06/10/2010, 00.00
CINA - GIAPPONE - VIETNAM
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Mar Cinese Orientale: dopo le Senkaku, si profila anche una crisi Cina-Vietnam

Hanoi chiede il rilascio “immediato” e “senza condizioni” dell’equipaggio di una nave arrestato l’11 settembre per avere pescato presso le contese Isole Paracels. Intanto si hanno gesti distensivi tra Tokyo e Pechino, che affrontano la loro peggior crisi da 5 anni.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Due navi ricognitrici cinesi hanno lasciato oggi le acque delle Isole Senkaku, dove erano dal 24 settembre per difendere i pescherecci cinesi da intercettazioni dei guardacoste del Giappone che pure rivendica tali isole. Mentre i 2 Paesi cercano di allentare la tensione per i recenti contrasti territoriali, si aggrava il contrasto tra Cina e Vietnam: oggi Hanoi ha chiesto in via ufficiale la liberazione dei pescatori vietnamiti arrestati dall’11 settembre dalla marina cinese per avere pescato presso le Isole Paracele.

La partenza delle due navi cinesi, seguita dai giapponesi sui radar, appare un primo gesto concreto per normalizzare i rapporti tra i 2 Stati: l’arresto del capitano di un peschereccio cinesel’8 settembre  scorso, sorpreso a pescare presso le Isole Senkaku  (per i cinesi: Diaoyu), ha causato proteste formali di Pechino. In conseguenza la Cina ha innescato un’escalation di ritorsioni, culminate con un vero embargo nella vendita al Giappone delle terre rare, un gruppo di 17 metalli di cui Pechino detiene il 95% della produzione mondiale, essenziali per la fabbricazione di armi, veicoli ibridi e componenti di computer.

Il rilascio del capitano non ha finora risolto la tensione, ma ha attirato sul premier giapponese Naoto Kan accese critiche dei giapponesi nazionalisti di avere ceduto alle imposizioni cinesi. Fonti giapponesi dicono peraltro che in un incontro a Bruxelles, nell’ambito del meeting Europa-Asia, i rispettivi premier Kan e il cinese Wen Jiabao hanno riaffermato la volontà di non guastare i reciproci rapporti per la dispute sulle isole. Nel 2009 il Giappone ha esportato in Cina merci per 10.200 miliardi di yen (circa 88,7 miliardi di euro).

Tokyo è favorevole a rimettere la questione delle isole contese a un arbitrato internazionale e chiede alla Cina di non iniziare in modo unilaterale lo sfruttamento del gas e del petrolio dei giacimenti Shirakaba (Chunxiao per i cinesi) nel sottosuolo nel Mar Cinese Orientale.

Intanto il Vietnam ha chiesto alla Cina il rilascio “immediato” e “senza condizioni” del peschereccio vietnamita e dell’equipaggio arrestato dalla marina cinese presso le Isole Paracels, contese tra i 2 Stati come pure da altri Paesi dell’area. Pechino chiede che i marinai prima paghino una multa per avere pescato tramite esplosivi, circostanza negata dai vietnamiti.

Queste tensioni accrescano l’attesa per l’incontro dei Paesi Asean la settimana prossima, a cui parteciperanno pure Cina, Giappone, Stati Uniti, India, Australia, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Russia.

Il Mar Cinese Orientale si estende da Singapore allo Stretto di Taiwan, su un’area di 3,5 milioni di chilometri quadrati. Sono numerose le dispute territoriali tra gli Stati.

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