24/11/2008, 00.00
RUSSIA
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Polemiche sulle porte chiuse del processo Politkovskaya

di Maria Anikina
Il giudice militare ha affermato che “la giuria si rifiutava di entrare in aula con la stampa presente”. I giurati dicono di non aver mai chiesto l’esclusione dei media. Il giudizio della Corte suprema è atteso per il 1 dicembre.
Mosca (AsiaNews) - La scelta di celebrare a porte chiuse il processo per l’uccisione della giornalista Anna Politkovskaya sta causando forti polemiche tra l’opinione pubblica nazionale ed internazionale. Il provvedimento preso dal colonnello Yevgeny Zubov, giudice del tribunale militare distrettuale di Mosca, è sotto la verifica della Corte suprema che intende vedere se la decisione è contro la legge. L’annuncio della chiusura al pubblica del dibattimento è giunta 15 minuti dopo l’apertura della sessione del 19 novembre. Zubov ha affermato che “la giuria si rifiutava di entrare in aula con la stampa presente”. Gli avvocati hanno allora dichiarato che non era giunta loro nessun reclamo in tal senso, ma il giudice militare ha ribattuto  che “quando appaiono prove concrete di minacce significa che è ormai troppo tardi per chiudere il processo al pubblico”.
 
I membri della giuria affermano tuttavia di non aver fatto nulla per ottenere quanto richiesto da Zubov. Uno di loro, Evgeniy Kolesov, ha dichiarato in una intervista alla stazione radio Echo of Moscow che il segretario della corte aveva proposto ai giurati di sottoscrivere un appello “ma nessuno di noi ha firmato. Abbiamo detto che volevamo vedere cosa sarebbe accaduto. Il processo stava iniziando alla presenza dei giornalisti e avremmo voluto decidere più tardi se chiedere o meno alla stampa di lasciare l’aula.. Non abbiamo preso nessuna decisione sulla presenza della stampa”. Kolesov ha aggiunto che il 20 novembre, diciannove dei venti giurati hanno firmato una dichiarazione in cui dicono di non aver nessuna pregiudiziale sulla presenza dei giornalisti al processo. Kolesov, ha anche presentato una richiesta per terminare il suo mandato come giurato.
Il segretario della corte suprema, Pavel Odincov, ha dichiarato che essa verificherà il comportamento dei giudici e le critiche dei media. "Per noi i media non sono parole vuote. Se essi denunciano ateggiamenti impropri, la Corte suprema deve investigare".
 
La decisione di tenere il processo a porte chiuse sta scatenando forti proteste pubbliche. Lyudmila Alekseeva, direttrice della sede moscovita del Gruppo di Helsinki che si occupa di difesa dei diritti umani nell' Est europeo dal 1976, afferma che la chiusura del processo indica le falle del sistema giuridico in Russia. Diversi quotidiani del Paese commentano con preoccupazione l’avvenimento. Sulle pagine del numero del 23 novembre del quotidiano Gazeta, l’avvocato Anna Stavickaya si dice scettica sulle reali intenzioni della Corte suprema. “Questo fatto potrebbe essere visto come un invalidamento del procedimento se qualcuna delle parti avanzasse un reclamo contro di esso”.
 
Sergei Sokolov, direttore di Novaya Gazeta con cui Anna Politkovsksya collaborava, ha dichiarato a Radio Echo of Moscow che “poteri molto forti cercano di fare tutto il possibile per far chiudere il processo”. L’Unione dei giornalisti di Mosca è offesa dalla decisione di svolgere il processo a porte chiuse. Il segretario dell’associazione, Igor Yakovenko, ha affermato che “non si tratta solo di una violenza contro i diritti dei giornalisti e dei cittadini, ma anche di una violenza contro la costituzione. Non ci sono argomenti per cui si possa decidere che questo processo non sia pubblico”. Il capo del foro di Mosca, l’avvocato Henry Reznik, crede tuttavia che Zubov possa perdere il suo incarico e ricorda che se il processo rimarrà aperto al pubblico si tratterà di un importante precedente poiché in Russia la stampa non ha mai potuto assistere a dibattimenti così importanti negli ultimi tempi.
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