05/10/2016, 13.01
TURCHIA
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Continua la caccia ai “golpisti”: sospesi 13mila agenti, ufficiali arrestati, chiusa una tv

Un poliziotto si è suicidato dopo la notifica della sospensione. Esteso per altri 90 giorni lo stato di emergenza. Dal governo la richiesta di “velocizzare” i processi. La repressione governativa colpisce anche l’economia: moneta in ribasso, sale l’inflazione, crollano le prospettive di crescita e il debito nazionale è al livello di “spazzatura”. 

 

Istanbul (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità turche hanno sospeso quasi 13mila funzionari di polizia, rinchiuso in cella decine di ufficiali dell’aviazione e messo i sigilli a una emittente televisiva (curda). Le operazioni, effettuate nella giornata di ieri, rientrano nella campagna lanciata dal governo e dal presidente Recep Tayyip Erdogan contro presunti autori e fiancheggiatori del tentato colpo di Stato del luglio scorso.

Un elenco che si somma alle 76mila persone fermate e 16mila arrestate nelle scorse settimane per il sospetto di legami con il movimento di Fethullah Gülen. In totale il numero delle persone sottoposte a interrogatorio ha superato quota 100mila.

Secondo i dati ufficiali forniti dal quartier generale della polizia, ieri sono stati sospesi dal servizio 12.801 esponenti delle forze dell’ordine, fra cui 2523 ufficiali dell’aviazione, perché “vicini” a Gülen, ritenuto da Ankara la “mente” del tentato golpe che ha portato alla morte di 240 persone. 

La sospensione giunge a poche ore di distanza dall’annuncio del vice-premier turco Numan Kurtulmus, che conferma l’estensione per altri 90 giorni dello stato di emergenza. Il presidente Erdogan potrà legiferare per decreto - e senza dover passare dalla Corte Costituzionale o dal Parlamento per l’approvazione - fino al prossimo gennaio. 

Oltre alle sospensioni e agli arresti fra le forze di polizia, le autorità di Ankara hanno bloccato le trasmissioni dell’emittente IMC, con l’accusa di diffondere “propaganda terrorista”. 

Fonti locali riferiscono che uno dei 13mila agenti sospesi dal servizio si è suicidato sparandosi un colpo alla testa con la pistola di ordinanza. Il fatto è avvenuto nella città di Mersin, che si affaccia su Mediterraneo. 

Il nuovo giro di vite giunge nel contesto di una serie di epurazioni, condanne e attacchi contro voci critiche, dissenso, oppositori, intellettuali, militari, dirigenti pubblici e semplici cittadini lanciato da Ankara in seguito al fallito golpe della notte fra il 15 e il 16 luglio.

Un altro segnale che conferma la volontà di Ankara di sradicare l’opposizione interna è la richiesta avanzata dal Primo Ministro Binali Yildirim alla magistratura di “velocizzare” i processi e le inchieste giudiziarie. Il monito riguarda in particolare le cause che hanno per imputati persone accusate di aver fiancheggiato - a vario titolo - il tentato golpe e le spinte autonomiste curde, accusate tout court di essere "terroriste". 

Fra le “vittime collaterali” di questa caccia all’uomo promossa dal governo turco, oltre al partito curdo di opposizione, vi è la stessa economia nazionale, che ha subito nelle ultime settimane una pesante flessione. Le agenzie di rating hanno declassato il debito nazionale al livello di “spazzatura” e la lira è sempre più debole sul dollaro. Ieri il governo ha abbassato le stime di crescita per il 2016, fissando quota 3,2% rispetto al 4,5% iniziale. E l’inflazione su base annua pare destinata a raggiungere il 7,5%. 

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