17/04/2013, 00.00
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Un cinese la terza vittima di Boston. Il cordoglio del papa e del card. O'Malley

Si attende dalla famiglia in Cina il permesso per rivelare l'identità. Le altre due vittime sono un bambino di 8 anni e una ragazza di 29. Le autorità pensano che le bombe fossero delle pentole a pressione piene di schegge di metallo e di chiodi, lasciate in due borse per terra. Diversi feriti hanno avuto gli arti amputati. Papa Francesco chiede alla città di Boston di essere unita e "combattere il male col bene". Il messaggio del card. O'Malley: Nelle tenebre dell'attentato, si vede la luce di Cristo in coloro che si sono subito impegnati a soccorrere chi è nel bisogno.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) - La terza vittima uccisa alla maratona di Boston è un giovane cinese, studente all'università della città. Le altre due sono un bambino di otto anni, Martin Richards, e una ragazza di 28, Krystle Campbell, entrambi di Boston.

Ieri papa Francesco ha inviato un telegramma di condoglianze all'arcivescovo della città, il card. Seán O'Malley, il quale ha anche diffuso un suo messaggio alla città.

Per rivelare l'identità del giovane cinese si attende il permesso della sua famiglia. Ma l'università di Boston ha intanto confermato che un suo studente è morto nell'attacco. Si sa che il giovane era di Shenyang (Liaoning) e che si era già laureato all'Istituto di tecnologia di Pechino. Il giovane, insieme ad altri due suoi amici cinesi era fra gli spettatori della gara. Un altro del trio è stato ferito: si tratta dello studente Zhou Danling, che ora è in condizioni stabili.

Martin, che pochi mesi fa aveva fatto la sua prima comunione, è morto assistendo alla gara in cui correva suo padre, Bill Richards. Insieme a Martin, vi era sua madre e sua sorella, entrambe ferite e in gravi condizioni.

Krystle Campbell lavorava come manager di un ristorante. Suo padre ha diffuso una dichiarazione in cui si dice che la famiglia è devastata dal dolore. I suoi amici la ricordano come una ragazza gioiosa e dagli occhi blu vividi.

Intanto le autorità stanno investigando sui possibili responsabili e i metodi usati per l'attacco del 15 aprile, in cui oltre ai tre morti, vi sono 170 feriti, alcuni molto gravi. I primi risultati dicono che le due bombe erano costituite da pentole a pressione, ripiene di pezzi di metallo e schegge e di chiodi. Esse erano state messe in due borse e lasciate in terra. I dottori che hanno curato i feriti confermano che essi sono stati colpiti da schegge e metalli. Un certo numero di vittime ha avuto gli arti amputati.

 Ieri papa Francesco ha inviato un telegramma all'arcivescovo di Boston, il card. Sean O'Malley, in cui egli , "profondamente rattristato", assicura "la sua vicinanza e preghiera alla popolazione chiedendo loro di "essere uniti e di non farsi vincere dal male, ma di combattere il male col bene, lavorando insieme per costruire una società ancora più giusta, libera e sicura per le generazioni a venire".

Lo stesso O'Malley, ha diffuso un messaggio alla popolazione di Boston, assicurando "la preghiera e la cura per i tanti che hanno sperimentato il trauma di questi atti, specialmente verso coloro che hanno avuto i loro cari uccisi o feriti, e verso i feriti stessi".

"Nelle tenebre di questa tragedia - afferma il cardinale - ci volgiamo verso la luce di Gesù Cristo, quella luce così evidente nella vita di coloro che subito si sono messi ad aiutare chi è oggi nel bisogno. In solidarietà con i nostri fratelli di altre confessioni e di altre religioni, riaffermiamo l'impegno a testimoniare il potere del bene [che è] più grande nella nostra società e a lavorare insieme per guarire".

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