13/01/2017, 08.45
FILIPPINE - VATICANO
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Manila, congresso della Misericordia: rispetto dei diritti, no a omicidi nella lotta alla droga

Dal 16 al 20 gennaio la capitale delle Filippine ospiterà il IV Congresso Apostolico Mondiale della Misericordia (Wacom). All’evento attese 4mila persone fra prelati, sacerdoti, religiosi e laici. Vescovo di Balanga: Misericordia è “difendere la vita”. Ausiliare di Manila: Impossibile restare muti di fronte alla conta governativa delle vittime.

 

Manila (AsiaNews/Cbcp) - Rispettare i diritti umani di base di ciascun individuo e rafforzare la lotta per la difesa della vita, anche di quanti hanno commesso errori, crimini o violenze; si tratta di persone che, per quanto possibile, devono essere recuperate e restituite alla società, non commettere omicidi extragiudiziale secondo un (presunto) principio di legalità. È quanto sottolinea mons. Ruperto Santos, vescovo di Balanga, capoluogo della provincia di Bataan, nella regione di Luzon Centrale, presentato il IV Congresso Apostolico Mondiale della Misericordia (Wacom IV), in programma a Manila (Filippine) dal 16 al 20 gennaio 2017.

Alla vigilia del congresso, il prelato ha sottolineato che il Wacom discuterà solo di “devozione per la Misericordia Divina”, ma anche della situazione in cui versa il Paese ospitante che sta vivendo una crisi “in tema di diritti umani”. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è alle vittime della guerra al narcotraffico lanciata dal governo e dal presidente Rodrigo Duterte.

“La misericordia - ha quindi proseguito mons. Santos - è legata alla vita e la vita è legata all’ambiente. In generale si deve sempre amare la vita, essa va vissuta a fondo e va anche difesa. Bisogna sempre concentrarsi sulla vita”. Essa va “promossa”, essa va “difesa” e “rispettata”.

Circa 4mila persone parteciperanno nei prossimi giorni al congresso mondiale della Misericordia, un evento che si tiene ogni tre anni e che riunisce personalità ecclesiastiche, intellettuali e semplici fedeli. A Manila è previsto l’intervento di vescovi, sacerdoti, religiosi e suore e battezzati di tutto il mondo. Papa Francesco ha nominato il cardinal Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione (Francia), come inviato speciale per l’evento.

La Chiesa filippina ha presentato l’incontro mondiale come occasione per compiere un “pellegrinaggio della misericordia”, che porterà i partecipanti ogni giorno in un luogo sacro diverso. Nato su iniziativa vaticana nel 2008, il primo incontro Wacom è coinciso con il terzo anniversario dalla morte di San Giovanni Paolo II.

Per il vescovo Santos, responsabile della commissione per i migranti della Conferenza episcopale filippina, l’evento globale garantirà anche un “processo di cicatrizzazione” per il Paese, diventando “fonte di speranza per quelli che sono considerati i più piccoli, i perduti, gli ultimi”.

In precedenza era intervenuto anche mons. Broderick Pabillo, vescovo ausiliare di Manila, il quale ha sottolineato che la Chiesa non può restare silente e inerme di fronte alla conta governativa delle vittime della guerra al narcotraffico, che ha ormai superato quota 6mila in cinque mesi. La Chiesa, avverte il prelato, è vicina alle loro famiglie, in particolare quelle povere, che hanno perduto i loro cari senza poter nemmeno contare su un giusto processo.

“Non possiamo restare muti” ha spiegato mons. Pabillo, perché questo è “un altro modo per terrorizzare le persone. Ora è davvero giunto il tempo di farsi sentire” e invita fedeli e persone di buona volontà ad agire contro gli abusi ai diritti umani, senza aspettare che la conta aumenti. Il prelato si augura che il Paese abbia imparato da questa esperienza e che non ripeta gli stessi errori dei tempi della dittatura di Fernando Marcos, quando ha accettato in modo silente 14 anni di legge marziale interrotta nel 1986 con la Rivoluzione del Rosario (Esda).

Gli fa eco p. Robert Reyes il quale afferma che la guerra alla droga ha mietuto già troppe vittime ed è ora di restituire al Paese “pace e giustizia”. “Ci uniremo - ha concluso il sacerdote - contro quanti se la prendono con i poveri accusandoli di essere tossicodipendenti. Saremo uniti e saldi contro quanti sono drogati di potere. Saremo uniti a difesa della vita”.

 

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