02/06/2018, 07.29
VATICANO-RUSSIA
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Papa Francesco in difesa degli ortodossi russi

di Vladimir Rozanskij

Nell’incontro con la delegazione russa guidata da Ilarion, il pontefice si schiera contro la nascita di un patriarcato ortodosso di Kiev, autonomo da Mosca, appoggiato invece da Bartolomeo I. Velate critiche ai greco-cattolici: non devono immischiarsi negli affari interni della Chiesa ortodossa russa. Un nuovo possibile incontro fra Francesco e Kirill.

Mosca (AsiaNews) - L’udienza dello scorso 30 maggio a Roma, in cui papa Francesco ha incontrato la delegazione del Patriarcato di Mosca, ha suscitato impressioni molto positive in Russia. Nel conflitto con la parte della Chiesa ortodossa ucraina (di Kiev) che cerca l’autonomia dal Patriarcato, il pontefice ha infatti sostenuto le parti di Mosca in modo aperto.

Ricevendo il gruppo dei russi guidato dal metropolita Ilarion (Alfeev), alla fine di una visita di fraternità alla Chiesa italiana, il papa ha dichiarato: “Alla vostra presenza, e specialmente di fronte a voi, caro fratello, vorrei ancora una volta sottolineare che la Chiesa cattolica non permetterà mai che da parte sua si manifestino atti che provochino delle divisioni. Noi questo non lo permetteremo, io questo non lo voglio. In Russia esiste soltanto un Patriarcato, il vostro, e noi non ne riconosceremo un altro”. Le parole di Francesco risuonano solenni e significative, anche perché la questione della “autocefalia ucraina” sta provocando una crisi molto grave in tutto il mondo ortodosso.

I vescovi ucraini più favorevoli alla separazione, come il patriarca autonomista Filaret (Denisenko), ma anche molti prelati della giurisdizione legata a Mosca, attendono entro giugno il Tomos di autocefalia da parte del Patriarca ecumenico Bartolomeo (Archontonis) di Costantinopoli, in concomitanza con i festeggiamenti per i 1030 anni del Battesimo della Rus’ di Kiev (988). La presa di posizione di papa Bergoglio sembra smentire queste previsioni, facendo da contrappeso alle intenzioni attribuite a Bartolomeo, “primate” universale degli ortodossi.

Nell’udienza con i russi, inoltre, il papa ha ribadito che in modo assoluto, l’uniatismo non può essere considerato un metodo accettabile per il raggiungimento dell’unità ecclesiastica, nelle relazioni contemporanee tra ortodossi e cattolici. Egli ha invece ripetuto che solo il dialogo fraterno è la via percorribile verso una maggiore unità. Le parole del pontefice sono risuonate anche un monito nei confronti degli stessi greco-cattolici ucraini, quando ha ricordato che “le Chiese cattoliche non devono immischiarsi negli affari interni della Chiesa ortodossa russa, soprattutto per ragioni politiche. Questa è la mia posizione, e la posizione attuale della Santa Sede. Coloro che agiscono diversamente non si sottomettono alla Santa Sede”, ha detto il papa lanciando quasi una “scomunica” per i disobbedienti.

Proprio alla vigilia del viaggio a Roma, il metropolita Ilarion, principale collaboratore dello stesso patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev), aveva diffuso parole di fuoco proprio nei confronti degli “uniati” ucraini, che a suo parere sarebbero i principali ispiratori delle manovre per ottenere l’autocefalia di Kiev, sostenute anche dai politici e dal presidente Poroshenko. Secondo Ilarion, “nella retorica legata al progetto della cosiddetta Chiesa locale unica dell’Ucraina, spesso si associa un gruppo, quello dei greco-cattolici ucraini, guidati dall’arcivescovo Svjatoslav Shevchuk. Egli continua a fare dichiarazioni di appoggio al progetto dell’unica Chiesa locale, dicendo anche che l’unità di tale Chiesa dovrebbe appoggiarsi sul successore dell’apostolo Pietro, cioè sul papa di Roma”, come ha dichiarato il metropolita in un’intervista al canale televisivo NTV. Le parole di papa Francesco sembrano quindi una risposta diretta in sostegno alle sue affermazioni.

Ilarion ha pure smentito che il patriarca di Mosca possa unirsi a papa Francesco e al patriarca Bartolomeo nelle celebrazioni per san Nicola a Bari, previste per i primi di luglio. Alla luce della “questione ucraina”, si comprende che il patriarca russo voglia evitare i contatti con il suo “fratello maggiore” Bartolomeo, che la stampa russa continua a descrivere, soprattutto in questi giorni, come il capo di una comunità marginale di greco-ortodossi in Turchia, non certo come il capo di tutti gli ortodossi. La polemica contro il “patriarca turco”, come spesso viene denominato sui giornali russi, non è una novità nei rapporti tra russi e greci ortodossi: due anni fa ciò fu sottolineata dal rifiuto dei russi di partecipare al primo storico concilio pan-ortodosso a Creta, facendolo quindi fallire.

Allo stesso tempo, il metropolita Ilarion ha lasciato capire che un nuovo incontro tra Francesco e Kirill è al contrario auspicabile e le visite dei russi a Roma dei giorni scorsi lo stanno rendendo sempre più prossimo e probabile. Per ora non vi sono indicazioni né sui tempi, né sui modi. Si percepisce che però esso avverrà sempre comunque in “campo neutro”, né a Mosca, né a Roma.

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