17/10/2023, 10.29
CINA
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Pechino: a un anno dalla protesta sul ponte ancora nessuna notizia su Peng Lifa

di John Ai

L'uomo era salito sul ponte Sitong della capitale e aveva affisso degli striscioni che chiedevano le dimissioni del presidente Xi Jinping e la fine della politica "zero covid". In seguito erano scoppiate diverse proteste studentesche, che ricordavano quelle di Tienanmen del 1989. Mentre non è noto dove sia stato confinato il manifestante, i suoi familiari sono sotto custodia della polizia, riferiscono attivisti e volontari all'estero.

Pechino (AsiaNews) - A un anno dall’unica protesta avvenuta nel centro città di Pechino, gli attivisti sono ancora alla ricerca di Peng Lifa (che aveva affisso degli slogan di protesta sul ponte Sitong della capitale e per questo noto con il soprannome di “bridgeman”) e dei suoi familiari, che, secondo alcuni volontari, sarebbero sotto custodia della polizia. 

Durante il fine settimana diversi studenti cinesi all’estero hanno commemorato il primo anniversario dalla protesta, la più grande dopo quella di Tienanmen del 1989. A Shanghai i giovani avevano esplicitamente chiesto a Xi Jinping di dimettersi e in alcune città i manifestanti avevano superato le recinzioni di blocco della polizia. Molti studenti erano stati arrestati ma in seguito le autorità locali avevano deciso di abbandonare la politica “zero covid” imposta da Pechino. Allo stesso tempo all’estero gruppi di giovani cinesi hanno istituito una serie di organizzazioni indipendenti negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Australia, in Nuova Zelanda e in Germania. 

Lin Shengliang, un attivista cinese che vive nei Paesi Bassi, ha stilato un elenco di funzionari del Partito comunista cinese che si sono macchiati di violazioni dei diritti umani. I volontari del suo team, dopo aver raccolto le informazioni personali, hanno contattato i funzionari per telefono per esortarli a mettere fine agli abusi.

Secondo fonti attendibili, la moglie di Peng Lifa, Han Yang, e le due figlie vivono ancora a Pechino sotto stretta sorveglianza della polizia. Sono "scortati" dalla polizia tutto il giorno e vanno al lavoro e a scuola in veicoli forniti dalle autorità. Il suocero di Peng Lifa che gestiva un’attività nella capitale ora vive e lavora in una fabbrica, designata dalle autorità, in periferia. Anche altri parenti della città natale di Peng, la contea di Tailai, nella provincia nord-orientale di Heilongjiang, sono sotto sorveglianza. Alcune persone che hanno tentato di fare loro visita sono state bloccate dalla polizia una volta arrivati nei pressi della città. E anche le lettere inviate alla casa di Peng sono state intercettate tramite il sistema di tracciamento online e le chiamate agli uomini delle consegne.

Non è però noto dove sia confinato Peng. I familiari non hanno ricevuto notizie o avvisi da quando è scomparso e hanno timore a parlare in pubblico o ai media. Anche i volontari in Cina che stavano raccogliendo informazioni su “bridgeman” sono stati arrestati.  

La protesta dello scorso anno si era verificata poco prima del XX Congresso del PCC. Peng Lifa aveva appeso sul ponte Sitong, vicino ai campus delle migliori università del Paese, due striscioni che esortavano il presidente Xi Jinping a dimettersi e che chiedevano la libertà e la fine delle misure restrittive dovute alla politica “zero covid”. Una volta sul ponte, Peng aveva bruciato dei copertoni per attirare l’attenzione. Foto e video della protesta sono stati censurati sui social network cinesi e anche il ponte Sitong non compare più sulle mappe di navigazione cinesi, mentre i segnali stradali che ne indicavano la direzione per raggiungerlo sono stati rimossi. Durante l'anniversario della protesta, la polizia ha rafforzato la sicurezza intorno al ponte e ha impedito ai passanti di scattare foto

Il nome “bridgeman” ricorda alla popolazione cinese “tankman”, l’uomo che si mise davanti alla fila di carri armati che entrarono a Pechino durante la repressione del movimento pro-democrazia del 1989. Mike Gallagher, presidente del Comitato per le questioni cinesi alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, ha nominato Peng Lifa come candidato al premio Nobel per la pace.

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