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INDIA
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Violenza in Manipur: donne stuprate e costrette a sfilare nude

di Nirmala Carvalho

Un video che risale a inizio maggio e divenuto virale oggi fa luce sulle brutalità degli scontri etnici tra le comunità Kuki e Meitei. La polizia ha registrato una denuncia per rapimento, stupro di gruppo e omicidio dopo che i famigliari di una delle due donne che appaiono nel filmato sarebbero stati uccisi. Il premier indiano Modi ha per la prima volta rotto il silenzio sulle atrocità. L'arcivescovo di Imphal: "C'è un completo collasso dell'umanità. Costretti a mandare gli aiuti per via aerea".

Imphal (AsiaNews) - È diventato virale in India un video proveniente dallo Stato nord-orietale del Manipur in cui appaiono due donne costrette a sfilare nude dopo essere probabilmente state stuprate. Da inizio maggio la regione è devastata dai violenti scontri che da settimane raccontiamo su AsiaNews tra le comunità Kuki (i cui membri sono in prevalenza cristiani) e Meitei (soprattutto indù), in un contesto in cui la sospensione di internet ha reso difficile la diffusione delle informazioni.

Il filmato, in cui si vedono le donne che vengono palpeggiate e molestate da un gruppo di uomini, risale al 4 maggio e adesso sta destando indignazione in tutto il Paese. La polizia ha aperto un’indagine per rapimento, stupro di gruppo e successivamente omicidio, mentre il primo ministro Narendra Modi ha affermato che “nessun colpevole sarà risparmiato”, rompendo per la prima volta il suo silenzio che durava da più di due mesi su quanto sta accadendo nel Manipur. “Assicuro alla nazione che la legge farà il suo corso con tutta la sua forza. Quello che è successo con le figlie del Manipur non potrà mai essere perdonato”, ha aggiunto.

Secondo mons. Dominic Lumon, arcivescovo di Imphal, capoluogo del Manipur, si sta verificando “un completo collasso dell’umanità”. “Sono rimasto sconvolto e addolorato quando ho saputo di questa orribile vicenda diventata virale, una violenza brutale che si aggiunge ad altre violazioni perpetrate contro le nostre donne negli ultimi tre mesi”, ha detto ad AsiaNews

Almeno 130 persone sono morte dall’inizio degli scontri e oltre 60mila sono sfollate. Secondo l’Indigenous Tribal Leaders’ Forum la violenza è stata commessa nel villaggio di Nongpok Sekmai, nel distretto di Thoubal, contro donne appartenenti alla tribù dei Kuki. "Lo stupro di gruppo delle donne è avvenuto dopo che il villaggio è stato bruciato e due uomini - uno di mezza età e un altro adolescente - sono stati picchiati a morte dalla folla", ha comunicato l'organizzazione.

Secondo fonti di polizia il padre e il fratello di 19 anni della donna che è stata violentata sarebbero stati uccisi mentre tentavano di fuggire verso la foresta. Il fratello stava probabilmente tentando di proteggere la sorella dalle violenze. Nel primo rapporto informativo si legge che l’intervento della polizia è stato bloccato da una folla di circa 900-1.000 persone, alcune delle quali in possesso di armi sofisticate.

“È molto tragico che la società sia divisa lungo linee settarie”, ha proseguito l’arcivescovo Lumon. “Di recente una donna di etnia Naga è stata brutalmente uccisa, invece dovremmo tenere le nostre donne nella massima considerazione”. 

La sofferenza è ancora maggiore nei campi per sfollati, ha spiegato il presule: "Le donne sono state sradicate dalle loro case, abbandonate, hanno lasciato le loro comunità, sono fuggite per la loro vita, e questo è di per sé traumatico. Inoltre in alcuni luoghi i materiali di soccorso e le medicine scarseggiano e noi non siamo in grado di portare aiuti perché dovremmo passare attraverso i territori di comunità in conflitto tra loro, per cui chiediamo alle forze armate di lanciare i materiali di soccorso per via aerea”.

Il governo centrale di Delhi ha chiesto a Twitter e alle altre piattaforme di social media di ritirare il video perché la questione è oggetto di indagine. Tuttavia nonostante la denuncia sia stata per la prima volta registrata nel distretto di Kangpokpi il 18 maggio e il 21 giugno l’incarico sia stato trasferito agli agenti di Thoubal, non è ancora stato effettuato nessun arresto. “La polizia sta facendo il possibile per prendere i colpevoli al più presto”, ha commentato l’arcivescovo.

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