19/11/2025, 09.03
KIRGHIZISTAN
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Religioni e salvaguardia dell'ambiente in Kirghizistan

di Vladimir Rozanskij

Un'associazione locale ha promosso un sondaggio tra i ministri di culto sull'attenzione alle questioni ecologiche: quasi tutti hanno espresso forti preoccupazioni per comportamenti che il 32,1% attribuisce all'indebolimento dei valori morali e religiosi. In cantiere un progetto pilota di formazione su queste tematiche per imam e madrase.

Biškek (AsiaNews) - A Biškek sono stati presentati i risultati di una ricerca nell’ambito del progetto “Innalzamento del livello di istruzione climatica, di informazione e attività tra le comunità religiose”, per iniziativa dell’associazione ambientalista kirghisa Move Green insieme all’Unitar, l’Istituto della Nazioni Unite per la formazione e la ricerca, e all’Agenzia nazionale per le questioni religiose e le relazioni interetniche presso la presidenza del Kirghizistan.

Gli organizzatori rilevano che i cambiamenti climatici rimangono una delle sfide più urgenti per il Paese, e la tematica ecologica “si inserisce organicamente nel sistema valoriale islamico”. A loro parere, le istituzioni religiose possono diventare dei partner significativi per lo Stato e le organizzazioni sociali nella promozione dell’alfabetizzazione climatica. La manager di Move Green, Taazima Temirova, ha comunicato che durante l’inchiesta sono stati interrogati circa 300 servitori del culto, dei quali il 94,7% ritiene la cura del creato un dovere morale e religioso.

L’86,8% dei partecipanti al sondaggio ha espresso forti preoccupazioni per le condizioni dell’ambiente naturale, e il 98% si è dichiarato disponibile a ricevere una formazione specifica sulle questioni climatiche. Oltre l’80% ha osservato che gli imam già affrontano i temi ecologici nelle predicazioni, per lo più con appelli alla pulizia e alla moderazione. Gli organizzatori segnalano peraltro l’insufficienza di materiali metodologici, e l’assenza di un lavoro sistematico in questa direzione.

Secondo il 64,6% dei partecipanti alla ricerca, la causa principale dei problemi ecologici è la relazione irresponsabile degli esseri umani nei confronti della natura, e il 32,1% attribuisce questa deriva all’abbassamento dei valori morali e religiosi condivisi dalla società internazionale. Il direttore di Move Green, Azat Muradyl, ritiene che il coinvolgimento delle moschee e delle madrase nella formazione ecologica può diventare uno strumento molto efficace per la diffusione di un approccio responsabile della società kirghisa alle questioni dell’ecologia e dei cambiamenti climatici.

Egli quindi afferma che “la nostra ricerca ha mostrato come i religiosi possono davvero essere i migliori alleati in questa prospettiva di crescita comune”, in quanto garantiscono la fiducia, l’influenza e l’autorità morale, e la comprensione attraverso la fede religiosa “viene accolta con maggiore profondità e fermezza rispetto alle direttive delle amministrazioni”.

Un esempio tra i tanti riguarda i comportamenti dei cittadini nella zona naturale più preziosa del Kirghizistan, quella dei monti e dei laghi di Issyk-Kul, dove sembra impossibile esercitare il controllo sugli accessi alle sponde lacustri, usate come spiagge libere con la conseguenza di continuo deperimento ecologico e proliferazione incontrollata delle alghe. Nonostante tutti i cartelli, gli avvisi di divieto e avvertimenti di ogni tipo, i turisti irresponsabili arrivano in macchina presso le rive del lago per trascorrere la giornata, e solo un forte monito da parte degli imam potrebbe trattenerli con più efficacia.

Nell’ambito del progetto pilota di Move Green, si pianifica la formazione di 60 ministri del culto islamico, allo scopo di effettuare una promozione di contenuti sull’atteggiamento premuroso verso l’ambiente circostante e la natura in generale, e il progetto verrà quindi gradualmente esteso a tutta la repubblica, coinvolgendo le istituzioni religiose.

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