12/10/2004, 00.00
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Vescovi filippini: "Salvaguardiamo i diritti degli agricoltori"

di Sonny Evangelista

Manila (AsiaNews) – In occasione dell'anno dell'Eucarestia – iniziato domenica scorsa con il Congresso Eucaristico Internazionale a Guadalajara, in Messico – i vescovi filippini delle isole Negros (nella zona centrale dell'arcipelago) sottolineano in un documento che "è necessaria una condivisione Eucaristica di beni e risorse, in particolare della terra, che appartiene a Dio ed è stata donata agli uomini perché la coltivino".

In un comunicato, pubblicato lo scorso 7 ottobre, i vescovi e i direttori per la pastorale sociale delle diocesi condannano anche gli atti di violenza ai danni dei poveri senza terra. Il documento è stato sottoscritto da mons. Vincente Navarra vescovo di Bacolod, da mons. Patrick Buzon vescovo di Kabankalan e da mons. Jose Advincula vescovo di San Carlos.

I prelati indicano 4 punti necessari per garantire la giustizia e la pace: il rispetto della legge da parte dei proprietari terrieri; una maggiore efficienza del Dipartimento governativo nell'applicare le leggi; l'equa amministrazione della giustizia da parte dei tribunali a tutela dei diritti dei contadini; uno sforzo maggiore del governo e della polizia nella prevenzione dei crimini.

Nella regione vige una sorta di feudalesimo e le famiglie dei latifondisti si rifiutano di abbandonare le terre possedute dagli avi. Ancora oggi regna la legge del più forte: pistole, squadristi, oro e potere politico sono nelle mani dei latifondisti.

Per i vescovi la riforma agraria è il mezzo più efficace per migliorare l'economia dell'area, ma "la sua applicazione risulta difficile in molti casi, perchè è ostacolata da violenze e paralizzata da contese giudiziarie senza fine, che danneggiano gli agricoltori. Se il Dipartimento per le riforme agrarie non prenderà adeguati provvedimenti, i contadini potrebbero ricorrere alla violenza per difendere se stessi, le famiglie e le proprietà".

L'ultimo episodio di violenza risale al 3 settembre: uomini armati – al soldo di un gruppo di latifondisti – hanno assassinato Teresa Mameng, contadina di 60 anni. Il gruppo ha assaltato numerose abitazioni del villaggio in cui viveva la donna, mettendo in fuga gli abitanti. I più fortunati hanno trovato un riparo nel buio della notte. Diversa la sorte di Mameng: l'hanno uccisa proprio sul pezzetto di terra per cui lei e gli altri beneficiari delle riforme avevano lottato a lungo. Lo scorso anno anche suo figlio Jimmy, 35 anni, è stato ucciso dagli uomini di sicurezza al servizio dei latifondisti.

Secondo un'inchiesta condotta fra il giugno del 2000 e il settembre del 2004, 39 agricoltori sono stati ingiustamente arrestati, 57 feriti e 15 assassinati. L'inchiesta aggiunge che sono 58 i procedimenti civili o penali presentati nei confronti di oltre 3000 agricoltori; essi detengono i diritti sulle proprietà protette dalla legge di riforma agraria.

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