28/11/2005, 00.00
GIORDANIA
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Speranza per il futuro dei cristiani in Medio oriente dall'assemblea dei patriarchi ad Amman

di Jihad Issa

Apprezzamento del patriarca maronita Sfeir per il sì di Damasco alle richieste dell'Onu. L'iracheno Delly: "in Oriente si soffre dalla mancanza per non dire dell'assenza della giustizia e della pace".

Amman (AsiaNews) - Con un discorso molto significativo, pieno di speranza e di fiducia nel futuro dei cristiani in Medio Oriente, pronunciato dal nunzio apostolico in Giordania, mons Fernando Filoni, si sono aperti oggi ad Amman i lavori dell'Assemblea dei sette patriarchi cattolici d'Oriente: il latino Michel Sabbah, il maronita Nasrallah Sfeir, il melkita Gregorio III Lahham, il copto Stephanos Ghattas, il caldeo Emmanuel Delly, il siriaco Ignace Pierre VIII Abdel Ahad e l'armeno Nerses Bedros XIX Tarmouni, sul tema centrale:"Giustizia e Pace", che si concluderà sabato prossimo.

Il patriarca maronita, il cardinale Nasrallah Sfeir, in una dichiarazione ad AsiaNews ha spiegato il significato di questa riunione che cade in "un periodo molto critico non solamente nella storia del Medio-Oriente", in quanto si parla molto di "conflitto tra culture diverse, soprattutto tra cristiani e musulmani" ed ha rinnovato la sua condanna contro il recente attentato che ha scosso la Giordania, causando molte vittime.

Il card. Sfeir ha annunciato che avrà incontri di tenore politico-religioso con numerosi responsabili giordani, con i fedeli maroniti residenti nel regno, che non superano le 2000 persone, e che presiederà la messa durante la quale poserà la prima pietra per la costruzione della cattedrale maronita di San Charbel. L'edificio sorgerà su un vasto terreno offerto dal defunto re Hussein al patriarcato maronita nel 1998.

Il patriarca Sfeir ha anche espresso apprezzamento per il passo compiuto dal governo siriano, che ha accettato di permettere alla commissione d'inchiesta internazionale dell'ONU di ascoltare cinque responsabili siriani, indicando che questo conferma "l'impossibilità, da parte di qualsiasi Stato, di rifiutare di obbedire alle richieste della Comunità internazionale". Il patriarca "ha invitato entrambi governi, libanese e siriano, a cominciare la sistemazione definitiva delle frontiere, iniziata gia nel 1960", e si è espresso a favore del ristablimento di rapporti diplomatici tra i due Paesi vicini, "al più presto possibile".

Il patriarca Sfeir ha infine rinnovato il suo invito "a tutti di ascoltare il linguaggio della ragione, assicurando il diritto di tutti alla libertà, alla giustizia ed alla pace".

Il patriarca Caldeo, Emmanuel Delly, ha ribadito la volonta della sua Chiesa di mettere in pratica le decisioni prese durante il recente sinodo di Roma ed ha insistito sulla necessità di offrire al popolo iracheno, come a tutti gli altri popoli d'Oriente, l'oppurtunità di poter vivere e manifestare la propria fede cristiana "senza paura né persecuzione" ed ha auspicato il buon andamento di quest'assemblea dei patriarchi su un tema molto attuale, che tocca le "viscere di tutti": "in Oriente si soffre dalla mancanza per non dire dell'assenza della giustizia e della pace".

Il patriarca copto Ghattas ha indicato "la necessità di poter assicurare ai cristiani d'Oriente fiducia nel loro futuro, altrimenti tutti partono e l'Oriente si svuota dai suoi cittadini".

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