Gaza in preghiera con Papa Leone XIV per la pace nel mondo
P. Romanelli racconta che “l’intera Striscia” è “pericolosa” ma la città di Gaza “ancora di più”. Vi sono “bombardamenti in continuazione”, ma alla parrocchia non è ancora arrivato “l’ordine di evacuazione”. Custodia di Terra Santa e patriarcato latino in digiuno e preghiera col pontefice per la pace. Secondo dati dell’intelligence israeliana l’83% dei morti nell’enclave sono civili.
Gerusalemme (AsiaNews) - “L’intera Striscia di Gaza è pericolosa” e la città di Gaza lo è “ancora di più”. È quanto sottolinea p. Gabriel Romanelli, parroco della chiesa latina della Sacra Famiglia a Gaza, commentando in una nota diffusa ieri sui social l’evoluzione del conflitto fra Israele e Hamas alla viglia della giornata di preghiera per la pace indetta per oggi dal papa. “Si sentono bombardamenti in continuazione. Alcuni sono lontani, altri più vicini. Le schegge cadono di frequente” prosegue il religioso argentino del Verbo Incarnato, con esplosioni nella zona sud dei quartieri di El Zeytoun e Shujaiah, che distano circa 500 metri dalla parrocchia. “Per i civili - avverte - vi sono bisogni urgenti di tutti i tipi”. Intanto l’esercito dello Stato ebraico prosegue l’operazione “Carri di Gedeone 2” per il controllo completo della Striscia e la sconfitta militare di Hamas, in un quadro di crescenti incertezze e proteste della società civile per la sorte degli ostaggi.
Anche la comunità cristiana di Gaza, come i fedeli in tutto il mondo, ha risposto all’invito lanciato da papa Leone XIV il 20 agosto scorso durante l’udienza del mercoledì a celebrare una giornata di digiuno e preghiera per la pace. Una iniziativa che cade nel giorno in cui la Chiesa ricorda Maria Regina della Pace, invocando una supplica al Signore perché “conceda pace e giustizia” e “asciughi le lacrime di coloro che soffrono a causa dei conflitti in corso”. “Mentre la nostra terra continua ad essere ferita da guerre in Terra Santa, in Ucraina e in molte altre regioni del mondo, invito tutti i fedeli - ha sottolineato il papa - a vivere la giornata del 22 agosto in digiuno e in preghiera […]. Maria, Regina della pace, interceda perché i popoli trovino la via della pace”.
La guerra, prosegue il messaggio di p. Romanelli, purtroppo “non solo continua, ma è “entrata in una fase nuova e terribile”, mentre i bisogni “di ogni genere” per la popolazione civile “sono urgenti”. Al momento, precisa, “non vi è stato ancora alcun ordine di evacuazione” per l’area in cui sorge la parrocchia, che ospita ancora oggi circa 450 rifugiati cristiani, e le persone “stanno bene. Stiamo cercando - spiega il religioso - di aiutare l’intera comunità, soprattutto i 450 rifugiati che vivono con noi. Continuiamo a pregare per la pace” anche e soprattutto oggi, in concomitanza con l’appello del papa, a fronte di una realtà che resta “critica”. La gente “se ne va col poco che le è rimasto” da Gaza City, e lo fa in modo “ordinato” mentre “l’ospedale ha poco e funziona col poco che ha” e la parrocchia prosegue le attività “con piccoli gruppi di musica, canto. Facciamo quello che possiamo - conclude - per i malati e le suore di Madre Teresa che ci aiutano”.
In occasione della giornata di digiuno e preghiera il card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, sottolinea la “gratitudine” della comunità cristiana per la “costante attenzione” del papa, unita alla “speranza” che “il cuore degli uomini possa cambiare”. Intervistato dai media vaticani, il porporato ha sottolineato che pregare e digiunare “à l’unica cosa che in questo momento possiamo fare”, perché Dio “cambi il cuore degli uomini”. “Conoscendo la comunità - conclude il cardinale - posso dire che la loro forza viene proprio dalla preghiera, dalla forza di resistere dentro a quella situazione terribile. Siamo alla vigilia di non sappiamo cosa, non sappiamo cosa accadrà con questa occupazione che è iniziata […]. Ma la loro forza nel resistere, nel cercare di aiutare tutti nonostante tutto, nel portare il cibo, nel distribuire le medicine ecco, questa forza viene proprio dalla preghiera e dal quel loro stare insieme che solo la preghiera può dare”.
Di pace come “dono atteso e profondamente desiderato” parla il Custode di Terra Santa fr. Francesco Ielpo, soprattutto in una regione “segnata da conflitti e speranze. “Nei nostri santuari, che ci richiamano quanto Gesù ha detto e fatto per la nostra riconciliazione - prosegue la nota diffusa dalla Custodia - preghiamo personalmente e in fraternità per tutte le vittime di tutte le guerre, quelle a noi vicine e quelle a noi lontane”.
Intanto attivisti ed esperti lanciano l’allarme per una ulteriore diffusione della carestia nella Striscia entro il mese prossimo, mentre nell’enclave devastata dalla guerra faticano ad entrare gli aiuti. Il sistema integrato di classificazione della sicurezza alimentare (Ifspc) ha affermato che 514mila persone, quasi un quarto dei palestinesi di Gaza, stanno vivendo una situazione di carestia e che tale numero è destinato a salire a 641.000 entro la fine di settembre. Numeri che non cambiano i piani del governo israeliano, che punta a “sconfiggere Hamas a Gaza” come ha dichiarato oggi il ministro della Difesa Israel Katz confermano l’approvazione dei piani dell’Idf in merito all’offensiva a Gaza. “Le porte dell’inferno - ha aggiunto il ministro - si apriranno presto su Hamas” mentre la città potrebbe subire sorte analoga a quella di “Rafah e Beit Hanoun”, in gran parte ridotte in macerie dai bombardamenti israeliani. Infine, cinque palestinesi su sei uccisi dai militari dello Stato ebraico nella Striscia sono “civili”, come emerge dai dati forniti dal database dell’esercito israeliano. I dati hanno mostrato che i combattenti identificati nel database dell’intelligence militare rappresentavano “solo il 17% del totale”, il che indica che “l’83% dei morti erano civili”.
05/07/2021 10:33