10/02/2021, 09.03
RUSSIA-CINA
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Mosca e Pechino rilanciano le relazioni economiche

di Vladimir Rozanskij

Il tentativo è superare la pandemia e far crescere le prospettive. Le provincie cinesi più vantaggiose per gli affari russi sono Hong Kong, Guangdong, Shanghai e Pechino. Nelle zone di confine, come l’Heilongjiang, si parla russo.

Mosca (AsiaNews) – È in atto un “piano russo-cinese” per il superamento della pandemia, ed il rilancio delle relazioni economiche tra Mosca e Pechino. Lo avrebbe rivelato la stessa amministrazione cinese, e riportato dalla Nezavisimaja Gazeta, uno dei quotidiani più autorevoli in Russia. Il lungo servizio del 4 febbraio è stato ripreso nei giorni successivi da diverse pubblicazioni.

In esso si parte dal fatto che gli scambi commerciali tra Russia e Cina nel 2020 si sono ridotti del 6,7%, oltre 100 miliardi di dollari, come ha comunicato l’8 febbraio l’ufficio centrale della Dogana russa. La Dogana cinese ha confermato il calo anche dalla parte orientale al 2,9%, sempre oltre i 100 miliardi di dollari.

Ma alla fine di gennaio, il ministero russo per lo Sviluppo economico ha organizzato una presentazione delle regioni russe per gli investitori cinesi, e l’8 febbraio l’Unione Russo-Asiatica degli industriali e imprenditori ha presentato un “Indice di prospettiva delle regioni cinesi per il commercio con le compagnie russe”.

In essa si pubblicizza molto la facilità con cui gli esportatori russi si adattano in modo rapido alle rigide pretese delle autorità della Cina, che hanno proibito l’esportazione di pesci e volatili, per il rinvenimento in essi di tracce del Covid-19.

Il presidente dell’Unione, Vitalij Mankevich (foto 2), ha osservato che “l’Asia deve diventare la principale piazza di edificazione delle compagnie transnazionali di nuovo tipo, nel campo delle esportazioni di materiale non primario e non energetico”, da cui i piani per l’individuazione delle provincie cinesi più vantaggiose per gli affari russi, e viceversa.

Tra le provincie cinesi si distinguono Hong Kong, Guangdong, Shanghai e Pechino, e ottime prospettive sono rilevate nelle regioni costiere sud-orientali della Cina.

Anche le provincie centrali e settentrionali, del resto, hanno strette relazioni con la Russia, pur essendo molto meno sviluppate. Un ruolo-chiave viene attribuito alla regione nord-orientale dello Heilongjiang, che confina con l’Estremo Oriente russo e funge da punto di distribuzione del traffico commerciale tra i due Paesi, con le necessarie infrastrutture per la regolazione del passaggio dei convogli. Nella zona si diffonde sempre più anche l’uso della lingua russa.

La fondatrice della compagnia Sinoruss, Surana Radnaeva (foto 3), insiste affinchè il rating regionale venga specificato anche per le provincie russe: “Penso che la Russia abbia grandi possibilità di far crescere le esportazioni di materie non primarie, facendo in modo che le aziende russe collaborino maggiormente con quelle cinesi nella produzione di vari articoli sul nostro territorio; non conviene esportare materie prime in Cina, per farle lavorare e tornare indietro da noi e in tutto il mondo, soprattutto in Europa”, ha affermato la Radnaeva alla Nezavisimaja Gazeta. Questo aiuterebbe l’occupazione tra la popolazione russa, e porterebbe grandi investimenti cinesi, con notevoli vantaggi fiscali; per questo gli imprenditori russi insistono nel creare un clima più favorevole per gli affari con i cinesi.

Negli ultimi anni, tra le regioni russe, si è distinta quella di Samara (in cui vi è anche la città di Togliatti), zona del Volga nella Russia europea mediorientale a un migliaio di chilometri da Mosca.

Come nota il sito Idel.Realii, la zona si distingue per il volume di affari con la Cina. La distanza con la capitale non è proibitiva per le abitudini russe, e il coordinamento delle relazioni economiche nella regione viene controllato direttamente da Mosca, secondo il progetto chiamato “Volga-Yangtse”. Fra le regioni russe e cinesi sono in vigore 38 accordi commerciali, 4 dei quali, di portata molto ampia, proprio tra la regione di Samara e quelle cinesi di Anhui, Hubei, Sichuan e la città di Chongqing. La crescita degli scambi con Samara è stata particolarmente rilevante dopo l’annessione della Crimea nel 2014, unendo le acque del Volga a quelle del Mar Nero.

Gli scambi tra le provincie russe e cinesi sembrano quindi assumere una dimensione più vantaggiosa e concreta di tanti altri grandi piani globali eurasiatici, usando diversi vettori e direzioni più mirate, in cui le regioni russe aprono le porte ai partner cinesi.

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