L’incontro di Washington ha sancito il ruolo di mediatore degli Usa al posto della Russia. Restano ancora molti i punti da definire, fra cui le cause internazionali reciproche fra Erevan e Baku, frontiere e prigionieri. Ma il nodo centrale è l’apertura del cosiddetto “Corridoio di Zangezur”, ribattezzato “Corridoio di Trump” e sotto il controllo americano. La sfida della Chiesa armena.
Nella recente visita a Istanbul il premier armeno Pašinyan avrebbe di fatto concesso il via libera alla "via turanica" che era uno dei principali obiettivi dell'Azerbaigian nella guerra. Un incontro diretto con Aliev per finalizzare l'accordo di pace tra Erevan e Baku dovrebbe tenersi a Baku a metà luglio. Una svolta che vedrebbe Erdogan come il vero vincitore nella regione, a fronte dell'indebolimento di Mosca e Teheran nei conflitti globali.
Dopo la vicenda dell'aereo con 67 persone a bordo precipitato in dicembre per "interferenze" con la guerra in Ucraina, Azerbaigian e Russia sono di nuovo in piena crisi diplomatica per un raid della polizia. Sullo sfondo la crisi dell'influenza russa nel Caucaso, sempre più messa in ombra dall'attivismo turco nella regione.
In carcere due arcivesacovi (tra cui Galstanyan) dopo un'irruzione della polizia nel patriarcato di Ečmjadzin. Pašinyan accusa direttamente il katholicos Karekin II chiedendone la rimozione, il clero armeno risponde invocando la scomunica del premier. Secondo il governo dietro le "manovre" della Chiesa ci sarebbe Mosca, ma altre voci denunciano l'uso di marchiare ogni opposizione con "il timbro delle spie del Cremlino". Sullo sfondo gli equilibri geopolitici e i negoziati con l'Azerbaigian.
L'Azerbaigian si trova in prima linea rispetto allo scontro tra Israele e l'Iran, con il suo ruolo ambivalente di partner strategico di Tel-Aviv e relazioni complesse e contraddittorie con Teheran. Ma anche la vicina Armenia esprime apertamente il timore che il conflitto possa durare a lungo, coinvolgendo anche i Paesi della regione.
Cortei di portesta durante la visita del ministro degli Esteri di Mosca, a cui molti armeni imputano il mancato sostegno contro gli azeri. Le rassicurazioni russe sull'importanza delle "relazioni di alleanza" tra i due Paesi anche per contrastare il riavvicinamento con l'Europa. Erevan non intende comunque annullare gli accordi in forza dei quali fa parte della Ctso.