07/08/2009, 00.00
PAKISTAN
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Pakistan, attivista cattolico: raccolta firme per abolire la legge sulla blasfemia

di Fareed Khan
Peter Jacob, segretario esecutivo di Giustizia e Pace, sottolinea che il governo è “più sensibile” che in passato alle violenze sulle minoranze. Ma un cambiamento è possibile solo attraverso “un movimento di massa”. Commissione per i diritti umani denuncia: attacchi ai cristiani di Gojra “premeditati” ed eseguiti con la complicità della polizia.
Lahore (AsiaNews) – Il governo è più “sensibile” che in passato ai problemi causati dalla legge sulla blasfemia, ma un cambiamento sarà possibile solo se “vi è un movimento di massa” alle nostre spalle. Per questo abbiamo deciso di lanciare “una campagna di raccolta firme in tutto il Paese”. È quanto afferma ad AsiaNews Peter Jacob, segretario esecutivo della Commissione nazionale di Giustizia e Pace (Ncjp) della Chiesa cattolica in Pakistan.
 
Ieri Yousuf Raza Gilani, Primo Ministro pakistano, e Mian Shahbaz Sharif, Capo Ministro del Punjab, hanno visitato le famiglie cristiane di Gojra, colpite dalle violenze degli estremisti islamici. Il premier ha incontrato i leader cristiani e ha assicurato “giustizia e risarcimenti”. Al riguardo il governo ha in programma lo stanziamento di 100 milioni di rupie (poco più di 900mila euro).
 
Una Tv privata pakistana riferisce inoltre che Gilani avrebbe annunciato una “revisione della legge” sulla blasfemia, pur non menzionando in maniera diretta la norma. Egli ha annunciato un progetto di riforma delle leggi “dannose per l’armonia religiosa”, per capire come esse “possano essere migliorate”.
 
“Il governo è più sensibile che in passato – commenta Peter Jacob – ma è compito della società civile promuovere la questione. Le persone sono solidali con le vittime delle violenze ed è una solidarietà che può aiutare al cambiamento”. Egli spiega che il punto chiave è “la pressione che sarà in grado di esercitare la società civile sul governo”, perché solo un “movimento di massa” potrà portare davvero i frutti sperati.
 
In passato il governo di Pervez Musharraf ha più volte promesso una riforma della legge sulla blasfemia, ma le posizioni radicali di una parte del Paese hanno bloccato un reale cambiamento. “Abbiamo deciso di promuovere una campagna di raccolta firme – anticipa il segretario esecutivo di Ncjp – in tutto il Paese e contiamo di raccogliere centinaia di migliaia di adesioni nei prossimi 40 giorni”.
 
L’attivista cattolico spiega che “l’obiettivo è sensibilizzare le persone in materia”, perché vi sia davvero un profondo ripensamento della legislazione e una maggiore tutela dei diritti delle minoranze. Jacob è cautamente ottimista: “non abbiamo a disposizione statistiche ufficiali” e i movimenti “che si oppongono al cambiamento sono forti”, ma il sostengo del pubblico “è maggiore ed è possibile lavorare” perché la legge venga modificata.
 
In riferimento alle violenze anticristiane a Gojra, la Commissione pakistana per i diritti umani (Hrcp) denuncia che non si è trattato di “una reazione spontanea a un caso di blasfemia”, ma è stata “pianificata con largo anticipo”.
 
Il 31 luglio scorso nelle moschee della città i leader religiosi hanno spinto i musulmani a “fare carne tritata dei cristiani”. Fonti locali, raggiunte dagli attivisti di Hrcp, denunciano di aver riferito la minaccia incombente alla polizia e gli agenti avrebbero confermato il rischio di attacchi. Il giorno successivo una folla di almeno 1000 persone si è riunita in città e ha marciato verso le case dei cristiani; un contingente della polizia, di pattuglia nei dintorni, non ha fermato gli assalitori – fra i quali diversi uomini mascherati – favorendo il massacro.
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