11/07/2008, 00.00
FILIPPINE
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Vescovi filippini chiedono politiche familiari che difendano il “diritto alla vita”

di Santosh Digal
In un incontro con il presidente Arroyo, i prelati ribadiscono la “contrarietà a iniziative che promuovano i metodi contraccettivi” come soluzione al problema della sovrappopolazione. Essi auspicano politiche “socioeconomiche che favoriscano lo sviluppo del Paese”.

Manila (AsiaNews) – “Bisogna promuovere metodi di pianificazione familiare naturali e contrastare tutte le proposte di legge, al vaglio del Parlamento, che siano contrarie alla vita”. È l’invito rivolto da una delegazione di vescovi filippini al presidente Gloria Macapagal Arroyo durante un incontro che si  tenuto il 9 luglio scorso al palazzo Malacañang, residenza del capo di Stato, alla presenza di alcuni esponenti di governo fra cui il Ministro della sanità.

L’iniziativa della conferenza episcopale guidata dal card. Ricardo Vidal, arcivescovo di Cebu, si inserisce nel solco tracciato dall’enciclica di Paolo VI “Humanae Vitae”, di cui quest’anno si celebra il quarantennale dalla pubblicazione (1968), e nella quale si condanna in maniera “forte e netta la contraccezione” perchè contraria alla logica della vita,. La Chiesa cattolica, secondo i dettami tracciati da Papa Montini, invita a non utilizzare pillole anticoncezionali, preservativi, vasectomie e ribadisce che l’aumento della popolazione, in particolare nelle aree del Terzo Mondo “non è una ragione valida per promuovere l’uso di contraccettivi”.

Durante i colloqui, durati un’ora, la Arroyo ha accolto la proposta formulata dal card. Vidal di “dar vita a un gruppo misto formato da vescovi cattolici e membri di governo, volto a promuovere il diritto alla vita e a politiche di sostegno della famiglia”. Il prelato ha infine sottolineato che le attuali proposte di legge, oltre che essere contrarie alla morale della Chiesa che difende la vita in ogni sua forma, contrastano pure con la costituzione vigente nel Paese, la quale afferma il “principio cardine del matrimonio e dell’istituzione familiare che è alla base della società”.

I vescovi ribadiscono che la crescita della popolazione “è un fenomeno da seguire con attenzione”, ma esso non giustifica “una logica contraria alla vita”, ma va piuttosto affrontata con “serie politiche socioeconomiche, che siano rivolte allo sviluppo e al benessere dell’individuo”.

Lo scorso mese di maggio l’Ufficio nazionale di statistica ha pubblicato un recente studio in base al quale nel Paese vi sono 88,57 milioni di abitanti, con un tasso di crescita annua pari al 2%. Un balzo in avanti significativo, se si considera che nel 2000 i filippini erano “solo” 76,50 milioni.  

Oggi, venerdì 11 luglio, si celebra l’annuale “Giornata Mondiale Onu della Popolazione” secondo lo slogan: “Il sostegno alla famiglia è un diritto: Facciamolo diventare realtà”. Anche nelle Filippine, come in tutto il mondo, sono in programma iniziative volte a rilanciare politiche che difendano la famiglia quale base fondante della società, fornendo inoltre salute e istruzione alle madri e ai figli per garantire loro migliori condizioni di vita. Purtroppo, anche all'interno dell'Onu domina l'idea che ridurre la popolazione, con ogni tecnica contraccettiva, favorisce lo sviluppo.

 

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