Un corridoio Nord-Sud tra Russia e Asia centrale
Al summit di Dušanbe si è sviluppata la discussione sulla direttrice che collegherebbe direttamente la Russia all’India e all'Iran. Mosca non è in grado di offrire all’Asia centrale i grandi investimenti della Cina e dell’Europa, ma cerca di recuperare in termini di infrastrutture per i trasporti e la logistica.
Astana (AsiaNews) - In risposta alle tante trattative e ai progetti per il “Corridoio di mezzo” dalla Cina all’Europa attraverso l’Asia centrale, nel summit di Dušanbe del 9 ottobre si è sviluppata la discussione sul “Corridoio Nord-Sud” dalla Russia all’Oceano Indiano, l’unica alternativa che permetterebbe a Mosca di non essere esclusa dalle direttrici del commercio tra oriente e occidente, dopo che a causa delle sanzioni si è bloccato il “Corridoio settentrionale” dalla Cina tramite la Russia, e ancora non è facile attivare il “Corridoio dell’Artico” sopra il circolo polare, nonostante alcuni carichi riescano già ad attraversarlo.
Il presidente del Kazakistan, Kasym-Žomart Tokaev, come diffuso dalla sua amministrazione, ha proposto di attivare un programma comune di investimenti e piani infrastrutturali per ampliare la direttrice orientale del corridoio, formando un Consiglio per lo sviluppo dell’itinerario eurasiatico. Secondo le sue parole, “entro il 2030 la tratta tra Kyzylorda fino alla frontiera con la Russia verrà estesa a quattro corsie di marcia, e insieme ai partner russi e turkmeni intendiamo sviluppare la parte orientale del corridoio di trasporti Nord-Sud, dove già oggi si osserva una crescita significativa dei carichi di trasporto. Vogliamo raddoppiare le possibilità di transito di questa arteria già nel 2027”, assicurando di credere nelle potenzialità di sviluppo dei corridoi attraverso l’Afghanistan fino all’Asia meridionale.
L’uzbeko Šavkat Mirziyoyev, anch’egli attraverso il suo sito ufficiale, ha sottolineato “il significato vitale di un utilizzo efficace del potenziale di transito e trasporto tra i nostri Paesi, anzitutto grazie al corridoio Nord-Sud”, affermando che “noi interveniamo per il coordinamento dei programmi nazionali in campo automobilistico, ferroviario e di trasporto aereo, nell’elaborazione su queste basi di un piano complessivo di partenariato infrastrutturale, secondo le capacità logistiche e di trasporto dei nostri Paesi”. Lo scopo finale, a suo parere, deve diventare “la formazione di un’infrastruttura integrata e reciprocamente attiva di trasporti regionali, capace di affrontare con decisione le sfide globali”.
Anche i leader del Turkmenistan e del Kirghizistan hanno insistito sull’importanza dei corridoi logistici attraverso l’Asia centrale. Il turkmeno Serdar Berdymukhamedov ha dichiarato che Ašgabat “vede grandi prospettive nella formazione della direttrice Nord-Sud” attraverso la costiera del mar Caspio, che va considerata parte integrante del grande progetto dei trasporti eurasiatici. Egli ha offerto la massima disponibilità del Turkmenistan per la valutazione comune dell’utilizzo del porto di Turkmenbaši. Sadyr Žaparov ha commentato da parte del Kirghizistan di “ritenere indispensabile un lavoro comune per realizzare i progetti per rendere efficace il potenziale dei trasporti nella regione, collegando la Russia, la Cina, l’Iran e tutti gli altri Paesi interessati”.
Dal canto suo, il presidente russo Vladimir Putin ha assicurato che “la Russia è pronta insieme a voi a collegare nuove catene logistiche e di trasporti”, vedendo come un compito cruciale “la ristrutturazione degli itinerari magistrali attraverso i territori dei nostri Paesi”. Il corridoio Nord-Sud collega la Russia all’India e all’Iran, ed è particolarmente conveniente per Mosca a confronto con le altre direttrici, soprattutto rispetto all’itinerario marittimo che deve poi attraversare il canale di Suez. Nella fase delle operazioni militari in Ucraina, si è molto rafforzata la collaborazione tra la Russia e l’Iran, che fornisce a Mosca armamenti fondamentali come i droni d’assalto e le tecnologie di assemblaggio degli stessi, per la produzione direttamente in Russia.
Il primo summit “Asia centrale – Russia” si era tenuto ad Astana in Kazakistan nell’autunno 2022, otto mesi dopo l’invasione russa dell’Ucraina, e se nei primi anni di guerra l’economia russa sembrava crescere a dismisura, aggiungendo nuove prospettive asiatiche a quelle ancora attive in Europa, ora appare evidente il suo rallentamento, che sta conducendo a una stagnazione. Mosca non è in grado di offrire all’Asia centrale i grandi investimenti della Cina e dell’Europa, e cerca di recuperare almeno una parte del potenziale di questo nuovo “Corridoio verticale e orizzontale” del commercio mondiale.
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