17/12/2025, 09.18
RUSSIA-CINA
Invia ad un amico

Mosca e Pechino tra storia e presente

di Vladimir Rozanskij

I due colossi del continente asiatico sono vicini da sempre, ma non hanno mai comunicato in modo così intenso e amichevole come negli ultimi tempi. La posizione cinese continua a rafforzarsi nonostante tutte le diffidenze rispetto ai progetti russi. Lo scenario di una "colonizzazione inversa" rispetto ai tempi in cui Mosca era il "fratello maggiore".

Mosca (AsiaNews) - La guerra in Ucraina continua, nonostante tutte le trattative più o meno credibili in corso ormai da settimane, ma come afferma l’editorialista Sergej Medvedev di Radio Svoboda, “c’è già un vincitore, o comunque un beneficiario, e questo è la Cina”. La posizione di Pechino nello scenario globale si rafforza, al punto di apparire un partner più affidabile degli Stati Uniti, e cresce la tratta “Mosca-Pechino”, nonostante tutte le diffidenze dei cinesi rispetto ai progetti russi di comunicazioni ferroviarie, stradali ed energetiche.

Che cosa significa davvero la “svolta ad Oriente” di Vladimir Putin, è un matrimonio d’interesse, una vera “amicizia eterna” o una scelta strategica a lungo termine? La Russia sta diventando un Paese asiatico, vassallo della Cina? È ciò di cui Medvedev ha discusso con il sinologo Aleksandr Pantsov, professore dell’università dell’Ohio, e con un altro specialista, Aleksej Čigadaev, autore del canale Telegram Kitaiskij Gorodovoj, il “Vigile cinese”.

I due colossi del continente asiatico sono vicini da sempre, ma non hanno mai comunicato in modo così intenso e amichevole come negli ultimi tempi. La Russia è metà Asia e metà Europa, con oscillazioni tra oriente e occidente in tutta la sua storia, e senza una vera certezza sul concetto della “propria terra”, con piccole comunità sparse in un territorio sterminato. La Cina deve la sua identità in parte alla dominazione mongola come la Russia, ma è sempre stata in mano a grandi clan, a differenza dei russi, come spiega Pantsov. La mentalità dei due popoli ha un atteggiamento variabile nel rapporto tra individuo e collettività, con una prevalenza del collettivismo, della “società” nei confronti dello “Stato”, che li ha spesso fatti sentire molto vicini, e piuttosto refrattari ai concetti di democrazia e liberalismo.

La natura comunque “asiatica” della Russia, secondo gli esperti, si è avvicinata a quella europea con l’assunzione del cristianesimo ortodosso, rimanendo l’unico regno ortodosso d’Europa dopo la caduta di Costantinopoli in mano agli ottomani nel 1453. La svolta attuale della Russia, secondo Pantsov, è “un ritorno alla sua più autentica natura asiatica”, anche se molto rimane dal periodo sovietico, che aveva comunque nuovamente “collettivizzato” la coscienza dei russi, e Putin appare principalmente un erede dell’ideologia totalitaria.

Nel periodo dell’imperialismo zarista, ricorda Čigadaev, “la Cina guardava ai russi non diversamente dagli inglesi”, anche se poi gli americani venivano accolti meglio rispetto ai giapponesi, di cui a lungo avevano sofferto il dominio, nonostante i cinesi considerino il Giappone un derivato della tradizione e della cultura della Cina. L’eredità coloniale ottocentesca viene ricordata in Cina come “il secolo della vergogna”, soprattutto con un forte risentimento nei confronti dei russi, che hanno sottratto ai cinesi milioni di chilometri quadrati di territorio.

Ai tempi sovietici i russi erano il “fratello maggiore”, come appariva evidente nel rapporto tra Stalin e Mao Tse-Tung. E ora la relazione fraterna si sta ribaltando, con la Russia che risulta inesorabilmente inferiore alla Cina, e non si sa per quanto Putin sopporterà di essere messo in ombra da Xi Jinping. Pechino fa affari con tutti, con Mosca quanto con Kiev, acquistando petrolio dagli uni e cereali dagli altri, senza fare sconti a nessuno, ma pretendendo gli sconti da tutti. Come osserva Čigadaev, “il 90% dei droni ucraini, che distruggono le infrastrutture russe, è di produzione cinese, fatta arrivare attraverso Paesi terzi”.

La Cina non investe in Russia, se non in progetti che la interessano direttamente, mentre si prodiga nella trasformazione dell’intera Asia centrale nel suo corridoio preferito per i trasporti commerciali. Del resto i russi stessi accolgono con diffidenza, se non con aperta ostilità, gli interventi cinesi nel proprio Paese, temendo la “colonizzazione inversa” soprattutto in Estremo Oriente e in Siberia, e difendendo orgogliosamente, anche se assai poco efficacemente, la propria “sovranità tecnologica”, definita ironicamente da molti il “tecnonazionalismo”. Se la Russia cerca di imporre al mondo intero il proprio modello di autocrazia imperiale, la Cina rimane compatta nel suo sistema irripetibile e impossibile da copiare, con una popolazione dieci volte più numerosa dei russi, ai quali quindi si presta un interesse molto relativo.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Hu a Mosca per rinsaldare i rapporti politici ed economici
26/03/2007
Power of Siberia 2: Mosca annuncia l’accordo sul gasdotto con Pechino (che per ora tace)
02/09/2025 13:42
Pechino non potrà comprare tutto il gas russo invenduto in Europa
24/01/2023 12:24
L’Heilongjiang punta all’integrazione con la Siberia
23/03/2022 12:47
La Forza della Siberia non prende forza
23/09/2025 23:43


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”