Tamil Nadu, critica la guerra col Pakistan: assistente universitaria cristiana licenziata
L’ateneo SRM di Chennai ha cacciato Lora Santhakumar per aver postato sullo status di Whatsapp commenti contrari all’operazione Sindoor. Dopo la sospensione comminata l’8 maggio, nei giorni scorsi è arrivato il licenziamento. In questi mesi è stata oggetto di attacchi online e minacce di morte da parte di gruppi legati all’estrema destra.
Delhi (AsiaNews) - Un’assistente universitaria cristiana Dalit, parte del corpo docente dell’università SRM di Chennai, capoluogo del Tamil Nadu, è stata licenziata per aver condiviso opinioni “critiche” durante l’operazione Sindoor, il breve conflitto armato del maggio scorso fra India e Pakistan. Lora Santhakumar era già stata sospesa l’8 maggio, dopo aver condiviso sul proprio stato WhatsApp frasi e opinioni in cui metteva in guardia dai pericoli della guerra. In breve tempo il suo numero di telefono e la foto della donna hanno iniziato a circolare sui social media legati alla destra, innescando abusi online, telefonate minatorie e minacce di morte.
A distanza di alcuni mesi è giunto il provvedimento di licenziamento, giustificato dal fatto di aver condiviso sui social media “commenti non etici” contro le forze armate e di essersi identificata come assistente professore dell’SRMIST. Lora, che lavorava presso il Centro di sviluppo professionale (Cdc) dell’ateneo, sarebbe stata vittima di doxing [pratica di cercare e diffondere pubblicamente online informazioni personali e private, ndr] da parte degli studenti sin dal mese di maggio. Agli occhi dei giovani la sua “colpa” è di aver pubblicato uno status sul popolare social di comunicazione in cui “invocava la pace”.
Gli studenti avrebbero rivelato l’identità dell’assistente cristiana Dalit, innescando violenti attacchi di gruppi e circoli legati all’estrema destra indiana. A seguire l’ordine di licenziamento, all’interno del quale vi sarebbero anche accuse di essersi identificata come assistente professore dell’università senza averne titolo e di aver condiviso su internet “commenti non etici” contro l'esercito. “Pertanto, non è idonea - afferma la nota dell’ateneo - a continuare il suo lavoro nell'istituzione ed è licenziata con effetto immediato”.
L’inchiesta si è svolta presso il campus SRM di Kattankulathur dal 15 luglio al 26 settembre ed è stata condotta dal direttore degli affari studenteschi SRMIST Nisha Ashokan. Il comitato ha presentato la sua relazione finale al segretario dell’università il 30 ottobre. La sua sospensione è stata decisa dopo che il suo stato WhatsApp, insieme al suo numero di telefono e alla sua foto, sono stati divulgati su account di social media di destra, provocando cyberbullismo mirato, molestie e telefonate intimidatorie, comprese minacce di morte. Questi account avevano preso parti del suo stato e le avevano diffuse, accusandola di parlare in modo negativo dell’esercito indiano.
Attivisti e gruppi di destra hanno bollato la cristiana Dalit come “anti-nazionale” e “anti-patriottica”, tanto da dover lasciare la propria abitazione a Chennai, pur avendo solo esortato le persone a valutare il costo umano delle guerre. Infine, la decisione di rientrare nella città natale, di Kallakurichi, nel Tamil Nadu, per proteggersi dalle continue molestie. Secondo il rapporto della commissione ha pubblicato un totale di 12 messaggi contro la guerra, due dei quali condiviso pubblicamente in cui descriveva in dettaglio le conseguenze reali della guerra, dal blocco dell'economia alla perdita di vite umane. Un altro criticava l’uccisione di civili in un attacco, definendo l’atto un atto di codardia invece che di coraggio.
La commissione le ha contestato cinque capi d’accusa, più un sesto emesso nei suoi confronti il 16 giugno scorso in cui si parlava di commenti non etici contro le forze armate indiane, mancanza di patriottismo e aver agito contro gli interessi nazionali. È stata inoltre accusata di attività antisociali “criminali”, che la commissione ha definito come “gravemente scorretto”. Negando tutte le accuse, Lora ha sostenuto che i suoi commenti non avevano mai avuto lo scopo di sminuire le forze armate e che, in realtà, erano stati fraintesi e condivisi con una prospettiva errata. Al contempo ha negato di aver danneggiato la reputazione dell’università, che i commenti non sono stati pubblicati sui social media pubblici, ma solo sul suo stato WhatsApp personale temporaneo.
Tuttavia, la commissione d’inchiesta ha ritenuto provati tutti e cinque i capi e deciso per la cacciata dall’ateneo. Infine, l’università le ha concesso un mese di tempo per presentare ricorso al vice rettore, autorità di appello in materia. Il suo caso riflette una tendenza più ampia in India, dove gli accademici emarginati rischiano la sospensione, il licenziamento o minacce per i post critici nei confronti della guerra, della politica della maggioritaria o della violenza di Stato. Ali Khan Mahmudabad, professore associato dell’Università di Ashoka, ha affrontato problemi legali e l’arresto a metà del 2025 per le dichiarazioni rilasciate sull'operazione Sindoor.




