01/09/2015, 00.00
HONG KONG – CINA
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Hong Kong, una mostra sul Kuomintang riapre il dibattito sulla guerra col Giappone

Organizzata da un collezionista, figlio di un simpatizzante del Partito nazionalista, l’esposizione vuole ricordare il contributo del Kmt nella lotta contro gli invasori: “La storia è stata riscritta dai comunisti, che invece di attaccare il nemico se la prendevano con gli oppositori politici”. L’apertura alla vigilia delle celebrazioni per la fine della guerra.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – La verità sul conflitto sino-giapponese “deve essere ancora scritta. La storia dell’impegno del Partito nazionalista è stata cancellata dai rivali comunisti, che sostengono di aver scacciato l’invasore giapponese quando in realtà se la sono presa con i loro oppositori politici. Ma la verità è importante”. Lo ha dichiarato Soong Shu-kong, architetto e collezionista di cimeli storici, presentando la mostra sul Kuomintang. L’esposizione apre i battenti il prossimo 4 settembre, vigilia dei festeggiamenti per la fine della guerra contro il Giappone, ed è ospitata a Hong Kong.

Soong, 53 anni, è figlio di un simpatizzante del Partito nazionalista e oggi vive a Taiwan: “Sempre più persone – ha detto – vogliono riscrivere la storia cinese. Ma come intellettuali dobbiamo rispondere alla nostra coscienza. Soltanto gli schiavi ignorano la verità e si inchinano ai potenti di turno”. Il riferimento è appunto al governo centrale cinese: “La verità sull’impegno del Kmt è stata taciuta dal Partito comunista, che ha dichiarato di aver vinto la guerra quando in realtà si è concentrato sull’attaccare i nemici politici”.

La scelta di Hong Kong, luogo di nascita di Soong, non è casuale: “Qui moltissimi leader nazionalisti, dal dott. Sun Yat-sen in poi, si sono incontrati per organizzare il rovesciamento dell’Impero e la prima Repubblica. Ma i loro nomi sono dimenticati, e questo non è giusto”.

Dalla nascita della Repubblica al 1949, il Kuomintang e il Partito comunista (nato in seguito) si sono scontrati per motivi ideologici e politici. Le due fazioni, sulla carta, stipularono un accordo di non belligeranza durante tutta l’occupazione nipponica e si unirono per combattere i giapponesi. Tuttavia, vi sono decine di casi “sospetti”, nella storia nazionale, in cui le truppe “alleate” si massacrarono a vicenda.

L’esibizione copre appunto il periodo che va dal rovesciamento dei Qing – avvenuto nel 1911 – fino alla fine della seconda guerra sino-giapponese. In mostra oltre 300 fra artefatti e oggetti d’arte, ma anche moltissimi documenti di grande importanza fra cui testi autografi di Sun – noto come “padre della Cina moderna” – e una copia del prestito da 20 milioni di dollari concesso dagli Stati Uniti a Chiang Kai-shek. 

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