24/04/2012, 00.00
MYANMAR – INDIA
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Tint Swe: sostegno ad Aung San Suu Kyi ora che gli embargo sono cancellati

Per ricostruire la nazione, spiega il rappresentante Nld in India, è necessario condividere il lavoro della Nobel per la pace e dar vita a iniziative al di fuori dell’Assemblea, che coinvolgono la gente. Plauso alla decisione di rimuovere le sanzioni presa dall’Europa, frutto di interessi “geopolitici” ma che saranno di aiuto al popolo.

Yangon (AsiaNews) - La decisione di rimuovere le sanzioni al Myanmar presa dall'Unione europea è di natura "politica" ed è alimentata dagli "interessi economici" che ruotano attorno a un Paese che si apre alla comunità internazionale. Così Tint Swe, leader birmano in esilio e rappresentante della Lega nazionale per la democrazia (Nld) in India, commenta ad AsiaNews la scelta dell'Europa di togliere l'embargo alla ex Birmania, ad eccezione del commercio di armi. Sul cambiamento, aggiunge, pesano "elementi di natura geopolitica" che interessano sempre più l'area, fra cui la crescita continua "di Cina e India che sono diventate potenze economiche" a tutti gli effetti. Per contrastate la loro espansione è necessario quindi che Stati Uniti e Occidente in genere promuovano rapporti con una nazione ricca di materie prime, gas naturali e carburanti sebbene gran parte della popolazione viva ancora in condizioni di miseria. "Perché - spiega Tint Swe - gli uomini d'affari ragionano allo stesso modo in ogni parte del mondo, ad Est come a Ovest". 

Ieri i ministri della Ue hanno concordato la sospensione - di un anno almeno - delle sanzioni adottate a suo tempo contro il regime militare del Myanmar; la decisione entrerà in vigore nei prossimi giorni ed è stata adottata dal Consiglio europeo tenuto in Lussemburgo come "premio" per i recenti cambiamenti nel Paese. Fra questi, la liberazione di centinaia di detenuti politici, l'introduzione di una prima - parziale - forma di tutela sindacale e lo svolgimento di elezioni suppletive libere, che hanno portato in Parlamento la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi e 43 membri della Lega nazionale per la democrazia, anche se l'Assemblea resta pur sempre salda nelle mani del governo sostenuto dai militari.

Interpellato da AsiaNews Tint Swe, membro del Consiglio dei ministri del governo di coalizione nazionale dell'Unione della Birmania (NCGUB), composto da rifugiati dal Myanmar dopo le elezioni del 1990 vinte dalla Lega nazionale per la democrazia, e mai riconosciute dalla precedente giunta guidata dal generalissimo Than Shwe, spiega che la scelta dell'Europa sulle sanzioni "è di reciproco interesse per la Birmania e l'Occidente. Per la Birmania come nazione - aggiunge - e non solo a vantaggio del regime". Fuggito in India nel 1990, l'esule birmano sottolinea che il Myanmar "ha bisogno dell'aiuto dei Paesi occidentali per promuovere uno sviluppo sostenibile" e le nuove generazioni birmane "sono nutrite dei valori asiatici" e "aspirano al livello di vita" raggiunto in altre nazioni.

Sempre ieri, nella capitale Naypyidaw, era in programma la prima seduta del nuovo Parlamento che ha visto l'ingresso di una quarantina di esponenti dell'opposizione. Un appuntamento disertato da Aung San Suu Kyi e dai colleghi della Nld, per una querelle legata alla formula del rito. Essa prevede infatti che i membri giurino di "preservare" la Costituzione, mentre gli esponenti dell'opposizione vogliono solo garantirne il "rispetto". Si tratta del primo, reale scontro da quando è iniziata la campagna riformista del presidente birmano Thein Sein, un ex generale dell'esercito, e verte attorno a una Costituzione votata nel maggio 2008 in piena emergenza causata dal ciclone Nargis - secondo i democratici fra brogli e pressioni - e in cui il potere viene assegnato (di fatto) ai militari. Uno dei primi obiettivi della Nobel per la pace e del suo partito è proprio quello di emendare la Carta.

"Concordo pienamente con la decisione" commenta Tint Swe. Egli spiega che "la Nld non è un semplice partito che mira a poltrone e posizioni. [I suoi membri] hanno promesso agli elettori che mirano a cambiamenti democratici e a modificare la Costituzione". Aung San Suu Kyi, continua l'esule e rappresentante NCGUB, ha inoltre spiegato che "non si tratta di un boicottaggio", ma della ricerca di un "compromesso" che ha preso il via con la decisione di "partecipare alle elezioni suppletive. Ora tocca alle altre parti accettare questo compromesso".

Il delegato della Nld in India definisce "comprensibili" le aspettative del popolo nei confronti della "Signora" e del suo partito, perché "hanno vissuto sotto una feroce repressione per oltre mezzo secolo". Essi sanno, continua, quanto possa essere terribile "trascorrere anche una sola notte in prigione". "Il sostegno e la pressione della gente - commenta Tint Swe - è essenziale per la Nld e le forze democratiche". Tuttavia, Aung San Suu Kyi "non può fare tutto da sola" e il compito di ricostruire la nazione "non deve avvenire solo in Parlamento: sono cruciali - conclude - anche le iniziative extraparlamentari".(DS)

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