28/04/2020, 08.57
CINA
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Wang Quanzhang riabbraccia finalmente la sua famiglia (Video)

Il noto avvocato per i diritti umani ha scontato una pena di oltre quattro anni. Finita la prigionia, è stato confinato nello Shandong per il coronavirus. Il 26 aprile aveva tentato di raggiungere la moglie, ricoverata in ospedale. Non è chiaro se potrà rimanere a Pechino con i propri cari. Il sospetto delle torture subite in prigionia.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Dopo una lunga prigionia, Wang Quanzhang ha riabbracciato ieri sua moglie e suo figlio a Pechino. Il 5 aprile, finito di scontare una pena di oltre 4 anni per “sovversione contro lo Stato”, il noto avvocato cinese per i diritti umani era stato confinato a Jinan (Shandong), la sua città natale.

Scadute le due settimane di quarantena, giustificate dalle autorità come misura di prevenzione per il coronavirus, a Wang è stato impedito di spostarsi per altri 7 giorni. Egli racconta che in questo periodo è stato sottoposto a una stretta sorveglianza.

Il dissidente ha condiviso su Twitter il video del suo ritorno a casa. Si pensa che la riunione familiare sia stata permessa per le precarie condizioni di salute di sua moglie Li Wenzu. Il 26 aprile, quando Li si trovava in ospedale, Wang ha tentato di raggiungere Pechino, ma la polizia lo ha bloccato e riportato a Jinan.

Li si è battuta a lungo per liberare il marito. In segno di protesta per la condanna, si è rasata il capo, ha organizzato marce, proteste e dimostrazioni. Per questo suo impegno ha subito minacce di morte e arresti domiciliari.

Wang è stato scortato a Pechino da alcuni agenti di polizia. Non è chiaro ancora se gli sarà concesso di rimanere con i propri cari. Egli era stato arrestato nel 2015 in un’operazione di sicurezza denominata “709” (in quanto cominciata il 9 luglio di quell’anno), che aveva colpito altri 300 colleghi – fra essi anche alcuni cristiani protestanti e cattolici. Molti di loro sono stati processati e poi condannati; diversi hanno “confessato” in video le loro colpe; altri sono usciti dalla prigione molto provati dal punto di vista fisico e psicologico, a causa delle torture subite.

Wang aveva difeso attivisti politici (tra cui esponenti del Movimento dei nuovi cittadini), comunità cristiane sotterranee, fedeli del Falun Gong (movimento spirituale fuorilegge in Cina) e contadini vittime di espropri ritenuti illegali. Per più di tre anni la sua famiglia non ha avuto sue notizie, e nessun avvocato ha potuto assisterlo. Poi, all’inizio del 2019, egli è stato condannato dalla Corte intermedia di Tianjin.

Molti attivisti sospettano che Wang abbia subito torture e maltrattamenti durante la prigionia. Finora, il dissidente non ha voluto dire nulla sull’argomento.

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