25/05/2017, 12.22
SRI LANKA
Invia ad un amico

Sri Lanka, 15 aggressioni contro musulmani in poco più di un mese

di Melani Manel Perera

Gli attivisti del Secretariat for Muslims denunciano 538 episodi di violenza tra il 2013 e il 2015. Gli autori sono estremisti buddisti appartenenti a gruppi come il Bodu Bala Sena. Ambasciatore Usa: “Certi che Colombo adotterà azioni immediate”. Musulmani: “La realtà è ben diversa”.

Sri Lanka (AsiaNews) – Aumento delle violenze ai danni dei musulmani, apatia del governo e silenzio complice delle gerarchie buddiste. È quanto denunciano gli attivisti del Secretariat for Muslims (Sfm), organizzazione islamica attiva in Sri Lanka, che riporta 538 episodi di violenze, intimidazioni e aggressioni compiuti tra il 2013 e il 2015 contro la minoranza musulmana. Secondo gli attivisti, nell’ultimo periodo le aggressioni si sono addirittura intensificate. Essi parlano di almeno 15 casi – tra aggressioni personali, alle moschee e ai negozi – registrati tra il 16 aprile [giorno successivo al Nuovo anno singalese, ndr] e il 22 maggio. “Alcuni gruppi di buddisti – dichiarano – hanno colpito luoghi di culto e attività commerciali in varie parti del Paese. L’obiettivo è diffondere il loro potere e l’odio tra i cittadini di questa nazione che amano la pace”.

Secondo l’attivista Hilmy Ahamed, “dalla fine del Capodanno singalese e tamil assistiamo ad una ripresa degli assalti contro i musulmani, perpetrati da forze estremiste buddiste. Dal 16 aprile ci sono stati almeno 20 aggressioni o tentate aggressioni, intimidazioni, minacce a persone, luoghi sacri e di lavoro. Queste rinnovate minacce provengono da gruppi come Bodu Bala Sena, Sinhala Ravaya, Sinha-le e Mahason Balaya, solo per citarne alcuni”.

Nel dettaglio, i buddisti hanno dato alle fiamme (e in alcuni casi distrutto completamente) una profumeria a Elpitiya, una pelletteria a Wijerama Junction, lo showroom Last Chance Electrical, la moschea di Panadura; hanno compiuto assalti contro le moschee di Ibrahim Jumma a Kohilawatta e quella di Mallawapitiya a Kurunegala, due negozi di Panadura, il villaggio a maggioranza islamica di Selvanagar nel distretto di Trincomalee, e quello di Selva Nagar. Inoltre gli estremisti hanno pronunciato offese contro Allah, minacciato i musulmani di Onegama a Polonnaruwa, requisito le terre a Irrakamam nell’area di Mayakkali. In prima linea nelle violenze anche il ven. Gnanasara Thero, monaco buddista a capo del Bodu Bala Sena, che a Irrakamam ha incitato all’odio contro i musulmani.

Mano Ganesan, ministro per la coesistenza nazionale, il dialogo e le lingue ufficiali, ha detto: “Questo è un tentativo di rendere violenti i musulmani e fare in modo che essi agiscano contro il governo. Alcuni gruppi usano i fedeli islamici per dividere il Paese su differenze religiose ed etniche”. Commentando le violenze, Athul Keshap, ambasciatore americano a Colombo, ha scritto su Twitter: “Tutti gli attacchi che hanno come obiettivo i luoghi religiosi devono essere condannati. Il governo degli Stati Uniti è certo che quello dello Sri Lanka adotterà azioni immediate”.

Di fronte alle certezze del diplomatico, i musulmani però lamentano che la situazione è ben diversa. “Nessuna azione legale è stata intrapresa”. Al contrario, gli attivisti del Sfm riferiscono che spesso è proprio la polizia a fare pressione affinchè gli islamici non sporgano denuncia.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Sri Lanka, violenze contro i musulmani: dichiarato lo stato d’emergenza (Foto)
06/03/2018 12:41
Sri Lanka, arrestate 49 persone per le violenze anti-islamiche
18/06/2014
Sri Lanka, non si ferma la violenza dei buddisti radicali contro i musulmani
17/06/2014
Colombo, "ignoti" picchiano a sangue un monaco buddista che difende i musulmani
19/06/2014
​Il cardinale Ranjith chiede al governo di rivelare le menti dell'attacco di Pasqua
03/03/2021 12:36


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”