20/09/2023, 11.06
SRI LANKA
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Wickremesinghe: i Paesi industrializzati risarciscano la 'fuga di cervelli'

di Arundathie Abeysinghe

L'appello è stato lanciato dal presidente dello Sri Lanka parlando dei medici che abbandonano il Paese. I professionisti qualificati sono molto richiesti e lasciano la nazione insulare drenata di risorse umane. Nelle università sarebbero necessari circa il doppio dei docenti tispetto a quelli attualmente rimasti.

Colombo (AsiaNews) - Il presidente dello Sri Lanka, Ranil Wickremesinghe, chiede ai Paesi economicamente avanzati di risarcire i Paesi del Sud globale per il reclutamento di professionisti qualificati, rivolgendosi in particolare a coloro che impiegano medici srilankesi.

Le osservazioni dallo Sri Lanka sono state avanzate il 15 settembre in occasione del G77, il forum dei Paesi non allineati sostenuto dalla Cina tenutosi all’Avana con ospiti 134 Paesi, alla vigilia dell’Assemblea generale delle Nazioni unite in corso a New York.

Secondo Wickremesinghe a causa della fuga di cervelli i Paesi meno industrializzati hanno perso “manodopera istruita” con conseguenti difficoltà economiche indicando come elemento chiave per lo sviluppo di qualsiasi Paese il capitale umano. Il presidente della nazione insulare ha poi citato il successo di India, Giappone, Cina e Corea del Sud che si sono sviluppati favorendo la manodopera interna.

In Sri Lanka diversi ospedali si ritrovano senza medici trasfusionali, chirurghi, anestesisti e cardiologi pediatrici adeguatamente qualificati, creando di conseguenza divario significativo nella fornitura di servizi medici essenziali. Ma oltre ai professionisti medici il Paese dell’Asia meridionale sta affrontando una carenza di professionisti qualificati in molti settori tra cui quello informatico, ingegneristico, e dell’abbigliamento.

Gli ingegneri Mahesh Attnayaka, Chaminda Senanayaka e Gayatri Wijesekera impiegati in una società tech con sede a Colombo hanno raccontato ad AsiaNews che a causa della crisi economica e dell'instabilità politica, un gran numero di professionisti informatici sono migrati all’estero: “Nella nostra azienda eravamo in 1.000 dipendenti, ma siamo rimasti in 760. Coloro che se ne sono andati sono partiti per l’Australia, la Nuova Zelanda, gli Stati Uniti e il Canada. Mentre loro hanno un alto tenore di vita, noi siamo carichi di lavoro e di tasse e affrontiamo un alto costo della vita. Siamo preoccupati per l'educazione dei nostri figli e per il loro futuro. Entro i prossimi due mesi, oltre 100 dipendenti che lavorano in diversi segmenti della nostra azienda andranno all’estero”.

Secondo i docenti universitari Senarath Mannapperuma e Kithsiri Dissanayaka, “i giovani dello Sri Lanka vedono la migrazione come un’opportunità per prospettive di lavoro di successo. La mentalità migratoria è diffusa tra i cittadini. come dimostrano le lunghe code davanti all'ufficio passaporti. L’atteggiamento è comune soprattutto tra giovani istruiti provenienti sia da contesti urbani che rurali, che hanno un'età compresa tra i 25 e i 40 anni”.

“In passato - continuano ancora gli esperti - molti giovani dello Sri Lanka sono tornati in patria per scoprire che non c'erano posti di lavoro disponibili per loro. Quindi la loro unica possibilità è stata quella di lasciare il Paese e ottenere così posizioni ben retribuite che hanno poi portato alla richiesta di residenza permanente, drenando le risorse umane del Paese”. 

"Al momento le lezioni universitarie sono erogate con una capacità minima di accademici. Contro una necessità di 12.992 docenti universitari, ne contiamo solo 6.548. Secondo i dati della University Grants Commission, circa 2mila professori sono migrati solo negli ultimi 18 mesi”.

Circa il 45% dei professionisti qualificati punta a trasferirsi in modo permanente nei Paesi sviluppati. Secondo gli studiosi Manoj Samarathunga e Rasanjalie Kularathne “si tratta di una situazione che riflette un importante problema socio-economico di un gran numero di persone della classe media. Sebbene possa sembrare una minaccia insignificante, è in realtà una questione importante che dovremmo trattare immediatamente come nazione”.

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