09/02/2012, 00.00
INDIA
Invia ad un amico

L’India spinge nella corsa agli armamenti, per difendersi dalla Cina

Decine di miliardi di dollari per un sottomarino nucleare dalla Russia, 126 aerei da combattimento dalla Francia e una portaerei. New Delhi, primo importatore d’armi al mondo, cerca di frenare lo strapotere di Pechino lungo i confini e nell’Oceano indiano. Ma intanto il ministro indiano degli affari esteri dichiara “pieno sostegno” a Pechino sulla questione tibetana.
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Con 126 aerei da combattimento dalla Francia, un sottomarino nucleare dalla Russia e la costruzione della sua prima portaerei, l’India spinge l’acceleratore nella sua corsa agli armamenti. Con una spesa militare di decine di miliardi di dollari, New Delhi cercherà di contrastare lo strapotere di Pechino per il controllo lungo i confini himalayani e la crescente influenza nell’Oceano indiano. Gli analisti definiscono “remota” la possibilità di un conflitto tra i due giganti asiatici, ma non escludono tensioni nell’area dell’Himalaya.

“Negli ultimi due anni – afferma Gurmeet Kanwal, direttore del Centre for Land Warfare Studies (finanziato dall’esercito indiano, ndr) di New Delhi – Pechino ha condotto una politica aggressiva sul piano diplomatico, politico e militare”. La Cina ha infatti finanziato lo sviluppo di porti in Pakistan, Sri Lanka, Bangladesh e Myanmar, acquistando così maggior potere nell’area.

Secondo Zhao Gancheng, un esperto dello Shanghai Institute of Foreign Studies, le ragioni dell’India per sviluppare il suo apparato militare vanno “ben oltre” la Cina. “New Delhi – spiega – osserva con cautela le mosse di Pechino, soprattutto per vecchie questioni mai risolte. Ma credo che l’obiettivo principale dell’India sia diventare un grande Paese a livello mondiale. E solo rinforzando la difesa può affrontare le potenziali minacce della Cina e di altri Stati”. Dal punto di vista cinese, spiega Zhao, “questa corsa indiana non preoccupa Pechino. In pochi guardano all’India come a una minaccia”.

La spinta indiana a modernizzare il proprio apparato militare era attesa da tempo, visto che gran parte degli equipaggiamenti risalivano al periodo sovietico. Inoltre, la richiesta continua di caccia, elicotteri e unità navali hanno reso l’India il più grande importatore d’armi al mondo. Un rapporto dello svedese Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) del 14 marzo 2011, parlava infatti di un volume del 9% per i trasferimenti internazionali di armi tra il 2006 e il 2010. Di questo, l’82% proveniente dalla Russia (v. 15/03/2011, “È l’India il primo importatore d’armi al mondo”).

Il costo iniziale dei 126 aerei da combattimento, comprati dalla francese Dassault, si aggira intorno agli 11 miliardi di dollari. Tuttavia, equipaggiamento, manutenzione e garanzie dovrebbero raddoppiare il prezzo. La scorsa settimana, la marina indiana ha preso il comando del sottomarino nucleare russo Nerpa, rinominato Ins Chakra-II. L’India entra così a fare parte del ristretto gruppo di Paesi dotati di sottomarini nucleari: Stati Uniti, Francia, Russia, Gran Bretagna e Cina. Il Chakra resterà a New Delhi per i prossimi 10 anni, a un costo di quasi un miliardo di dollari.

Tuttavia, India e Cina non sembrano dare peso a questa corsa agli armamenti, né alle possibili tensioni. È di ieri la dichiarazione di S.M. Krishna, ministro indiano degli Affari esteri, che ha espresso “pieno sostegno” a Pechino sulla questione tibetana, dagli arresti nel Sichuan alle crescenti autoimmolazioni di monaci. Un’affermazione quantomeno inaspettata, visto che Dharamsala (Himanachal Pradesh) è sede del governo tibetano in esilio dal 1960. Krishna era nella capitale cinese per l’inaugurazione della nuova ambasciata indiana, costata 10 milioni di dollari.


TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Asia e Medio oriente, la Mecca delle importazioni di armi
23/02/2016 10:42
Attivisti tibetani all’Europa: non scordate i diritti umani
30/11/2009
El Salvador sceglie la Cina e lascia Taiwan
21/08/2018 08:37
La strategia di Pechino e la missione in Libano
20/09/2006
Pechino non ha fretta col Vaticano; Dalai Lama pericoloso
13/04/2006


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”