06/11/2006, 00.00
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Promesse e denaro per un'alleanza economica e politica fra Cina e Africa

Al summit concluso ieri a Pechino, nuovi contratti e nuove strategie del gigante cinese nel continente più povero. Oltre al "neo-colonialismo", Pechino vuole strappare a Taiwan il sostegno di 5 stati africani.

Pechino (AsiaNews) – Nei prossimi 3 anni i leader di 48 paesi africani e quelli di Pechino faranno nascere una nuova alleanza strategica per rendere più consistenti i loro rapporti economici, ma anche politici. È quanto stabilito dal summit sulla cooperazione Cina-Africa conclusosi ieri. La promessa è stata resa più concreta da una serie di contratti firmati in un solo giorno, del valore di 1,9 miliardi di dollari Usa. Il primo ministro Wen Jiabao ha anche pronosticato che entro 4 anni il commercio fra le due parti dovrebbe raddoppiare e giungere alla cifra di 100 miliardi di dollari.

Nella dichiarazione conclusiva, letta dal presidente Hu Jintao, dal primo ministro etiope Meles Zenawi e dal presidente egiziano Hosni Moubarak, si afferma che la collaborazione sarà basata "sull'uguaglianza politica e sulla fiducia reciproca, su una cooperazione economica e culturale in cui tutti sono vincenti". Forse con in mente Taiwan, nella dichiarazione si dice che l'alleanza non avrà come scopo alcuna inimicizia verso una nazione o gruppo. Ma è anche vero che Pechino ha invitato 5 paesi africani che non hanno ancora rapporti diplomatici con la Cina, di aprirli subito. Questi paesi - Burkina Faso, Swaziland, Malawi, Gambia, e Sao Tome e Principe – hanno invece rapporto con Taiwan.

La dichiarazione predica "la coesistenza pacifica", "il multilateralismo" e la "democrazia nelle relazioni internazionali", nel mutuo rispetto per la sovranità e l'integrità territoriale, maturando la collaborazione fra paesi in via di sviluppo e paesi sviluppati.

Nei giorni scorsi molti analisti hanno espresso preoccupazione per il nuovo colonialismo della Cina verso l'Africa e per la sua indifferenza verso le violazioni ai diritti umani in molti paesi africani.

Parlando alla conferenza stampa finale, Li Zhaoxing, ministro cinese degli esteri ha ribadito che la Cina non vuole imporre il suo modello di sviluppo all'Africa, che rispetta le diverse scelte fatte dai pesi africani, che non si oppone alla cooperazione dell'Africa con altri paesi.

Il ministro egiziano degli esteri, Aboul Gheit ha difeso Pechino dalle accuse di colonialismo, affermando che le relazioni Cina – Africa serviranno a incrementare pace, fraternità e uguaglianza. Proprio ieri la Cina ha firmato un contratto con l'Egitto per la costruzione di un impianto per la produzione di alluminio, del valore di 938 milioni di dollari Usa.

Dal 1995 al 2005 il commercio fra Cina e Africa è aumentato di 10 volte: da 4 a 40 miliardi di dollari. Rispetto al 2004, nel 2005 vi è stato un incremento del 35%, rendendo la Cina il terzo partner del'Africa, dopo Stati Uniti e Francia.

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