Ad AsiaNews l’arcivescovo di Teheran-Ispahan dei latini racconta la preoccupazione per l’escalation delle ultime ore. Il porporato - che ha partecipato al conclave che ha eletto Leone XIV - era stato nominato da papa Francesco proprio per mantenere viva “la presenza” cristiana con il compito di “integrare, includere, essere in contatto con la nazione nei suoi vari livelli”.
Il presidente libanese primo capo di Stato della regione in udienza dal pontefice proprio nelle ore dell'attacco israeliano a Teheran. Nella nota della Santa Sede il riferimento alle “buone relazioni” con Beirut e il sostegno al “processo di stabilizzazione e riforme”. Preoccupazione in Libano per il nuovo fronte di guerra: Hezbollah assicura che non intraprenderà “iniziative militari”. In gioco anche il destino di Unifil.
Per l’esperto giordano il quadro è “negativo” con Israele che “opera in diversi fronti non confinanti“, forse presto anche “dentro” la Repubblica islamica. Gli Stati Uniti ordinano l’evacuazione dell’ambasciata in Iraq, fronte più esposto in caso di conflitto. L’Aiea approva una risoluzione contro l’Iran, possibili nuove sanzioni.
Realizzato nel 1898 è il secondo edificio in legno più grande al mondo. Restituito al Fanar nel 2010 è inserito nella lista dei Patrimoni Culturali Europei. Dietro la decisione i consistenti costi di gestione della struttura e i timori per la sicurezza. Per il patriarcato non può più “restare in piedi senza generare introiti”
Da Riyadh e Abu Dhabi investimenti miliardari nell’intelligenza artificiali e nei data center. Una corsa a due seguita con attenzione, e qualche timore, da Washington e Pechino che cercano di rafforzare le partnership. Il Golfo dispone di energia e denaro, ma mancano ancora talenti qualificati e menti brillanti. Nel primo trimestre boom del Pil saudita trainato dal settore non petrolifero.
Nel fine settimana recuperato il cadavere del bracciante agricolo Nattapong Pinta, deceduto durante le prima fasi della prigionia. Il cordoglio di Bangkok. Appello della sorella del prigioniero nepalese Bipin Joshi, la cui sorte è incerta. Sul fronte interno attesa per il voto alla Knesset l’11 giugno sullo scioglimento del Parlamento; dietro la crisi la questione del servizio militare per gli haredi.