30/01/2006, 00.00
SRI LANKA
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Nunzio in Sri Lanka: alzare una voce "forte e chiara" per la pace

di Danielle Vella

Il rappresentante vaticano ha presieduto le celebrazioni per il 25esimo anniversario della diocesi di Mannar, in passato luogo di martirio , oggi tra gli scenari delle violenze tra separatisti e esercito. Dalla nostra corrispondente.

Mannar (AsiaNews) – Il nunzio apostolico in Sri Lanka ha lanciato un forte appello per la fine delle violenze nel nord est, che minacciano di far cadere il Paese in una nuova guerra civile. Lo scorso 28 gennaio, durante una messa nella diocesi di Mannar, mons. Mario Zenari ha invitato la Chiesa locale a sostenere la pace.

Il rappresentante vaticano ha presieduto le celebrazioni per il 25esimo anniversario di questa diocesi nel nord, che ha conosciuto il martirio e continua a dover fare i conti con le tensioni del presente. "Celebriamo questa festa con pianti di gioia, ma anche di dolore - ha detto il nunzio - con speranza ed apprensione". "Possiamo solo chiedere al Signore - ha aggiunto - il dono speciale, di cui ha più bisogno questo Paese: la pace". Mons Zenari ha ricordato ai sacerdoti "la missione e il dovere di alzare la loro voce forte e chiara" per mettere fine allo spargimento di sangue in atto.

La diocesi di Mannar copre i distretti di Mannar, a maggioranza cattolica, e Vavuniya; si trova al nord del Paese, dove i separatisti del Liberation Tigers of Tamil Eelam (Ltte) combattono contro l'esercito governativo. Nelle ultime settimane omicidi e attentati contro le forze di sicurezza, seguite da rappresaglie contro civili e arresti sommari sono diventate parte della vita quotidiana nel nord-est. Proprio a Mannar, 4 tamil sono scomparsi dopo un attacco della Marina militare al villaggio di Pesalai, conseguenza della precedente uccisione, il 23 dicembre, di 13 marinai. Il vescovo di Mannar, mons. Rayappu Joseph, teme che siano stati uccisi.

Mons. Zenari ha invitato "chiunque ha la responsabilità di rappresentare il popolo ad avere la saggezza e il coraggio di promuovere diritti umani e giustizia e di affrontare la disputa con mezzi di pace e con il sostegno della comunità internazionale".

Le parole del nunzio arrivano nel momento in cui governo e Ltte si preparano ad incontrarsi a Ginevra a febbraio nell'intento di salvare il fragile cessate-il-fuoco del 2002. Un mancato accordo tra le parti potrebbe far ripiombare il Paese in una guerra, che in più di 20 anni ha ucciso circa 70 mila persone, disperdendone centinaia di migliaia. 

La breve esistenza della diocesi di Mannar è stata segnata in modo pesante da guerra e oppressione. Il vicario generale. p. Xavier Croos, ha ricordato: "Abbiamo dovuto affrontare molte sfide e difficoltà legate alla guerra etnica: testimoniare Cristo in questi tempi difficili è stato una sorta di martirio per la nostra gente". "I sacerdoti – spiega – erano minacciati e ne abbiamo perso un tra i più giovani, p. Mary Bastian, ucciso in chiesa a Vankalai nel 1985".

Le celebrazioni del 28 gennaio si sono svolte nel santuario di Thoddaveli, dove nel 1544 il re di Jaffna fece massacrare 600 convertiti cattolici. Durante la funzione è stata letta la dichiarazione della Congregazione per le cause dei santi, con la quale si dà il via libera all'inchiesta diocesana per il processo di canonizzazione dei "martiri di Mannar".

Secondo p. Croos le difficoltà incontrate hanno rafforzato la fede della gente: "La diocesi è stata benedetta da molte vocazioni al sacerdozio, alla vita religiosa e con l'impegno dei laici".

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