22/09/2006, 00.00
NEPAL
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Decine di dalit aggrediti per essere entrati in un tempio in Nepal

di Prakash Dubey

L'aggressione preordinata da centinaia di membri delle caste superiori: malmenate anche le donne. Nonostante un accordo tra partiti e pubblica amministrazione consenta loro di andare nel tempio, la polizia non interviene per fermare e reprimere le frequenti violenze di casta.

Kathmandu (AsiaNews) – In Nepal oltre 50 dalit, tra i quali diverse donne, sono stati malmenati in modo grave il 17 settembre durante un vero assalto di centinaia di membri delle caste superiori indù a Silgadhi, centro del distretto occidentale di Doti. Molti sono in condizioni "critiche".

I dalit volevano entrare nel tempio di Shaileswori per la funzione religiosa. C'è un accordo tra partiti politici, rappresentanti dei ribelli maoisti e della amministrazione distrettuale e i sacerdoti che consente ai dalit di frequentare il tempio, sotto il controllo della polizia.

Le caste superiori non accettano l'accordo e rispondono che sarebbe una "profanazione" del tempio, ma finora non c'erano state violenze. Gli aggressori, urlando slogan contro partiti e giornalisti e a favore del re, hanno anche devastato alcuni vicini uffici di organizzazioni contrarie alla discriminazione tra caste. Presso l'Associazione donne dalit del Nepal sono stati danneggiati i computer e distrutti documenti. Aggrediti e costretti a fuggire anche i giornalisti presenti.

Dharma Singh Bishwokarma, coordinatore del Comitato per la lotta unita dei dalit, ha detto ad AsiaNews che il grave incidente poteva essere prevenuto dall'amministrazione distrettuale con l'adozione di "adeguate misure di precauzione". "Ma l'amministrazione ha assistito senza intervenire mentre c'erano parecchi indizi che le caste superiori indù vogliono impedire con la violenza ai dalit di entrare nel tempio. Queste caste vogliono che il Nepal rimanga un regno indù".

Norbert Rai, attivista cristiano per i diritti umani, ha detto ad AsiaNews che anche se il Parlamento ha dichiarato il Nepal uno Stato laico, "la casta superiore indù non lo accetta e c'è un grande rischio di violenze settarie e di casta se il governo non rimane vigile". "Ma – aggiunge – dubito che governo e amministrazione siano molto preoccupati dalle violenze contro la casta inferiore, perché la gran parte di loro appartiene alla casta superiore indù e molti sostengono di nascosto la loro casta. Se il governo non tutela gli indù dalit, mi chiedo come possa proteggere le minoranze non indù".

Intanto l'amministrazione distrettuale di Doti ha chiesto la mobilitazione di maggiori forze. Centinaia di dalit, cacciati dalle loro case con la violenza dalle caste superiori, sono stati aiutati a ritornarci. "Ma – avverte Bishwokarma – hanno ancora paura, perché gli aggressori sono ancora liberi e la polizia è riluttante ad arrestarli".

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