05/12/2011, 00.00
SIRIA
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Scaduto l’ultimatum della Lega Araba, Damasco rischia nuove sanzioni

Il Ministero degli esteri dichiara che si sta ancora negoziando. I media statali evidenziano la notizia di manovre delle forze missilistiche. Gli oppositori riferiscono di altri 22 morti, ieri. Arrestata oggi una blogger. Il Dipartimento di Stato chiede i cristiani di non appoggiare Assad.
Beirut (AsiaNews) – E’ scaduto ieri il termine dato dalla Lega araba a Damasco per dare una risposta al suo piano di pace e ciò potrebbe dare il via a nuove sanzioni. La cosa non è stata evidenziata dalle fonti ufficiali siriane, che invece hanno enfatizzato la notizie di manovre antiaeree condotte dall’esercito, mentre i gruppi antiregime danno l’ennesimo bilancio delle uccisioni, 22 ieri, e informano dell’arresto, oggi, di una blogger che difende i diritti umani.

La Lega araba aveva posto la data di ieri come termine ultimo per una risposta alla richiesta di inviare osservatori, contenuta nel piano di pace che la Siria ha formalmente accettato. Da Damasco ieri è venuta solo l’affermazione di un portavoce del Ministero degli esteri, Jihad Makdissi, secondo il quale “si sta ancora negoziando”. L’ufficiale SANA dà invece spazio alle affermazioni di un economista, Madyan al-Dabet, secondo il quale sebbene le sanzioni “avranno conseguenze sul livello di vita dei siriani, il Paese potrà superarle grazie alla collocazione strategica e alle differenziazioni dei suoi settori produttivi”.

Spazio sui media, strettamente controllati, ha la notizia delle manovre militari, compiute ieri. “Le forze missilistiche – è la dichiarazione ufficiale - hanno condotto un’esercitazione con armi vere”, dimostrando “la capacità delle forze missilistiche siriane di difendere la patria”. L’affermazione appare collegabile ai timori di Damasco di una “internazionalizzazione” della crisi, con l’imposizione di quella “no-fly zone” più volte chiesta dai gruppi di opposizione.

Gruppi secondo i quali le violenze sono continuate anche ieri, provocando 22 morti, tra i quali un uomo con i suoi tre figli e una docente universitaria.

E’ di oggi, invece, la notizia dell’arresto di Razan Ghazzawi. La donna dal 2009 ha un blog, Razaniayat, che difende i diritti umani e che ha dato spazio alle informazioni sulle violenze degli ultimi mesi. E’ stata fermata al confine con la Giordania, ove si stava recando come rappresentante del Syrian Centre for Media and Free Expression, per partecipare a un forum sulla libertà di stampa nel mondo arabo.

Dal Dipartimento di Stato Usa arriva infine un appello ai cristiani siriani a “non stare dalla parte degli assalitori”. In questi termini si è espresso Jeffrey Feltman, responsabile per il Medio Oriente, che parlando ad Amman ha ricordato il timore delle minoranze religiose, e in particolare dei cristiani, che una caduta di Assad si porti dietro una deriva fondamentalista islamica. A conferma delle sue parole, in una intervista di ieri alla televisione di Stato, il vescovo Luca al-Khouri, assistente del patriarca greco-ortodosso ha sottolineato l’attuale “unica” pacifica convivenza in Siria tra le religioni, messa in pericolo dalla “cospirazione” messa in opera dagli Stati Uniti con i loro alleati. (PD)
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