22/11/2023, 14.20
INDIA
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Card. Poola: nasce dal cuore dell'uomo la crisi ambientale

di card. Anthony Poola *

A Bangalore in corso un seminario promosso dai vescovi sulla prospettiva dell'ecologia integrale in India. L'intervento introduttivo dell'arcivescovo di Hyderabad: "La cura ecologica integrale non è solo un’idea; è un'espressione viva del nostro amore per Dio e del nostro amore per il prossimo, sia vicino che lontano".

Bangalore (AsiaNews) - Dal 21 al 23 novembre la Conferenza episcopale indiana (CBCI) e il Consiglio dei vescovi di rito latino dell’India (CCBI) stanno tenendo una conferenza ecologica nazionale presso il Dharmaram Vidya Kshetram (DVK), a Bangalore, sul tema "Cura della nostra casa comune, verso un'ecologia integrale in India". Obiettivo dell’iniziativa è: comprendere l'esatta situazione ecologica dell'India, la risposta del governo e le azioni della Chiesa e delle altre religioni per proteggere la nostra casa comune. Pubblichiamo ampi stralci dell’intervento introduttivo tenuto dal card. Anthony Poola, arcivescovo di Hyderabad.

La cura ecologica integrale, come presentata nell'enciclica Laudato Si’ di papa Francesco, è una chiamata all'azione che sottolinea l'interconnessione di tutta la vita sulla terra. Nel magistero cattolico, è radicata in diversi principi chiave che guidano la nostra risposta alle sfide ambientali che dobbiamo affrontare oggi.

1. La creazione come dono: la nostra fede ci insegna che la Terra è un dono prezioso di Dio. Nel libro della Genesi, leggiamo che Dio creò il mondo e lo dichiarò buono. A noi è affidata la cura di questo dono, una responsabilità sacra.

2. La gestione: siamo chiamati a essere amministratori della creazione di Dio, non proprietari. Il nostro ruolo è quello di proteggere e preservare l'ambiente, riconoscendo che siamo responsabili di fronte a Dio per come gestiamo le risorse che ci sono state affidate.

3. Il bene comune: la dottrina sociale cattolica sottolinea il bene comune, che si estende all'ambiente. Un pianeta sano è essenziale per il benessere di tutti ed è nostro dovere morale salvaguardarlo a beneficio delle generazioni presenti e future.

4. Solidarietà e cura dei poveri: la cura ecologica integrale è un'espressione di solidarietà con i poveri e gli emarginati. I più colpiti sono spesso i meno responsabili del degrado ambientale. La nostra fede ci dice che dobbiamo difendere la giustizia e lavorare per alleviare le loro sofferenze.

5. Interconnessione: il nostro mondo è un'intricata rete di vita. Proprio come siamo tutti collegati attraverso il corpo di Cristo, tutta la vita sulla terra è interconnessa. Quando danneggiamo una parte della creazione, la colpiamo tutta.

6. Conversione e pentimento: gli insegnamenti cattolici invitano a una conversione del cuore e a uno spirito di pentimento. Riconoscendo i nostri fallimenti passati nella cura dell'ambiente, siamo chiamati a cambiare i nostri atteggiamenti, comportamenti e stili di vita.

Abbracciando il messaggio della cura ecologica integrale, rispondiamo alla chiamata di Dio a essere amministratori responsabili della sua creazione. Questa chiamata è sia morale sia spirituale e unisce la nostra fede alle nostre azioni per proteggere la nostra casa comune.

La Laudate Deum sulla cura dei poveri e della terra - la sesta esortazione apostolica di papa Francesco - racchiude come in una capsula l'intero dibattito sulla crisi climatica e lo presenta come un punto di non ritorno. Nella Laudato Si' il papa aveva adottato un approccio esterno alla crisi ambientale, mentre qui l'approccio è interno. Infatti, il Santo Padre vede la crisi come emergente dal cuore delle persone, che cercano di prendere il posto di Dio. Il nuovo documento mette in discussione la politica internazionale e le iniziative globali e chiama i leader a un esame di coscienza per capire a che punto sono nei loro tentativi di proteggere la terra.

Papa Francesco propone due delle sue convinzioni più volte ribadite: "Tutto è collegato" e "Nessuno si salva da solo" (cfr. n. 19). E l'esortazione apostolica si conclude con un avvertimento: se le persone umane pretendono di prendere il posto di Dio, diventano i loro peggiori nemici.

Nel 2013, quando Papa Francesco ha inaugurato il suo pontificato nella festa di san Giuseppe, Sposo di Maria, ha presentato Giuseppe con l'immagine di un custode. In effetti, "custode" è l'immagine in cui si rispecchia il Santo Padre stesso. Con l'enciclica Laudato Si' si è presentato come il custode della casa comune, con Fratelli Tutti come il protettore delle persone umane vulnerabili, e ora con la Laudate Deum ribadisce lo stesso concetto, chiamando ognuno di noi a essere un custode. Mentre la Chiesa si avvia alla fase finale della XVI Assemblea Generale del Sinodo per una Chiesa sinodale, è giunto il momento di unirci anche alla terra, abbracciandola con empatia.

In conclusione, ispiriamoci agli insegnamenti della nostra fede per intraprendere azioni significative e risolute. La cura ecologica integrale non è solo un’idea; è un'espressione viva del nostro amore per Dio e del nostro amore per il prossimo, sia vicino che lontano. Come ci ricorda papa Francesco nella Laudato Si', “vivere la nostra vocazione a essere protettori dell'opera di Dio è essenziale per una vita virtuosa; non è un aspetto opzionale o secondario della nostra esperienza cristiana”.

Che questo messaggio ci guidi nei nostri sforzi individuali e collettivi per prenderci cura dell'ambiente e lavorare per un mondo più giusto, sostenibile e compassionevole.

* cardinale, arcivesco di Hyderabad

(ha collaborato Nirmala Carvalho)

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