. “Il ministero dei giovani - aggiunge - diventa fruttuoso ed efficace quando diventa risposta ai bisogni locali, è guidato da convinzioni specifiche e promosso dalle persone”.

P. Anthony G. de Guzman, anch’egli del Don Bosco Theological Seminary, ha concluso sottolineando uno degli elementi del ministero giovanile è la catechesi. Essa infonde in loro una mentalità centrata su una fede coerente con il Vangelo, perché possano “sentire, pensare e comportarsi come Cristo. Quindi, la catechesi giovanile dovrebbe iniziare insegnando ai giovani come imparare da Gesù, onnipresente fonte di ispirazione e insegnante ideale”.

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