26/10/2022, 11.46
MYANMAR
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Stato Kachin: militari golpisti negano le cure alle vittime di un attacco aereo

Sono oltre 50, ma il bilancio è destinato a salire dopo che l'esercito ha impedito l'accesso alle ambulanze. Di recente alle industrie di Yangon è stato chiesto di inviare informazioni sui conti bancari. La repressione continua anche sul fronte digitale.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) - La giunta golpista birmana ha impedito alle vittime di un attacco aereo di recarsi in ospedale per ricevere cure. Il 23 ottobre tre caccia hanno bombardato la città di Hpakant, nello Stato Kachin, dove si stava tenendo un concerto per celebrare il 62mo anniversario dalla fondazione dell’Organizzazione per l’indipendenza Kachin (Kio). Più di 50 persone, tra cui anche alcuni cantanti noti, hanno perso la vita.

Secondo la gente del posto è probabile però che il bilancio delle vittime continui ad aumentare: le forze della giunta hanno ostacolato l’invio di feriti agli ospedali nelle vicine Hpakant e Myitkyina, e non hanno permesso alle ambulanze di raggiungere il luogo del bombardamento. Ieri il portavoce del Kio, il colonnello Naw Bu, ha confermato a The Irrawaddy che i militari avevano istituito posti di blocco di sicurezza per impedire il passaggio di feriti. 

Il braccio armato del Kio, l'Esercito per l'indipendenza Kachin, è tra le milizie etniche che dal colpo di Stato del primo febbraio 2021 combattono contro l’esercito birmano. Prima del golpe si opponevano al governo chiedendo una maggiore autonomia.

Nel frattempo i militari hanno chiesto alle industrie di Yangon di inviare informazioni riguardo i propri conti bancari, ma non è ancora chiaro per quale ragione. Secondo alcuni osservatori, le informazioni permetterebbero alla giunta di controllare i flussi finanziari perché le banche facilitano le transazioni commerciali delle fabbriche. Ma con la guerra civile prelevare denaro è diventato sempre più difficile, quindi molti si chiedono a cosa possano servire i dati richiesti dalle autorità golpiste.

Nei mesi scorsi la Banca centrale del Myanmar ha congelato i conti bancari online appartenenti a persone sospettate di opporsi al regime o di finanziare la resistenza. Il controllo dello spazio digitale nel Paese si sta facendo sempre più stretto: secondo alcuni studi, dal colpo di Stato dell’anno scorso la repressione online in Myanmar ha raggiunto i livelli della Cina.

Nel campo delle telecomunicazioni convenzionali, dopo il ritiro dell’operatore norvegese Telenor, l’esercito ha già la capacità di monitorare l’invio di chiamate e messaggi. Negli ultimi mesi sono aumentati i tentativi di appropriarsi dei dati dei cittadini e di costruire un “muro digitale” su modello di quello attivo in Cina grazie ad apparecchiature di sorveglianza russe e cinesi. Tuttavia ampie regioni, soprattutto quelle lungo il perimetro del Paese dove è più forte la resistenza delle milizie etniche, non sono ancora sotto il controllo dell’esercito.

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