27/06/2019, 10.14
KAZAKHSTAN
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Chiesa cattolica in Kazakhstan: ‘Un piccolo gregge benedetto dal sangue dei martiri’ (Foto)

La comunità cattolica conta circa 150mila fedeli; nel territorio risiedono religiosi di 20 diverse nazionalità, per un totale di 120 preti e 130 suore. L’evento che ha segnato la rinascita della Chiesa dopo le persecuzioni sovietiche è stata la visita apostolica di papa Giovanni Paolo II nel 2001. Arcivescovo di Nur-Sultan: “Guardiamo al futuro con speranza”.

Nur-Sultan (AsiaNews) – Un “piccolo gregge” benedetto “dal sangue e dalle lacrime di milioni di martiri” delle persecuzioni sovietiche: così mons. Tomash Peta, arcivescovo di Nur-Sultan (nuovo nome di Astana), descrive la Chiesa cattolica del Kazakhstan. Ad AsiaNews egli delinea le caratteristiche principali di una Chiesa giovane, composta da circa 150mila fedeli. Una Chiesa “piccola nel numero”, ma vivace, attiva, internazionale e con una forte devozione a Maria. Una Chiesa che prega ancora in russo, anche se la lingua nazionale è il kazako. “Quest’anno abbiamo pubblicato il primo libro religioso in kazako. La speranza – afferma – è riuscire a tradurre il messale entro la fine del 2019”.

Mons. Peta è il pastore dell’arcidiocesi di Santa Maria di Nur-Sultan. Egli spiega nel dettaglio la suddivisione della Chiesa nazionale, tornata libera dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica. Nel 2003 è stata creata la Conferenza episcopale del Kazakhstan, composta dalle diocesi di Nur-Sultan, Karaganda (retta da mons. Adelio Dell’Oro) e della Ss. Trinità di Almaty (guidata da mons. Jose Luis Mumbiela Sierra); in aggiunta, ci sono le amministrazioni apostoliche di Atyrau (retta da p. Dariusz Buras) e quella dei cattolici di rito bizantino in Kazakhstan e Asia Centrale (guidata da p. Vasyl Hovera).

Il Paese gode di libertà religiosa: “Possiamo costruire chiese, cappelle e monasteri. Invitiamo sacerdoti e suore da tutto il mondo. Al momento, nel territorio risiedono religiosi di 20 diverse nazionalità, per un totale di 120 preti e 130 suore. La Chiesa cattolica è riconosciuta grazie a un Accordo (una sorta di Concordato) tra Santa Sede e Repubblica del Kazakhstan. Nella capitale c’è anche la Nunziatura apostolica, retta dall’arcivescovo indiano Francis Assisi Chullikatt”.

Il Kazakhstan è il nono Paese più grande al mondo, con una popolazione di 18 milioni di abitanti. L’arcivescovo riporta che il “70% professa l’islam e il 20% è cristiano ortodosso russo. Esiste anche una piccola comunità di luterani e molti gruppi protestanti”. La composizione demografica “delle steppe kazake è stata segnata dalle deportazioni forzate degli anni ’30 e ’40. Per questo dopo l’indipendenza ottenuta nel 1991, almeno quattro milioni di persone sono emigrate. Di queste, anche 500mila cattolici”.

La Chiesa cattolica è stata segnata da un evento importante: “La visita pastorale di papa Giovanni Paolo II nel 2001 (22-25 settembre). Essa è avvenuta a distanza di 11 giorni dagli attentati contro le Torri Gemelle di New York. Il viaggio ha mostrato al mondo una Chiesa viva: alla messa celebrata ad Astana c’erano 40mila persone. Senza esagerare, posso affermare che la visita papale ha aperto un nuovo capitolo nella storia della nostra Chiesa. Da quel momento, ogni tre anni si tiene nella capitale un Congresso dei rappresentanti religiosi di tutte le fedi”.

Il viaggio del pontefice è stato anche l’occasione per elevare a santuario nazionale il Santuario mariano di Nostra Signora Regina della pace, nel villaggio di Ozyornoye. Qui, “accanto alla grande Croce eretta in cima alla collina, dal 1999 si tiene il raduno dei giovani. L’incontro è molto importante perché offre loro l’opportunità di approfondire la fede cristiana e riflettere sul proprio futuro, sul matrimonio e la famiglia”. Sulla croce è riportata un’iscrizione, in ricordo delle vittime della repressione comunista: “A Dio – onore. Agli uomini – pace. Ai martiri – il Regno dei cieli. Al popolo del Kazakhstan – gratitudine”.

Dal 2014 il villaggio di Ozyornoye ospita anche un altare per l’adorazione, dal nome “La stella del Kazakhstan”. Esso riflette una delle caratteristiche principali della comunità cattolica: la forte adorazione eucaristica e in particolare il culto di Maria. Mons. Peta riporta: “Negli anni della dominazione sovietica, quando i cattolici erano costretti a vivere senza chiese, sacerdoti e sacramenti, i cattolici hanno creato una sorta di ottavo sacramento: quello della preghiera del Rosario. Il motivo è che l’unica cosa che essi potevano fare durante le persecuzioni, era battezzare i propri figli e pregare il Rosario. In qualche modo, il Rosario ha sostituito la mancanza dei pastori”. Oggi, conclude, “il Kazakhstan è un Paese benedetto, forse proprio grazie a quel sangue e quelle lacrime di milioni di martiri. Ringraziamo il Signore e guardiamo al futuro con speranza”.

Cathedral in Astana
Cathedral in Astana
Cathedral in Astana
Cathedral in Astana
National Shrine of Our Lady Queen of Peace in Ozyornoye
National Shrine of Our Lady Queen of Peace in Ozyornoye
Cross of Martyrs in Ozyornoye
Cross of Martyrs in Ozyornoye
Catholic Church in Kazakhstan
Catholic Church in Kazakhstan
National Shrine of Our Lady Queen of Peace in Ozyornoye
National Shrine of Our Lady Queen of Peace in Ozyornoye
Cross of Martyrs in Ozyornoye
Cross of Martyrs in Ozyornoye
Cross of Martyrs in Ozyornoye
Cross of Martyrs in Ozyornoye
National Shrine of Our Lady Queen of Peace in Ozyornoye
National Shrine of Our Lady Queen of Peace in Ozyornoye
Catholic Church in Kazakhstan
Catholic Church in Kazakhstan
National Shrine of Our Lady Queen of Peace in Ozyornoye
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Altar of adoration called “The Star of Kazakhstan” in Ozyornoye
Altar of adoration called “The Star of Kazakhstan” in Ozyornoye
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