29/11/2018, 13.10
FILIPPINE
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Manila, prima condanna per gli omicidi extragiudiziali sostenuti da Duterte

Condannati tre poliziotti per l’uccisione di un 17enne scambiato per un corriere della droga. P. Gariguez: “La sentenza una vittoria sulla tirannica guerra ai narcotici del governo”. Sono 54 minori uccisi finora.

Manila (AsiaNews) – La 125ma sezione della Corte regionale di Caloocan City (Metro Manila) ha condannato alla “reclusione perpetua” tre agenti della polizia nazionale filippina (Pnp) per l’omicidio di Kian delos Santos (foto 2), scambiato per un corriere della droga. Avvenuta il 16 agosto 2017 durante l’operazione antinarcotici “One time, Big time”, l’uccisione extragiudiziale del 17enne aveva scatenato l’indignazione pubblica: nelle settimane successive, le polemiche hanno costretto il presidente Rodrigo Duterte a porre un freno temporaneo alla sua controversa guerra alla droga.

Arnel Oares, Jeremias Pereda e Jerwin Cruz (foto 1) sono i primi poliziotti condannati per un omicidio compiuto durante la campagna. Il loro collega Renato Perez Loveras, alias “Nono”, è ancora latitante. Gli agenti sconteranno una pena compresa tra i 20 ed i 40 anni di carcere, senza possibilità di libertà condizionale, e dovranno risarcire la famiglia della vittima.

La sentenza è “una vittoria della Giustizia sulla tirannica guerra alla droga perseguita dall’attuale governo”. A dichiararlo ad AsiaNews è p. Edwin A. Gariguez (foto 3), segretario esecutivo del Segretariato nazionale per l’azione sociale (Nassa) e Caritas Filippine, braccio umanitario della Conferenza episcopale (Cbcp). “Il verdetto – prosegue il sacerdote – è chiara dimostrazione che il giro di vite sta vittimizzando persone innocenti e che il coinvolgimento della polizia nelle uccisioni extragiudiziali è una realtà”.

La Chiesa cattolica è tra le poche voci che denunciano le morti. In risposta alle critiche sulle uccisioni extragiudiziali, Duterte ha più volte lanciato duri attacchi a vescovi e sacerdoti. “Quando critica il governo sul tema – dichiara p. Gariguez – la Chiesa adempie al suo obbligo morale ed alla sua missione profetica. Non è mossa da interessi politici. La Chiesa deve esprimersi e manifestare il proprio sdegno per questi omicidi, soprattutto quando coinvolgono persone innocenti come Kian”.

Un rapporto dell’Agenzia filippina antidroga (Pdea) afferma che, da luglio 2016 ad ottobre 2018, sono 4.999 gli uccisi nelle operazioni antidroga lanciate dalle autorità governative. Gli attivisti per i diritti umani dichiarano che il numero è più vicino alle 13mila unità e che i due terzi sono costituiti da vittime di esecuzioni sommarie. I responsabili sarebbero gli “squadroni della morte”, assassini a pagamento sostenuti dalla polizia. Il Centro per i diritti legali e lo sviluppo dei bambini ha detto che Kian era solo uno dei 54 minori, di età compresa tra uno e 17 anni, uccisi finora nella guerra alla droga di Duterte.

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