17/08/2010, 00.00
CINA - VATICANO
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Cattolico sotterraneo: Che tristezza vedere i cambiamenti di mons. An Shuxin

di Wang Zhicheng
Mons. An è divenuto vescovo ufficiale di Baoding, dopo aver militato nella Chiesa sotterranea per 25 anni e aver passato 10 anni in prigione. La sua scelta ha diviso i fedeli della diocesi. Per i cattolici egli è usato come un burattino dal governo cinese per dividere la Chiesa. Il tempo del martirio non è finito ed è necessario rimanere uniti con il papa. La preghiera a Nostra Signora di Donglu. La testimonianza sofferta di un fedele della Chiesa in Cina.
Baoding (AsiaNews) – Sono rimasto profondamente colpito a sentire la notizia che il 7 agosto scorso mons. Francesco An Shuxin, vescovo coadiutore di Baoding e in passato della comunità sotterranea, è stato insediato ufficialmente, per una deliberata decisione del governo cinese[1].
 
Alla cerimonia hanno preso parte personalità del dipartimento nazionale del Fronte unito, del ministero degli affari religiosi; membri del Fronte unito dell’Hebei; della Commissione per gli affari religiosi ed etnici della provincia dell’Hebei; membri del governo cittadino di Baoding; personalità dell’Associazione patriottica e del Consiglio dei vescovi della Chiesa cinese. Tutto questo mostra quanta importanza il governo cinese dà a questo caso.
 
Alcune persone dicono che mons. An cambierà posizione. Si dice che egli cambi posizione ad ogni passo e il detto ha qualche verità.
 
All’inizio degli anni ’80, la Chiesa era appena uscita da un periodo buio e le attività religiose stavano rinascendo. An Shuxin era un giovane cattolico fervente di Anzhuang, nella contea di Xushui, che sperava di consacrarsi al Signore. La sua vocazione è stata nutrita da p. Zhu Yousan dello stesso villaggio, conosciuto per la sua profonda fede e il suo zelo missionario.
 
Grazie alla raccomandazione di quel sacerdote e ad alcuni contatti, mons. Giuseppe Fan Xueyan di Baoding ha riconosciuto in quel giovane fervente come uno di un primo gruppo di operai chiamati a lavorare nella vigna del Signore. In seguito, mons Fan, incurante della inadeguata preparazione culturale di An (aveva fatto le scuole elementari), lo ha ordinato sacerdote il 1° gennaio 1981. An era onorato di essere il primo sacerdote della diocesi di Baoding ad essere ordinato dopo la Rivoluzione culturale (1966-1976).
 
Il 2 maggio 1992, An e Giacomo Su Zhimin sono stati ordinati insieme vescovi; Su come ordinario, An come suo ausiliare. Fra il ’96 e il ’97, entrambi sono stati arrestati. An ha servito la “Chiesa fedele” [sotterranea – ndr] per 25 anni, compresi 10 anni di prigione. I due vescovi sono stati come un’aurora e un faro, un segno di luce e di speranza per tutti i cattolici “fedeli” nel mantenersi attaccati alla verità.
 
Il primo passo di An Shuxin: finalmente libero
 
Nell’agosto 2006, nella chiesa di Donglu, mons. An ha concelebrato con mons. Su Changshan, vescovo patriottico[2], e altri sette sacerdoti. Il 24 dello stesso mese egli è stato liberato, godendosi la sua libertà e vivendo nella chiesa di Anzhang, nella contea di Xushui.
 
Il 9 dicembre 2006, a Donglu, la diocesi di Baoding ha fatto i funerali a mons. Su Changshan, vescovo illecitamente ordinato. Con grande sorpresa, il presidente della celebrazione è stato mons. An, liberato da poco. A questo punto, gli osservatori più attenti hanno cominciato a dire: mons. An è impotente e viene usato.
 
Secondo passo: godere della vicepresidenza dell’Associazione patriottica
 
Nel 2009, quando An ha accettato la posizione di vice-presidente dell’Associazione patriottica di Baoding, la diocesi e l’intera Chiesa della Cina sono rimaste scioccate. Questa mossa ha ricordato ai fedeli i giorni in cui egli e mons. Su Zhimin sono stati ordinati da mons. Fan come vescovi di una “fedeltà di acciaio”, e si sono domandati come mai, pur “venendo dalla stessa casa, ora si comportano in modo così diverso”.
 
Terzo passo: occupare il seggio episcopale
 
Il governo cinese ha domandato a mons. An di istallarsi come vescovo di Baoding, sebbene l’ordinario di Baoding sia mons. Su Zhimin, ancora in prigione. La messa è stata presieduta da mons. An e concelebrata da mons. Liu Jinghe e mons. Fang Jianping, entrambi di Tangshan, come pure da 24 sacerdoti. Prima della messa, è stata letta la lettera di nomina da parte dell’Associazione patriottica e del Consiglio dei vescovi cinesi. Gli sono stati presentati un anello episcopale e una mitra. La messa è durata oltre un’ora.
 
Tutto è avvenuto come per il Giappone durante la guerra sino-giapponese in cui Tokyo voleva smembrare la Cina. Questa volta, mons. An è divenuto anche un burattino. Egli ha guadagnato potere per realizzare il piano del governo di “eliminare la Chiesa fedele e rafforzare la Chiesa indipendente”. Molte persone bollano questa vicenda come una farsa, mostrando An come uno che si è prostrato per piacere e guadagnare sostegno da alcune alte personalità del governo. Egli è stato così imbelle che non ha potuto ritirarsi, proprio come è avvenuto per il primo vescovo illecito, mons. Dong Guangqing[3]. Il tempo non si è fermato, ma la mente delle persone sembra essere regredita e cose simili avvengono perfino ai giorni nostri.
 
Durante questi decenni di persecuzione, alcuni si sono arresi ai favori del governo e hanno cambiato posizione. Essi si sono difesi perfino dicendo che seguono le istruzioni della Santa Sede. Questo è avvenuto finché la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli non è stata costretta a pubblicare una dichiarazione per fermare questo andazzo. Nel febbraio 2010, il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, ha inviato una lettera a mons. An, precisando che la sua posizione è speciale e che avrebbe dovuto evitare di unirsi all’Associazione patriottica.
 
La cura mostrata dalla Santa Sede verso mons. An è un segno dell’amore di Dio, ma i manipolatori di mons. An non l’hanno accettato. Al contrario, l’hanno usato per i loro motivi malvagi, rendendo pubblico il terzo passo di mons. An.
 
Nel 2008 è apparsa una notizia strana: della gente ha visto del fumo venire fuori da sotto la statua della Madonna sulla sommità del santuario di Sheshan. Il fumo nero simbolizza confusione e idee malate; Sheshan è il santuario citato nella Lettera del papa[4]. Il messaggio era chiaro: la Chiesa in Cina avrebbe sofferto di confusione, perché il diavolo non l’avrebbe lasciata con facilità. La lotta fra il diavolo e la Chiesa è incandescente e acuta.
 
Sebbene mons. An sia un caso speciale, egli agisce come una pedina nelle mani del governo, da giocare contro la Santa Sede. Da là, esso sta ampliando gli effetti. Presto ci sarà una nuova farsa. Per Roma è tempo di valutare la propria strategia.
 
Il defunto mons. Fan di Baoding aveva avvertito: Vi sono persone che vogliono costringerci ad allontanarci dal papa, nostro capo e divenire indipendenti dalla Chiesa santa e cattolica e romana, che significa: vogliono distruggerci. È possibile? Potete permetter a un altro di tagliare la vostra testa? No, impossibile. Affrontando il diavolo, quale atteggiamento deve avere il cristiano? Deve essere indulgente e umile? Deve piegarsi e obbedire agli ordini? No, noi dobbiamo mantenere [ferma] la verità, preservare la fede. Il compromesso e l’arrendersi non è la strada.
 
In Cina non vi è libertà religiosa. Invece, vi sono molte politiche soffici, perfino migliori di quelle del passato. Ma questa non può essere una ragione per tradire. Pensiamo ai martiri cinesi. Che tipo di testimonianza essi hanno professato? Essi non hanno tradito la fede o criticato la controversia dei riti [5]
per le difficoltà incontrate. Essi si sono invece sacrificati per la fede. Il card. Ignazio Gong Pinmei, mons. Giuseppe Fan Xueyen, il p. Zhang Boda, mons. Su Zhimin sono degli esempi eccezionali. Essi hanno imparato da Gesù nel Getsemani: Ascoltare le parole del Padre e fare la Sua volontà. .
 
Il 5 luglio 2010, il card. Dias della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, ha inviato una lettera ai sacerdoti cinesi. In essa egli dice: “Un ecclesiastico avrà, quindi, cura di resistere a ogni desiderio di arricchirsi di beni materiali o di cercare favori per la propria famiglia o etnia, o di nutrire una malsana ambizione di fare carriera nella società o nella politica. Tutto questo è estraneo alla sua vocazione sacerdotale e lo distrae gravemente dalla sua missione di condurre i suoi fedeli, da buon pastore, sulla via della santità, della giustizia e della pace”. Questo è proprio un punto su cui il nostro clero cinese dovrebbe riflettere!
 
Siamo certo familiari con la parabola della pecorella perduta e delle 99 che sono state lasciate nel deserto. Gesù dice: Chi fra voi, avendo 100 pecore e perdendone una, non lascia ne 99 nel deserto e va in cerca di quella perduta? Certo, quella perduta è forse un po’ discola e curiosa, vuole guardarsi intorno per trovare nuovi luoghi e più interessanti. Il suo cuore forse non teme di trovarsi in un ambiente estraneo o di incrociare qualche disastro. Essa è felice in tutto il suo percorso. Ha camminato per suo conto, si è staccata dal gregge e dal pastore. Non ha seguito la folla per agire insieme e camminare insieme. Volendo camminare per la sua via, ha perso la strada.
 
Qui io vorrei ricordare che noi siamo una comunità della Chiesa cattolica. Il papa è il nostro vicario di Cristo. Il papa è il pastore e noi siamo il gregge. Le nostre azioni dovrebbero seguire l’insegnamento e la direzione stabiliti dal papa. Non ci stacchiamo dal gregge e comprendiamo il significato del pastore che ritrova la sua pecora: C’è più gioia in cielo per un peccatore che si pente che per 99 che non hanno bisogno di pentirsi.
 
Nel Getsemani Gesù ha detto ai suoi discepoli: Pregate per non cadere in tentazione. Queste parole si possono applicare alla diocesi di Baoding, dove le persone più care sono nella sofferenza, mentre i nemici sono felici. Dobbiamo imparare ad essere umili, a domandare a Nostra Signora di Donglu[6] di pregare per noi. In tal modo non dimenticheremo le persecuzioni nel periodo anti-coloniale e anti-cristiano della rivolta dei Boxer nel 1900.
 
Concludiamo con un canto a Nostra Signora di Donglu:
 
Santa Maria, nostra Madre celeste, Tu sei la Regina di Donglu, l’aiuto dei cristiani.
Ti preghiamo, proteggi il nostro papa, proteggi la nostra Santa Chiesa, proteggi i nostri fedeli.
Nostra Signora di Donglu, abbi pietà di noi.
Nostra Signora di Donglu, ti preghiamo, aiutaci.
Il nostro cuore confida in Te, grida a Te.
Regina di Donglu, prega per noi.
 
[2] Mons. Su Changshan non era in comunione con la Santa Sede.
[3] Mons. Bernardino Dong Guangqing (1917-2007). Nell’aprile 1958 è stato consacrato vescovo con il volere del Partito comunista, ma senza il permesso del papa.
[4] Cfr. Lettera del Santo Padre Benedetto XVI ai vescovi…e ai fedeli della Chiesa cattolica nella Repubblica Popolare cinese, Libreria editrice Vaticana, 2007.
[5] Diatriba teologica scoppiata nel XVII secolo e proseguita per oltre un secolo e mezzo, riguardo al culto di Confucio e degli antenati, tipici della cultura cinese. Secondo Matteo Ricci e i gesuiti essi erano solo un culto civile e i cristiani potevano continuare a praticarli anche dopo il battesimo. Secondo domenicani e francescani essi erano un culto idolatrico da proibire. Nel 1742 una bolla papale ne proibì la pratica. Nel 1939, Pio XII ne affermò il carattere “civile” e autorizzò i cattolici a praticarli. Secondo diversi studiosi, tale controversia ha frenato l’evangelizzazione della Cina perché ha creato l’impressione che la Chiesa cattolica fosse nemica della cultura cinese.
[6] Il santuario di Donglu è a 20 km da Baoding ed è sorto dopo un’apparizione della Madonna durante le persecuzioni dei Boxer.
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