08/08/2016, 13.24
TURCHIA
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Erdogan rilancia sulla pena di morte e si prepara a volare in Russia

Una folla di un milione di persone ha partecipato alla manifestazione governativa a favore “dei martiri e della democrazia”. Il presidente, favorevole alla pena capitale, intende “liberare” la nazione dai sostenitori di Gulen. Nel suo intervento il richiamo all’amore fra i turchi “in nome di Allah”. Domani l’incontro con Putin a Mosca per rafforzare le relazioni bilaterali. 

Istanbul (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente turco è pronto a reintrodurre la pena di morte se l’opinione pubblica e il Parlamento si muoveranno in questa direzione. È quanto ha affermato lo stesso Recep Tayyip Erdogan, rivolgendosi a una folla di oltre un milione di persone riunita ieri sulle sponde del mare di Marmara, nella parte europea di Istanbul, per la manifestazione promossa dal governo a favore “dei martiri e della democrazia”. Si tratta dell’ennesima prova di forza dei vertici di Ankara e del suo leader, in risposta al tentativo di colpo di Stato della notte fra il 15 e il 16 luglio lanciato da una parte dell’esercito.

Rivolgendosi ai dimostranti, Erdogan ha inoltre promesso di liberare la nazione dai sostenitori del leader spirituale Fethullah Gulen, in esilio negli Stati Uniti e considerato la mente del golpe; accuse che lo stesso Gulen ha sempre respinto con forza in queste settimane.

Sulla pena di morte, il presidente ha affermato che “la sovranità appartiene al popolo” e “se il popolo prende questa decisione, i partiti si conformeranno” approvandola in Parlamento. Egli ha ricordato che Stati Uniti, Giappone e Cina applicano la pena capitale e anche la Turchia è pronta a reintrodurla, nonostante le minacce di un’Europa pronta a chiudere le porte dell’Unione ad Ankara.

Alla manifestazione nel quartiere Yenikapi di Istanbul - un milione i presenti secondo le prime stime, fino a cinque per il governo - hanno partecipato i leader di due dei tre partiti di opposizione. Assente il movimento curdo, grande nemico del presidente turco, che non è stato invitato all’evento. 

Il tema della reintroduzione della pena di morte è una delle questioni più dibattute delle ultime settimane, insieme alla dura repressione del governo contro le persone sospettate di avere sostenuto o fiancheggiato il golpe. In meno di un mese migliaia di dipendenti pubblici sono stati licenziati, così come sono stati cacciati migliaia di soldati e centinaia di giornalisti, magistrati, giudici e presidi di scuole pubbliche. Almeno 18mila le persone finora fermate per interrogatorio o arrestate. 

Il premier turco Binali Yildirim ha dichiarato che “non agiremo con motivazioni di vendetta” ma “dentro lo stato di diritto”. Egli ha inoltre assicurato che “Gulen verrà in Turchia e pagherà per quello che ha fatto”. 

La manifestazione “pro democrazia” di ieri avrebbe dovuto rappresentare l’apice delle dimostrazioni di unità nazionale e di forza del governo, in risposta al tentativo di golpe in cui sono morte 270 persone. “Continueremo sulla strada della solidarietà” ha rilanciato Erdogan, che non ha mancato di ammiccare all’ala islamica sottolineando che “ci ameremo non per il rango o per il titolo, ma per Allah”. 

Nel frattempo, in polemica con l’Unione europea e gli Stati Uniti, il governo turco prosegue la politica di riavvicinamento con il Cremlino, dopo le settimane di gelo in seguito all’abbattimento di un jet russo al confine con la Siria. Domani il presidente Erdogan incontrerà Vladimir Putin, per sancire una nuova atmosfera di collaborazione fra i due Paesi.

“Questa sarà una visita storica, un nuovo inizio” ha affermato Erdogan in un’intervista all’agenzia russa Tass. "Ai colloqui con il mio amico Vladimir (Putin) - ha aggiunto - credo che si aprirà una nuova pagina nelle relazioni bilaterali”. In agenda la politica internazionale, la guerra in Siria, la questione energetica e la lotta al terrorismo. 

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